Ci sono sempre meno bambini adottati dall’estero, anche a causa della pandemia. Nel 2021 ne sono giunti in Italia solo 680 a fronte dei 1205 del 2019 (anno pre-Covid). Dieci anni prima, invece, se ne contavano 3106. Nonostante la diminuzione di adozioni internazionali si stia verificando da anni, il Covid avrebbe contribuito in maniera significativa al crollo del numero.

È quanto emerso dall’ultimo rapporto della CAI (Commissione per le adozioni internazionali), in cui è stato affermato che, nonostante il leggero aumento del 2022, i numeri delle adozioni internazionali relativi al 2020 e al 2021 hanno risentito di tutto quello che ha rappresentato la pandemia: dalle limitazioni alle libertà di movimento delle persone alle politiche di lockdown utilizzate da molti paesi per contrastare la diffusione del virus.

Il virus ha inoltre causato nuovi orfani (vale a dire bambini che hanno perso i loro familiari proprio a causa del Covid), aumentando anche la lista dei minori in stato di abbandono. Un’emergenza alimentata dall’ostacolo e dal rallentamento dei percorsi per adottare un bambino a livello nazionale e internazionale, che si sono verificati durante l’emergenza sanitaria.

I dati del rapporto CAI hanno evidenziato un numero maggiore di maschi fra i bambini adottati dalle coppie italiane e un’età media compresa tra i sei e i sette anni, con i più piccoli che arrivano da Corea del Sud e i più grandi da Bielorussia, Moldavia, Repubblica Ceca e Ucraina. Con 129 adottati, la Colombia si conferma il primo tra i paesi di provenienza, seguita da India, Ungheria, Bulgaria, Ucraina e Federazione Russa.

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  • Bambino (1-6 anni)