Uno studio, condotto dall’Università del Kent e pubblicato su Journal of Developmental & Behavioral Pediatrics, spiega che alcune credenze legate al co-sleeping, ovvero la condivisione del lettone con il bimbo, possono risultare errate. Nell’immaginario collettivo, dormire insieme al neonato rafforzerebbe il legame madre-bimbo, l’attaccamento con le figure genitoriali di riferimento nonché gli esiti comportamentali del bambino nel suo sviluppo.

Ebbene, la scienza sfata tali convinzioni concludendo che non esisterebbe nessun nesso scientifico tra l’attaccamento del bebè verso la mamma o il papà e il dormire insieme nello stesso letto.

Il co-sleeping non rafforzerebbe il legame genitori-figlio

L’obiettivo della ricerca era quello di indagare se la condivisione del letto durante i primi 6 mesi di vita fosse associata all’attaccamento del bambino nei confronti della madre e/o del padre nonché ai risultati comportamentali del neonato stesso e ad una maggiore sensibilità genitoriale della madre nei primi 18 mesi di età.

Lo studio ribalta quelle credenze molto radicate nella società secondo cui dividere il lettone con mamma e papà sin dai primi attimi di vita rafforzerebbe il legame tra le parti. Convinzioni ben saldate e, spesso, raccomandate dai migliori pedagogisti e dottori per un sano sviluppo psicofisico del bimbo. Ebbene, i ricercatori dell’Università del Kent hanno scoperto che dormire insieme nel letto con il bebè non è associato né a esiti positivi o negativi relativi al bambino e all’attaccamento, né allo sviluppo di un legame materno più forte.

In modo particolare, gli studiosi raccomandano di non condividere il letto prima dei 4 mesi di età a causa dell’aumento del rischio della sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS).

C’è da dire che molto spesso i genitori condividono il letto con il proprio bambino per altri motivi definiti “pratici” come la comodità nell’allattamento al seno. Ma, in linea generale, le motivazioni che spingono i genitori ad adottare il co-sleeping è, nell’80% dei casi, per rafforzare la loro genitorialità.

I risultati dello studio effettuato su 178 bimbi

La ricerca scientifica condotta dal Dott. Ayten Bilgin della Kent’s School of Psychology insieme al Prof. Dieter Wolke, professore di psicologia dello sviluppo e differenze individuali presso l’Università di Warwick, ha analizzato un campione di 178 bambini e dei loro genitori in 4 fasi della loro vita:

  1. appena nati;
  2. a 3 mesi;
  3. a 6 mesi;
  4. a 18 mesi.

In nessuno dei 4 casi diversi il team di ricercatori ha trovato alcuna associazione tra la condivisione del lettone con il bimbo durante i primi 6 mesi e l’attaccamento bambino-madre e gli esiti comportamentali del bambino, ovvero: livelli di attenzione/iperattività e persistenza del compito, a 18 mesi.

Non c’erano associazioni neanche tra la condivisione del letto durante i primi 6 mesi e il legame materno e la sensibilità nell’interazione con il bambino nelle successive valutazioni effettuate.

Alla luce dei risultati ottenuti gli autori dello studio hanno affermato che potrebbero essere necessari ulteriori studi di follow-up per analizzare in modo più approfondito tutte le variabili.

In particolare, il Dott. Bilgin conclude dicendo:

Molte persone pensano che la condivisione del letto sia necessaria per promuovere un attaccamento sicuro con i bambini. Tuttavia, ci sono poche ricerche in questo settore e prove abbastanza contrastanti. Sono necessarie maggiori informazioni sui risultati della condivisione del letto per informare meglio genitori, tutori e praticanti.

A seguire, il Prof. Wolke ha spiegato:

Circa un terzo dei genitori condivide il letto con il proprio bambino durante i primi 18 mesi di vita e occasionalmente per la maggior parte delle notti. Abbiamo scoperto che la pratica era associata alla facilità di allattamento al seno e alla gestione del risveglio notturno del bambino.

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