
Si celebra oggi la Giornata mondiale della prematurità: in Italia da inizio pandemia, sono circa 11,2% i bambini nati prematuri, 15 milioni in tut...
Da dove arriva e come usare il cartello "Il bambino non si tocca" da appendere sul passeggino per tenere lontani gli invadenti.
La pandemia di Covid con cui abbiamo convissuto negli ultimi tre anni ci ha fatto capire molte cose, fra cui che la sicurezza dei bambini e dei neonati è al primo posto. Non solo il Covid, anche il virus sinciziale dei neonati fa molta paura ai genitori per via delle conseguenze pesanti sulla salute di piccoli essere umani dal sistema immunitario non ancora sviluppato. Toccare i bambini mentre sono nel passeggino, in braccio ai genitori o in culla è un’abitudine che, purtroppo, molti non riescono a perdere. Eppure rimane pericolosa, non soltanto in epoca pandemica ma in generale, perché il passaggio di germi e batteri da adulto a neonato può portare gravi conseguenze sullo stato di salute di quest’ultimo.
Il cartello “Il bambino non si tocca” che molti genitori hanno scelto di stampare e posizionare in bella vista sul passeggino è un ottimo modo per tenere alla larga questo pubblico di amici, conoscenti e parenti che non si pongono problemi nell’avvicinarsi al piccolo.
In America già di gran moda, oggi cominciano a essere usati anche in Italia. I genitori americani li inseriscono come etichetta di segnalazione in presenza di bambini prematuri, che in nessun modo devono venire a contatto con germi e batteri degli adulti. In generale però questi coloratissimi disegni servono a tenere in sicurezza tutti i bambini, non solo quelli nati pretermine.
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Su piattaforme come Amazon ed Etsy si trovano diverse personalizzazioni di questo cartello. Ma nulla vieta di realizzarne uno a mano: bastano un pizzico di creatività e un testo gentile ma deciso per dissuadere gli altri dal toccare il piccolo.
A chi accuserà i genitori di peccare di paranoia e di poca apertura verso il mondo per la scelta di inserire il cartello sul passeggino del bambino, possiamo rispondere recitando uno stralcio del vademecum del Ministero della Salute, scritto ben prima della proliferazione del Covid.
La trasmissione di microrganismi responsabili delle infezioni neonatali, successive ai primissimi giorni di vita, avviene per lo più attraverso le mani, il respiro e il contatto di corpi estranei con la pelle o le mucose del piccolo. In questo contesto, rivestono notevole importanza delle semplici regole d’igiene: un’accurata detersione delle mani che dovrà precedere qualsiasi accudimento diretto del bambino; l’eventuale uso da parte dell’adulto di mascherine sterili a protezione della bocca e delle narici è opportuno per evitare il passaggio attraverso il respiro di micro-organismi diretti sul neonato, in caso di infezioni delle vie respiratorie del genitore o di chi accudisce direttamente il neonato al momento della poppata, del cambio di pannolino, del coccolamento. La mascherina va rimossa non appena cessi il contatto diretto con il neonato.
C’è un ulteriore tema, di cui si discute soprattutto in Gran Bretagna, dietro la scelta di usare questi cartelli, che è quello del consenso: queste etichette, infatti, servono ai genitori per difendere il diritto al consenso dei loro bambini, che ovviamente ancora non possono esprimersi in merito. In questo modo mamme e papà spiegano agli estranei di rispettare lo spazio personale altrui, senza prendersi la libertà di mettere le mani addosso a quella che, di fatto, è un’altra persona.
Chiunque (anche gli stessi genitori!) dovrebbero avere l’accortezza di seguire queste semplici regole, figuriamoci gli estranei. Un cartello “Questo bimbo si guarda ma non si tocca” non può che fare bene alla serenità e al benessere di tutta la famiglia.
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