Con l’emendamento Binetti alla Manovra, approvato in Commissione Bilancio della Camera, non ci sarà alcun tetto Isee per ottenere il “bonus nido” che garantirà i mille euro a tutti  i genitori italiani, senza distinzione di reddito.

Un secondo emendamento, invece, assicurerà che il suddetto bonus venga destinato anche a bambini con gravi patologie, tali da non poter frequentare l’asilo, così che le famiglie interessate possano avere un supporto anche a casa.

Bocciati dunque i due emendamenti del Partito democratico, che avevano inserito nella legge di Bilancio un tetto Isee per l’ottenimento del bonus.

Oggi è una giornata importante per tutte le famiglie italiane“, ha commentato Paola Binetti. “Tutti i bambini sono uguali, per cui dal primo gennaio 2017 non ci sarà nessuna discriminazione per reddito sul bonus da mille euro per l’asilo nido“.

Un altro traguardo raggiunto tutt’altro che scontato – conclude la deputata di Area Popolare – è il bonus da mille euro anche per bimbi con quelle gravi patologie che impediscono di frequentare l’asilo. Questa risorsa potrà in questo caso essere utilizzata per forme di supporto a casa. Due piccoli grandi successi che renderanno il nostro Paese nel 2017 un posto un pochino migliore, due misure concrete a favore della famiglia, che speriamo siano solo il principio di un welfare in crescita continua“.

Ci siamo sin da subito detti contrari all’introduzione di un tetto Isee per il bonus nido in quanto si trattava di una chiara discriminazione. Gli emendamenti a firma Binetti sono un chiaro segnale di attenzione di Area Popolare verso la famiglia e in particolare quelle che si trovano in difficoltà“, spiega Valentina Castaldini, portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra.

Come farne richiesta

Il Fondo di sostegno alla natalità spetterà a tutte le famiglie con figli che sono nati o adottati ”a decorrere dal primo gennaio 2017”.

Per ricevere il “bonus nido” sarà necessario presentare la documentazione relativa al pagamento della retta. I genitori, quindi, dovranno presentare all’Inps non solo la documentazione che attesta l’iscrizione del bambino ma anche la ricevuta dell’avvenuto pagamento delle rette.

 

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