
Fasce, marsupi e supporti per portare in braccio il bambino in maniera comoda, pratica e sicuri. Conosciamo cos'è e come si pratica il babywearing.
La ricerca dell'organizzazione ha dimostrato che iniziare subito la pratica, incoraggiando anche l'allattamento al seno, potrebbe salvare quasi 150 mila vite all'anno.
In una dichiarazione rilasciata martedì 15 novembre 2022, l’OMS ha pubblicato nuove linee guida sul contatto skin to skin (pelle a pelle), chiamato anche Cura del canguro (in inglese Kangaroo Mother Care), per tutti i bambini prematuri. Nel tentativo di migliorare la salute di questi neonati e supportarne il corretto sviluppo, l’organizzazione ha consigliato di iniziare il contatto tra madre/padre e neonato immediatamente dopo la nascita, senza un periodo iniziale in un’incubatrice.
Fasce, marsupi e supporti per portare in braccio il bambino in maniera comoda, pratica e sicuri. Conosciamo cos'è e come si pratica il babywearing.
Il contatto skin to skin direttamente dopo la nascita è già da tempo considerato una pratica standard da molte organizzazioni mediche, anche se, in genere, viene applicata solamente ai bambini nati a termine. In molti casi, infatti, i neonati prematuri vengono portati via per la valutazione prima che possa avvenire questo contatto, impedendogli così di creare un legame, invece essenziale, con le madri o i padri, nel periodo noto come “l’ora d’oro”, la prima ora di vita dopo la nascita.
La nuova guida dell’OMS si applica, invece, a tutti i bambini nati prima delle 37 settimane o di peso inferiore a 2,5 kg (ad eccezione di coloro che necessitano supporto respiratorio, ventilazione meccanica o sono in stato di shock). L’obiettivo è quello di tenere insieme il genitore e il bambino per promuovere il loro legame, migliorandone i risultati.
La ricerca dell’OMS ha infatti dimostrato che iniziare subito il contatto skin to skin, incoraggiando anche l’allattamento al seno immediato – invece di aspettare che i bambini siano stabili – potrebbe salvare quasi 150 mila vite all’anno.
“I bambini prematuri possono sopravvivere, prosperare e cambiare il mondo, ma a ognuno di loro deve essere data questa possibilità“, ha dichiarato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale OMS. “Queste linee guida mostrano che migliorare la salute di questi bambini piccoli non significa sempre fornire le soluzioni più tecnologiche. Ma, piuttosto, garantire l’accesso all’assistenza sanitaria essenziale incentrata sui bisogni delle famiglie“.
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