Ci sono molte cose che un genitore può fare per aiutare un figlio autistico. Molti consigli pratici e utili non solo alla madre e al padre ma anche al bimbo che, in tal modo, si sentirà compreso e non estraniato dal mondo circostante.

Una guida esaustiva che tocca tutti i punti più salienti su come rapportarsi all’autismo, come scorgere i primi segnali nel bambino e come intervenire senza ansie né timori.

Disturbi dello spettro autistico: la diagnosi che (inizialmente) spaventa i genitori

Nessun genitore è mai pronto a sentire né, tantomeno, ad accettare tranquillamente che suo figlio sia autistico. Una diagnosi di ASD può essere molto spaventosa ma solo finché non si conoscono gli strumenti giusti per poter affrontare questa condizione.

Inizialmente ci si potrebbe sentire incapaci di aiutare il bimbo oppure molto confusi da consigli contrastanti sul trattamento da adottare. Ancora peggio, magari al genitore è stato riferito che i disturbi dello spettro autistico sono una condizione permanente e incurabile, lasciando, così, i genitori con una sensazione di impotenza sempre maggiore.

Sebbene sia vero che l’autismo non è qualcosa che con la crescita va via, ci sono molti trattamenti, però, che possono aiutare i bambini ad acquisire nuove abilità e superare un’ampia varietà di sfide legate allo sviluppo.

Dai servizi governativi gratuiti alla terapia comportamentale a domicilio e ai programmi scolastici, l’assistenza è disponibile per soddisfare le esigenze speciali di un bambino con ASD e aiutarlo a crescere e a vivere una vita piena e felice.

Autismo: consigli pratici per genitori e bimbi affetti da ASD

Il primo aiuto che un genitore può dare al figlio affetto da autismo è prendersi cura di sé. Vivere in tranquillità è il primo consiglio da mettere in pratica per affrontare un trattamento che possa portare risultati positivi al bimbo con disturbo autistico.

1. Non aspettare una diagnosi ufficiale

L’intervento precoce è il modo più efficace per accelerare lo sviluppo del bimbo e ridurre i sintomi dell’autismo nel corso della vita. Quindi, appena il genitore si rende conto che qualcosa “non va” nel proprio bambino, dovrà iniziare a chiedere consiglio e praticare un trattamento. Questo perché, prima riceveranno aiuto, maggiori saranno le possibilità di successo del trattamento.

2. Porsi le domande giuste

Il genitore dovrà diventare un esperto in campo, ovvero, dovrà conoscere tutto ciò che riguarda il disturbo del proprio bambino. La migliore strategia è porsi le domande giuste. Queste saranno, per esempio:

  • Cosa stressa o spaventa mio figlio?
  • Cosa riesce a calmarlo?
  • Cosa trova scomodo?
  • Cosa trova piacevole?

Rispondendo a questi semplici quesiti si potrà entrare in “contatto” con il mondo interno ed esterno del piccolo e, automaticamente, sentirsi più capaci a risolvere i problemi, prevenire e/o modificare le situazioni che causano difficoltà al bimbo.

3. Accettare il bimbo e non fare paragoni

Una delle cose peggiori che un genitore possa fare con un figlio con autismo è continuare a fare paragoni tra la sua situazione e quella degli altri bambini ritenuti “normali”. Accettare che il proprio bimbo svolga una vita un po’ diversa è un passo decisivo e importante da compiere.

Piuttosto, il genitore dovrà godersi le stranezze speciali del proprio bimbo, celebrare i piccoli successi e smettere di confrontare i suoi comportamenti con quelli degli altri. Sentirsi amati e accettati incondizionatamente aiuterà il bambino più di ogni altra cosa.

4. Autismo: essere coerenti per rafforzare l’apprendimento

Creare coerenza nell’ambiente del bambino affetto da disturbi dello spettro autistico è il modo migliore per rafforzare il suo apprendimento. Una caratteristica del bimbo con ASD risiede proprio nella difficoltà di applicare ciò che ha imparato in un contesto (come la scuola o le sedute dal terapeuta) ad altri, inclusa la casa.

Per aiutare il bimbo, il genitore dovrà scoprire il più possibile come interagiscono e quali tecniche usano i terapisti in modo da poter continuare con le loro stesse metodologie anche a casa.

In tal modo il bimbo avrà una sorta di continuità della terapia in più luoghi diversi e ciò incoraggerà il bambino a trasferire ciò che ha imparato da un ambiente all’altro.

5. Seguire una routine precisa

Un valido aiuto per un bambino affetto da autismo è seguire scrupolosamente un programma giornaliero ben stabile.

Attenendosi a una routine programmata i bambini con ASD tendono a dare il meglio di sé. Quindi, il genitore dovrà strutturare un programma con orari regolari e precisi per i pasti, la terapia, la scuola, l’ora del bagnetto e quello per andare a dormire.

Inoltre, è consigliato di ridurre al minimo le interruzioni della routine e se dovesse esserci un cambiamento o un imprevisto nel programma è buona regola preparare con largo anticipo il bimbo.

6. Una zona sicura in casa tutta per il bambino

Ricreare uno spazio in casa dedicato al bimbo, dove solo lui può accedere sarà una soluzione che aiuterà il bambino a sentirsi al sicuro, protetto e rilassarsi.

Nell’organizzare l’ambiente domestico il genitore potrà usare dei nastri colorati che aiuteranno il bimbo a capire visivamente quali zone saranno vietate e quali accessibili, così come le etichettature e le immagini da affissare sugli oggetti ritenuti pericolosi da quelli che potrà utilizzare liberamente per giocare.

7. Comunicare con segnali non verbali

Spesso i bambini affetti da autismo hanno grande difficoltà ad esprimere i propri bisogni, desideri o pensieri attraverso le parole. Quindi, mamma e papà dovranno imparare a comunicare con il proprio figlio attraverso i suoi stessi segnali non verbali.

In questo modo genitori e figli potranno “parlare” connettendosi gli uni agli altri. Imparare a cogliere i segnali di un bimbo con ASD porterà il genitore a sintonizzarsi sulla sua stessa lunghezza d’onda e a capire i suoi bisogni e i suoi “capricci”: prestare attenzione al tipo di suoni che emette il bimbo, alle sue espressioni facciali e ai gesti che usa quando è stanco/a, affamato o vuole qualcosa in particolare renderà l’approccio comunicativo più semplice e fluido.

8. Autismo e stimoli sensoriali, attenzione!

Molti bimbi autistici sono ipersensibili alle fonti di luce, al suono, al tatto, al gusto e all’olfatto. Questi stimoli sono considerati da alcuni bambini con ASD come fastidiose.

Alcune immagini o suoni possono innescare nel bimbo comportamenti aggressivi e distruttivi, quindi una risposta negativa. Il genitore dovrà capire, riferendosi alle domande poste al punto 2, cosa procura fastidio, spavento o altro nel figlio.

 9. Creare un piano personalizzato del trattamento

Ogni bambino con disturbo dello spettro autistico è unico e perciò risponderà al trattamento in modo differente. In questo caso il genitore potrà aiutare il bimbo creando un piano personalizzato.

Come suggerito dal National Institute of Mental Health,un buon piano di trattamento deve essere costruito:

  1. sugli interessi del bambino;
  2. offrire un programma prevedibile;
  3. insegnare i compiti con dei semplici passaggi;
  4. coinvolgere attivamente l’attenzione del bimbo in attività molto strutturate;
  5. fornire un rinforzo regolare del comportamento.

10. Autismo e i gruppi di supporto familiare

Entrare a far parte di un gruppo di sostegno dedicato alle famiglie con figli aventi i disturbi dello spettro autistico rappresenta un modo per affrontare la quotidianità e sentirsi parte di una comunità che capisce le difficoltà e le problematiche legate al disturbo autistico nonché come godere a pieno dei bei momenti con il proprio bambino.

All’interno di questi gruppi i genitori possono condividere informazioni, ricevere consigli e sostenersi emotivamente nei momenti più difficoltosi. 

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  • Bambino (1-6 anni)