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I risultati dello studio scientifico mostrano come l'apprendimento precoce e attivo dei bambini, nei primi 5 anni di vita, possa modellare la struttura del cervello in età adulta.
Può un apprendimento precoce e attivo da bambini modellare la struttura del cervello in età adulta? Su questa domanda i ricercatori del Virginia Tech e dell’Università della Pennsylvania sono partiti per indagare come la mente del bimbo, se ben stimolata nei primi cinque anni di vita, può ripercuotersi modificandosi nei decenni successivi.
Approfondiamo la ricerca condotta e i risultati ottenuti dal team di studiosi.
Nello studio neuroscientifico pubblicato sulla rivista Journal of Cognitive Neuroscience, i ricercatori hanno affermato che:
Un ambiente di apprendimento migliorato durante i primi cinque anni di vita di un bimbo modella il cervello in modi che sono evidenti nei quattro decenni successivi.
Il Prof. Craig Ramey, ricercatore presso il Fralin Biomedical Research Institute presso il Virginia Tech (VTC) e principale autore dello studio, ha spiegato:
La nostra ricerca mostra una relazione tra la struttura del cervello e cinque anni di esperienze sociali, educative e di alta qualità. Abbiamo dimostrato che nei bambini vulnerabili che hanno ricevuto esperienze di apprendimento stimolanti ed emotivamente di supporto, nella mezza età compaiono cambiamenti statisticamente significativi nella struttura del cervello.
Lo studio ha seguito un campione di bambini che hanno partecipato con continuità un programma di intervento precoce avviato dallo stesso Prof. Ramey nel 1971 (l’Abecedarian Project) per studiare gli effetti dei servizi educativi, sociali, sanitari e di supporto familiare sui neonati considerati ad alto rischio. Si sono creati così due gruppi:
Entrambi i gruppi hanno ricevuto assistenza sanitaria extra, nutrizione e servizi di supporto familiare. Ma, a partire dalle 6 settimane di età, il secondo gruppo, ossia quello di trattamento ha ricevuto in più anche cinque anni di supporto educativo di alta qualità, cinque giorni alla settimana, per un totale di 50 settimane all’anno.
Per studiare i due gruppi, gli scienziati hanno utilizzato l’imaging strutturale del cervello in modo da rilevare gli effetti sullo sviluppo della stimolazione linguistica e cognitiva a partire proprio dalle 6 settimane di età nei neonati.
Al momento della scansione, i partecipanti allo studio Abecedarian presentavano un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, offrendo agli studiosi uno sguardo univoco su come i fattori legati alla loro prima infanzia hanno influenzato il cervello in età adulta.
Durante gli esami di follow-up, sono state condotte scansioni MRI (risonanze magnetiche) strutturali del cervello di 47 partecipanti allo studio. Di questi:
I due gruppi erano abbinati sulla base di una moltitudine di fattori comuni quali:
Dallo studio delle immagini, i ricercatori hanno esaminato, in ultimo, le dimensioni del cervello nel suo insieme, comprese le 5 aree d’intervento del linguaggio e dello sviluppo cognitivo dei bambini. È stato poi aggiunto, per il suo volume, ed esaminato anche l’ippocampo bilaterale, spesso associato alle avversità della prima infanzia e allo stato socioeconomico.
Gli scienziati sono giunti alla conclusione che gli individui appartenenti al gruppo di trattamento dell’educazione precoce avevano aumentato le dimensioni dell’intero cervello, inclusa la corteccia.
Il team di studiosi ha anche notato che i risultati del trattamento di intervento di gruppo per il cervello risultavano essere leggermente maggiori per i maschi se messi a confronto con quelli del sesso femminile.
Non sono note le motivazioni di ciò anche se, dicono gli scienziati:
Sono sorprendenti dal momento che sia i ragazzi, sia le ragazze hanno mostrato effetti comportamentali ed educativi positivi generalmente uguali dalla loro prima istruzione “arricchita”.
Ad oggi, dunque, lo studio svolto non può spiegare con le dovute prove scientifiche le differenze di sesso. L’autore senior, il Prof. Ramey, ha concluso dicendo:
Quando abbiamo lanciato questo progetto negli anni ’70, il campo sapeva di più su come valutare il comportamento di quanto non sapesse su come valutare la struttura del cervello.
Grazie ai progressi nella tecnologia di neuroimaging siamo stati in grado di misurare le caratteristiche strutturali del cervello. Per quanto ne sappiamo, questa è la prima prova sperimentale su un collegamento tra le prime esperienze educative conosciute e i cambiamenti a lungo termine negli esseri umani.
Riteniamo che questi risultati meritino un’attenta considerazione e diano ulteriore sostegno al fine di garantire un apprendimento positivo e un supporto socio-emotivo per tutti i bambini, in particolare per migliorare i risultati di quei bambini che sono vulnerabili alle cure inadeguate nei primi anni di vita.
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