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Da molti genitori il Covid è vissuto come un vero e proprio trauma che porta, con il rientro a scuola dei figli, ad avere ansia e paura. Ecco 4 modi che mamma e papà possono usare per ritrovare la calma.
L’ansia da ritorno a scuola non coinvolge solo i bambini ma anche i genitori, i quali possono accusare diverse paure in riferimento ai propri figli e all’inizio della scuola dell’infanzia.
La maggior parte dei timori percepiti dai genitori riguardano principalmente i contagi da Covid e, in modo particolare, la nuova variante Delta. A rasserenare gli animi, 4 modi che mamma e papà possono usare per calmarsi e tranquillizzarsi prima dell’inizio, ormai imminente, del nuovo anno scolastico.
Sembra che non ci sia mai una fine all’avanzare impetuoso di questa pandemia da Covid che, ormai, da due anni, insegue e preoccupa la popolazione mondiale. Ed è proprio da questa preoccupazione che emergono le paure dei genitori in riferimento al nuovo inizio scolastico dei bambini.
Se con la stagione estiva i casi da Covid sembravano essere diminuiti, ora con l’arrivo dei primi freddi autunnali e la riapertura delle scuole, l’ansia di possibili nuovi contagi inizia a farsi strada nelle menti di mamma e papà e in modo particolare, per la variante Delta.
Questa è quella che preoccupa di più i genitori dei bambini che dovranno frequentare asili nido e scuole dell’infanzia. Con i tassi di vaccinazione ancora bassi e un lieve aumento di casi pediatrici di Covid-19, i genitori sono, ovviamente, in apprensione.
La paura di ritrovarsi, come accaduto l’anno precedente, con scuole chiuse, didattica a distanza e bambini sempre più nervosi a casa, scoraggia i genitori non solo per l’impegno giornaliero e il non sapersi districare con il proprio lavoro ma, soprattutto con l’alienazione dei bambini da un ambiente importante per loro come è la scuola.
Tuttavia, per non scoraggiarsi e vedere il dramma dove, forse non esiste, 4 consigli psicologici suggeriti dal NewYorkTimes per mamma e papà.
Uno dei modi suggeriti è quello di valutare il “trauma” da rientro a scuola dei propri figli non come una catastrofe o un vero dramma ma, bensì come un fatto piccolo. Questa paura percepita dai genitori viene vista come un trauma, e tale è, ma a differenza dei traumi a “grande T” come, per esempio possono essere le catastrofi naturali o la perdita di una persona cara, questi traumi devono essere visti come traumi a “piccola T”, ovvero di categoria inferiore, quindi meno drammatici.
Quando si vive un trauma a piccola T, quello che si attiva nell’inconscio è l’evitamento del pensiero.
Viene catalogato come non così grave perché si è capito come sopravvivere a esso. Ma questo evitamento può finire per ritorcersi contro e mettere a rischio di maggiore ansia nel lungo periodo. Ciò che mamma e papà dovranno fare, dunque, è consentirsi di prepararsi emotivamente per un evento traumatico, come può essere la chiusura di una scuola, in un ambiente controllato. Questo modo non solo aiuterà a prevenire un crollo futuro, ma potrebbe anche aiutare a guarire alcune ferite persistenti dagli eventi dell’anno scorso.
La flessibilità psicologica non è altro che l’abilità di una persona a sviluppare una relazione più rilassata con i propri pensieri e i sentimenti che si vivono. In questo modo non si permette ai pensieri negativi di controllare ciò che ci circonda e, dunque, la realtà vissuta.
La differenza tra un genitore che ha una flessibilità psicologica da un’altro che, al contrario, ha un’inflessibilità si riconosce dai pensieri e domande che genera riguardo una data situazione imprevista e, all’apparenza, negativa.
Il genitore con inflessibilità potrebbe identificarsi con tale affermazione:
Quando ho un pensiero spiacevole sulla scuola, so che rimarrà con me per tutto il giorno;
Mentre, un genitore che pratica la flessibilità potrebbe identificarsi con questa affermazione:
Quando ho un pensiero angosciante sulla scuola, cerco di riconoscere che è solo un pensiero in un mare di tanti altri.
Se il genitore si renderà conto di rientrare nella prima categoria, dovrà prendere nota mentale dei propri pensieri ed esercitarsi al fine di riformulare il proprio discorso interiore in un linguaggio meno drastico ma, per l’appunto, più flessibile.
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Lasciare andare la tensione su domande o affermazioni che sorgono spontaneamente e a cui non si ha, ad oggi, una risposta scientifica concreta è un modo per liberarsi delle paure genitoriali. Quando una mamma o un papà iniziano a porsi domande o sottolineare fatti deprimenti del tipo:
Non ruminarci su e, invece, arrendersi alla verità può portare sollievo immediato.
Riconoscere i veri sentimenti è un buon modo per trovare un significato al trauma che si sta vivendo e avere, così, meno paure per i genitori che hanno bambini in procinto di iniziare un nuovo percorso scolastico.
Invece di rivolgersi alla disperazione per un vaccino non ancora pronto per i minori di i 12 anni, oppure per le possibili conseguenze di una nuova variante Covid, i genitori si pongono domande diverse e più produttive come per esempio:
Porsi queste domande fa nascere nel genitore la curiosità verso la loro stessa sofferenza, ottenendo una visione più profonda. Il risultato di queste domande è, che alla fine, molti genitori, riescono a trovare un significato nel trauma.
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