In Italia vengono diagnosticati all’anno circa 3.800 nuovi casi di cervico-carcinoma con una mortalità annuale pari a circa 1.800 donne. Il cervico–carcinoma è un tumore epiteliale maligno che colpisce il collo dell’utero. Questa forma di tumore, se diagnosticata nelle sue fasi iniziali, è guaribile. Per questo motivo l’individuazione tempestiva delle donne a rischio tramite un esame ad hoc è di fondamentale importanza per rilevare possibili lesioni precancerose e intervenire di conseguenza.
Non c’è dubbio – afferma Sergio Pecorelli, Cattedra di Ginecologia Oncologica, Università degli Studi di Brescia – che il dato di circa 25.000 nuovi casi all’anno di cervico-carcinoma nei 15 Paesi dell’Unione Europea, nonché dei 3.800 casi in Italia, rappresenta un fenomeno tanto assurdo quanto preoccupante.
Il cervico-carcinoma, di cui ormai conosciamo tutto in termini epidemiologici, di fattori di rischio e di possibilità di prevenzione, sia secondaria che primaria, dovrebbe e potrebbe essere eradicato nei Paesi occidentali, Italia compresa, se solo si attuassero le norme preventive conosciute ormai da decenni. L’approvazione del programma di prevenzione oncologica in Europa, fermamente voluto dalla Presidenza Italiana, può rappresentare l’avvio di misure concrete per l’attuazione degli screening di popolazione in Italia.

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Secondo le stime della Commissione Oncologica Nazionale, in Italia il miglioramento della qualità degli screening potrebbe evitare 1.500-2.000 morti l’anno. Attualmente, prelievi inadeguati, insieme ad interpretazioni diagnostiche errate e a difetti di metodologia dei programmi di screening sono causa di dati di incidenza e mortalità ancora troppo elevati.

Il mondo scientifico punta oggi ad elevare la qualità degli screening così da ottenere migliori risultati diagnostici – afferma Gaetano Nardo, Responsabile Centro di Riferimento Regionale per la Promozione e il Controllo di Qualità in Colposcopia e del Trattamento delle Lesioni Screen Detected, Verona – Negli ultimi anni è stata introdotta una tecnica innovativa, la citologia su strato sottile, il ThinPrep Pap Test, con lo scopo di ridurre i limiti dello striscio convenzionale e gli errori di campionamento ad esso correlati.

L’esame citologico su strato sottile ha infatti dimostrato una superiore sensibilità diagnostica rispetto al Pap test convenzionale. Tale sensibilità consente di ottenere risultati diagnostici molto più soddisfacenti, una riduzione dei falsi negativi e soprattutto permette di individuare oltre il doppio delle lesioni squamose intraepiteliali, precursori del cervivo-carcinoma.

L’adozione del ThinPrep Pap Test in Veneto in occasione dello screening organizzato – aggiunge Gaetano Nardo – ha avuto lo scopo di valutare, su un campione di oltre 12.000 casi, l’accuratezza diagnostica di questa metodica. I risultati ottenuti con questo sistema di screening hanno evidenziato, rispetto alla metodica classica, una triplicazione di diagnosi di lesioni di basso grado (LSIL) e una riduzione dell’85% di campioni insoddisfacenti. Quest’ultimo aspetto non è da trascurare poiché incide positivamente sui costi della sanità pubblica evitando un ulteriore riesame delle pazienti.

La metodica ThinPrep Pap Test è attualmente adottata dai laboratori di Anatomia Patologica Ospedalieri di molte regioni italiane oltre che da alcuni laboratori privati. Ad oggi i centri sono circa 100 e sono dislocati su quasi tutto il territorio nazionale.

Come funziona il ThinPrep Pap Test

Il prelievo del campione ginecologico da parte del clinico avviene utilizzando gli appositi dispositivi (spatola in plastica e Cytobrush) che, invece di essere strisciati su un vetrino da microscopio, vengono immersi e risciacquati in una fiala pre-riempita con una soluzione (PreservCyt). Il campione ThinPrep viene poi inserito all’interno di un processore, dove è sottoposto alle fasi di dispersione, raccolta e trasferimento. Tale processo permette di separare le cellule dai detriti non diagnostici (sangue, muco, etc.) creando un campione rappresentativo, chiaro, uniforme e riproducibile. Il ThinPrep permette inoltre di effettuare altri test (ad es. test per HPV) riutilizzando la stessa fiala, senza dover richiamare la paziente per un ulteriore prelievo.

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