Prendersi cura dei propri bambini, specialmente nelle primissime settimane e mesi di vita, è l’obiettivo di ogni genitore. Obiettivo che si persegue da sempre secondo le abitudini, le culture e le scoperte scientifiche del periodo e del luogo, tanto che oggi alcune usanze del passato appaiono ai nostri occhi obsolete, inutili o addirittura dannose.

In realtà, come spesso accade, anche le pratiche che oggi appaiono più bizzarre hanno un fondo di verità che non va certamente deriso e, anzi, può essere recuperato. Come nel caso dello swaddling, il contenimento del neonato tramite la sua fasciatura.

Nell’antichità e per diversi secoli questa pratica è stata ampiamente utilizzata (non a caso di parla di “bambini in fasce”), per poi cadere in disuso ed essere vista con una certa diffidenza. Negli ultimi anni l’uso di fasciare i neonati nei primi anni di vita ha ripreso interesse, tanto che sono molti i genitori che si interrogano sullo swaddling, chiedendosi se sia utile come si dice o, invece, sia inutile e addirittura dannoso.

Cos’è lo swaddling?

Per swaddling, termine inglese che letteralmente significa “fasciatura”, si intende la pratica di avvolgere delicatamente il neonato con lo scopo di tranquillizzarlo e rilassarlo. Questo avviene grazie alla sensazione di contatto rassicurante che le fasciature sono in grado di offrire, facendo rivivere al neonato le sensazioni di protezione che aveva all’interno dell’utero materno.

Swaddling, come si fa

La pratica dello swaddling non fa altro che ripetere quanto avviene istintivamente quando si prende in braccio il bambino e lo si coccola. La fermezza e il senso di avvolgimento e protezione delle braccia dei genitori, infatti, rilassa e tranquillizza il neonato che, altrimenti, ha paura del vuoto.

La fasciatura, quindi, avviene avvolgendo il piccolo utilizzando un lenzuolo o una coperta morbida, leggera e traspirante. La tecnica dello swaddling (in commercio si trovano anche tessuti destinati esclusivamente a questo scopo) si esegue posizionando il lenzuolo completamente disteso su una superficie piana (il letto o il fasciatoio) prendendo poi l’angolo superiore e piegandolo verso il basso.

Si posiziona quindi il neonato con la testa sopra il margine appena piegato. A questo punto si mette il bambino su un fianco e lo si avvolge con le due estremità laterali del lenzuolo, per poi lasciarlo in posizione supina. Nella fasciatura è fondamentale che le gambe del neonato siano avvolte non in maniera troppo stretta, consentendogli di muoverle e distenderle. La testa del bambino deve rimanere scoperta, mentre il resto del corpo rimane avvolto dalla fasciatura.

I benefici dello swaddling

Perché praticare lo swaddling? Abbiamo già detto dei vantaggi in termini di rilassamento e protezione; questi si traducono anche in capacità di prevenire i risvegli provocati dal riflesso di sussulto. Le prime settimane di vita del bambino (lo swaddling è infatti raccomandato nei primi due mesi) sono infatti una sorta di “fase di transizione” tra la vita intrauterina e quella fuori dall’utero materno.

C’è quindi un periodo di adeguamento a tutti i cambiamenti (climatici, sonori, eccetera) che può essere utile supportare adeguatamente. In questo senso lo swaddling è utile per favorire il sonno e per ridurre il rischio della SIDS (la morte in culla), impedendo che il bambino si metta a pancia in giù nel lettino.

La fasciatura risulta quindi utile per limitare gli stati di agitazione e reazione ai rumori esterni che possono interrompere il sonno del bambino.

Swaddling: i rischi

Non ci sono studi che confermino o smentiscano i benefici dello swaddling, ed è quindi doveroso che i genitori siano consapevoli anche dei rischi legati a questo tipo di pratica, così come delle precauzioni per eseguirla in totale sicurezza.

È innanzitutto doveroso prestare attenzione che la fasciatura non sia troppo stretta in quanto può provocare una dislocazione dell’anca o una lussazione. Bisogna poi verificare la temperatura del neonato non sia troppo alta, motivo per cui lo swaddling è sconsigliato durante l’allattamento, in quanto il bambino tende a sudare molto mentre è attaccato al seno.

Una scorretta fasciatura potrebbe anche ridurre il pianto del neonato. Questo è un rischio perché è solo tramite il pianto che il neonato comunica con il mondo esterno. L’attenzione alla fasciatura deve essere elevata anche per evitare che il bambino, nel tentativo di muoversi, riesca a liberarsi e possa trovare nel lenzuolo o nella coperta utilizzata per lo swaddling un ostacolo che possa rappresentare un rischio di soffocamento.

In linea generale l’indicazione è sempre quella di monitorare il riposo del proprio bambino per controllare che la sua reazione alla fasciatura sia positiva e rappresenti uno strumento utile per il suo riposo e non un’occasione di pericolo. Per questo è importante non proseguire con lo swaddling oltre il secondo mese di vita, periodo nel quale il neonato inizia a rotolare e durante il quale la fasciatura risulterebbe una costrizione e non una consolazione.

Una valida alternativa, da utilizzare sempre con grande attenzione e cura, anche in relazione all’età del bambino, può essere quella del babywearing, quindi dei marsupi e delle fasce da avvolgere intorno alle spalle dei genitori. Anche questi strumenti si fondano sui benefici derivati dal contatto tra il neonato e il petto dei propri genitori.

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