Il 25% dei bambini con meno di 5 anni soffre di disturbi del sonno. Questi i numeri della Società Italiana di Pediatria (SIP) mentre l’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer riferisce che il sonno dei figli nei primi mesi di vita è una delle cause più frequenti per le quali i genitori ricorrono al pediatra.

Le stime parlano infatti di un fenomeno che interessa il 15-35% dei neonati tra i 6 e i 24 mesi ed è associato a depressione materna, disturbo del sonno dei genitori, interruzione nella relazione genitore-figlio e problemi comportamentali successivi del bambino.

La consapevolezza che si tratta di una condizione comune a tanti genitori non è risolutiva di una realtà che ha forti ripercussioni anche sulla qualità della vita dei genitori.

Il sonno disturbato nei neonati, infatti, oltre a essere un motivo di preoccupazione sullo stato di salute del bambino è anche un ostacolo al riposo degli adulti con tutte le ripercussioni che questo comporta.

Le cause del sonno disturbato nei neonati

Ma perché i neonati hanno il sonno disturbato? Innanzitutto chiariamo quali sono i disturbi del sonno: insonnia, parasonnie, disturbi del ritmo circadiano, disturbi respiratori nel sonno, disturbi del movimento legati al sonno e ipersonnie.

Il neonato impara l’abilità comportamentale del sonno così come apprendere qualsiasi altro comportamento. Qualsiasi elemento che interrompa o ostacoli questo processo di maturazione può portare ai frequenti risvegli dal sonno.

Nei primi tre mesi di vita il neonato dorme, spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dalle 15 alle 20 ore al giorno. I neonati dormono così tanto per l’immaturità del sistema nervoso centrale e inizialmente non hanno un riferimento al giorno o alla notte. Dalla quarta-sesta settimana di vita molti neonati, riferisce il Manuale MSD, hanno un ciclo di 4 ore di sonno e 4 ore di veglia.

Solo verso il quarto mese rispettano il ritmo giorno-notte ed entro il primo anno dormono dalle 8-9 ore consecutive per notte. Questo è l’andamento generale, nel quale poi subentrano una serie di fattori che possono ritardarlo o condizionarlo rendendo il sonno disturbato. Ci sono diversi fattori che, specialmente nel primo anno di vita, possono influenzare il sonno:

  • ansia da separazione;
  • il neonato impara a muoversi da solo (rotola, si mette seduto, eccetera);
  • fare sonnellini pomeridiani anche lunghi;
  • incubi notturni;
  • sovrastimolazione prima di andare a dormire;
  • dentizione.

Sono poi da considerare anche i fattori genetici, l’ordine di nascita (i disturbi del sonno sono più frequenti nei primogeniti e nei figli unici), questioni ambientali (depressione materna, tensioni familiari, eccetera) e modalità di alimentazione (i neonati allattati al seno nel primo anno di vita hanno più probabilità di sperimentare disturbi del sonno).

Vanno poi considerati anche gli errori commessi dai genitori nella gestione dei risvegli notturni tenendo conto che questi ricevono spesso consigli contrastanti che li lasciano incerti sulla gestione. In questo quadro rientra il co-sleeping, che sebbene sia sconsigliato da molte autorità mediche e pediatriche, è per molti genitori inevitabile per riuscire a dormire in maniera decente la notte tanto da poterlo considerare come forma di sopravvivenza.

La Società Italiana di Pediatria aggiunge anche tra gli errori quello di accorrere subito e prendere in braccio il neonato. Il Manuale MSD riporta i risultati di uno studio che mostra la possibilità di un’associazione tra disturbi del sonno ed episodi di reflusso gastroesofageo.

Infine, ma non meno importante, bisogna considerare che il neonato in alcune fasi della sua crescita va incontro a fisiologiche regressioni del sonno e che qualsiasi cambiamento (trasloco, evento traumatico, nuova esperienza, eccetera) può avere ripercussioni sulla qualità del riposo.

Come prevenire un sonno agitato?

Partiamo da un elemento noto ma che è importante sempre ricordare: ogni bambino è diverso e anche per quel che riguarda il sonno non segue regole universali. A questo proposito i consigli qui riportati vogliono essere uno strumento di supporto per i genitori e non una fonte di colpevolizzazione e disagio.

Alcuni consigli utili per migliorare la qualità del sonno nei primi mesi di vita prevedono:

  • non svegliarlo per allattarlo a orari fissi;
  • riconoscere i segnali che favoriscono la sua autoregolazione;
  • prevedere un ambiente tranquillo (lontano da rumori e luci forti) dove far dormire il bambino;
  • non stimolarlo prima dell’addormentamento;
  • non attendere che sia esausto prima di iniziare l’addormentamento;
  • aiutarlo a prendere sonno (cullarlo, sussurrargli una ninnananna, accarezzarlo, massaggiarlo).

L’adozione di questi accorgimenti nel primo anno di vita è utile anche in un’ottica di prevenzione per evitare che il bambino acquisisca delle abitudini errate che rendano più difficile con la crescita raggiungere un’autonomia nell’addormentamento.

Come favorire il sonno dei neonati

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Fonte. iStock

L’igiene e la qualità del sonno dei neonati e dei bambini si fondano su una serie di regole e indicazioni che può essere utile provare a mettere in atto. In termini di sicurezza è innanzitutto necessario che il neonato dorma in posizione supina in una culla priva di oggetti e giocattoli per ridurre il rischio della SIDS.

Utile si rivela anche la creazione di una routine della buonanotte che rilassi il bambino e lo prepari all’addormentamento. La routine può prevedere il bagnetto e il leggere dei libri con l’obiettivo di tranquillizzarlo.

Molto importante è, man mano che il bambino cresce e – complice anche l’inserimento al nido – acquisisce una sua routine quotidiana, rispettare l’orario di addormentamento, farlo addormentare sempre nello stesso ambiente, separare l’allattamento dall’addormentamento, non dare latte o acqua prima di dormire e regolare la quantità di luce della stanza dove dorme riducendola il più possibile durante la notte.

Quando è il caso di preoccuparsi?

L’attenzione verso il sonno disturbato dei neonati è duplice: sia verso i genitori che verso i bambini. Nei confronti di questi ultimi il sonno disturbato ha conseguenze, soprattutto con il passare degli anni, di disattenzione, sonnolenza, disregolazione del comportamento, aumento del rischio di sviluppare ADHD, disturbi depressivi e disturbo oppositivo-provocatorio.

Il ricorso a uno specialista del sonno o a uno psicologo dell’età evolutiva può essere sempre utile anche come supporto e conforto per i genitori. Dal punto di vista prettamente medico il sonno disturbato dei bambini diventa motivo di preoccupazione quando questo ha ripercussioni sulla loro qualità della vita, se ci sono altri segni o sintomi e se, ancora, tali disturbi persistono per tanto tempo senza che nessun rimedio abbia efficacia.

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