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Perchè quanto il bambino dorme ha dei movimenti improvvisi e inspeigabili? Parliamo del mioclono benigno del sonno, una condizione legata allo sviluppo neurologico e motorio del neonato.
Il mioclono è un insieme di movimenti molto rapidi, ripetuti e solitamente non ritmici. Ne esistono due diverse tipologie: mioclono positivo e mioclono negativo. Nel primo caso la contrazione è improvvisa, mentre nel secondo è per effetto di un rilassamento di uno più muscoli. Questi movimenti simili a scatti nervosi nel sonno del neonato possono essere sincroni (più muscoli che si contraggono simultaneamente in una sequenza prevedibile) o asincroni (più muscoli che si contraggono in maniera non prevedibile).
Parliamo di una condizione considerata benigna (mioclono benigno del sonno neonatale) che inizia durante la prima settimana di vita, diminuisce intorno al secondo mese e tende a scomparire entro il primo anno di vita. Il mioclono del sonno è considerato fisiologico al pari di altri movimenti rapidi, ripetuti e improvvisi come sono quelli del singhiozzo.
Gli scatti nervosi nel sonno del neonato interessano prevalentemente le braccia, le gambe e il busto e a differenza di condizioni più serie (come il sonnambulismo o altri disturbi del sonno) in questo caso i movimenti sono semplici e ripetitivi.
Comunemente si pensa che gli scatti nervosi nel sonno del neonato siano la conseguenza di ciò che sta sognando. In realtà gli studi condotti in materia sembrano ricondurre questo fenomeno a uno sviluppo delle capacità motorie.
Un aspetto fondamentale per riconoscere questo fenomeno ed escludere altre condizioni che hanno segni simili ma che possono rappresentare un disturbo, è che gli scatti nervosi si verificano esclusivamente durante il sonno e si interrompono quando il bambino si sveglia.
Come detto questi scatti nervosi sono legati allo sviluppo neurologico del neonato, motivo per cui tendono a ridursi e a sparire con il passare dei mesi. Il corpo umano è infatti dotato di un sistema sensomotorio per cui vi è un’interazione tra l’attività dei muscoli e il sistema nervoso. Sembrerebbe esserci un collegamento tra la parte del corpo coinvolta nelle contrazioni dello scatto nervoso e l’abilità motoria che il bambino sta acquisendo.
Tanto per fare un esempio sembrano infatti esserci delle correlazioni tra le contrazioni del collo durante il sonno e la capacità che il neonato acquisisce di iniziare a mantenere la testa dritta quando sono svegli. Le contrazioni del corpo durante il sonno attivano circuiti neurologici che contribuiscono ad aiutare il neonato a capire come utilizzare i propri arti.
È possibile immaginare questi scatti nervosi nel sonno dei neonati come l’effetto della crescita dei bambini in quanto l’organismo sta sincronizzando le proprie strutture motorie e rafforzare le connessioni neurali.
Come abbiamo visto questo tipo di fenomeni è considerato fisiologico e non è associato a problemi o anomalie neurologiche. Anche in relazione alla risoluzione spontanea con il passare del tempo gli scatti nervosi non richiedono alcun tipo di trattamento. Si può sottoporre la questione al proprio pediatra per escludere altre condizioni, ma in generale se durante la veglia il neonato non manifesta comportamenti anomali o irritabilità non vi è motivo di temere complicazioni. L’unica accortezza che si può valutare è quella di modificare o migliorare l’ambiente (culla, letto, eccetera) nel quale il bambino dorme in modo che gli scatti nervosi non costituiscano un pericolo per la sua incolumità.
Gli scatti nervosi delle mioclonie benigne nel sonno del neonato possono essere confusi con i sintomi di condizioni più gravi che meritano di essere monitorate, diagnosticate e adeguatamente trattate. Il primo elemento da monitorare riguarda il momento in cui queste mioclonie si verificano. Se si manifestano solamente di notte e non hanno effetti sullo sviluppo del bambino rientrano tra quei fenomeni benigni di cui abbiamo parlato.
Se i movimenti si verificano anche di giorno e sono simili a convulsioni, si può essere in presenza di epilessia o spasmi infantili, ma anche come effetto di uno stato febbrile o di un trauma. Qualunque tipo di danno cerebrali che si verifica prima o dopo la nascita può avere come conseguenza uno spasmo infantile.
Lo spasmo infantile, a differenza del semplice scatto nervoso, è una realtà che si verifica prevalentemente di giorno e che è associata a ipsaritmia, ovvero un’alterazione alterazione patologica (attività lenta e molto ampia dell’attività bioelettrica) del tracciato elettroencefalografico.
Tra queste rientra anche la Sindrome di West, una condizione che può dipendere da condizioni genetiche, mancanza di ossigeno al cervello, infezioni o lesioni cerebrali, disturbi del metabolismo o carenza di vitamina B e che può condizionare il sistema nervoso autonomo del bambino. Durante gli spasmi il bambino può diventare pallido o di colore rosso, sudare, avere le lacrime agli occhi o avere un respiro o un battito cardiaco più veloce o più lento.
Nei bambini affetti da Sindrome di West il raggiungimento delle tappe fondamentali dello sviluppo potrebbe essere più lento. In questi casi il trattamento riguarda la gestione degli spasmi riducendone il numero e la durata.
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