Dall’osservazione delle feci dei bambini (ma anche degli adulti) è possibile ottenere importanti informazioni sullo stato di salute di quel paziente. È quello di cui si occupa la scala di Bristol, uno strumento che, come riferito in questo studio, offre un’eccellente affidabilità per valutare il tipo di feci individuali.

Cos’è la scala di Bristol?

Come anticipato la scala di Bristol è una rappresentazione grafica delle feci. È stata sviluppata, come spiega il portale WebMD, nel 1997 dallo studio condotto dai medici Stephen Lewis e Ken Heaton del Bristol Royal Infirmary nel Regno Unito.

Lo studio alla base di questo grafico ha permesso ai ricercatori di monitorare i tempi di digestione, la forma delle feci e il loro peso. Per condurre la ricerca, ad alcuni partecipanti in varie condizioni sono stati somministrati farmaci per modificare i tempi di digestione e la consistenza delle feci.

La scala di Bristol è uno strumento utilizzato ancora oggi dai medici per valutare i soggetti con problemi digestivi.

Perché classificare le feci?

Pur essendo un materiale di scarto le feci umane sono una realtà che fornisce importanti informazioni al medico che le osserva. Dalla loro consistenza o dalla frequenza con cui si defeca si possono sospettare fenomeni di stipsi o infiammazioni.

Scopo della scala di Bristol, spiega il MedicalNewsToday, è quello di identificare se il transito intestinale è sano. Se il passaggio delle feci avviene troppo velocemente o troppo lentamente, infatti, si potrebbe essere in presenza di un problema intestinale. Oltre alla forma, la consistenza, la frequenza e la velocità di transito, anche il colore delle feci è un elemento importante da considerare. Feci rosse o tendenti al nero possono contenere sangue, così come è importantissimo verificare l’eventuale presenza di muco.

Proprio per questo, come spiegato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), esiste un apposito test, la coprocoltura, che si occupa, mediante l’analisi delle feci, di identificare la presenza di germi patogeni all’interno dell’intestino che causano malattie responsabili di diarrea, vomito e crampi addominali gravi. Un organismo in salute, quindi, produce una determinata tipologia di feci che differiscono da quelle di un soggetto con disturbi o condizioni patologiche più o meno gravi.

La scala di Bristol, invece, è un metodo semplice, economico e veloce per classificare le feci senza ricorrere a test di laboratorio.

La scala di Bristol: tutti i tipi di feci

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Photo by england.nhs.uk

La scala di Bristol distingue 7 tipologie di feci. Nel documento dell’Associazione Italiana di Ostetricia (AIO) vengono così illustrate:

  • Tipo 1 – Grumi duri e separati tra loro, simili a noci (difficili da evacuare)
  • Tipo 2 – A forma di salsiccia, ma formata da grumi
  • Tipo 3 – A forma di salsiccia, ma con incrinature sulla superficie
  • Tipo 4 – A forma di salsiccia o serpente, lisce e morbide
  • Tipo 5 – Grumi morbidi con bordi ben definiti (evacuate facilmente)
  • Tipo 6 – Pezzi flocculari con bordi frastagliati, feci pastose
  • Tipo 7 – Acquose, prove di particelle solide. Completamente liquide

Le feci di tipo 1 e 2 possono indicare stitichezza; quelle di tipo 5 possono essere tendenti alla diarrea; quelle di tipo 6 e 7 il segno della diarrea. Le feci di tipo 3 e 4, invece, sono quelle tipiche dei soggetti sani.

Cosa cambia per neonati e bambini?

Durante la crescita le feci vanno incontro a una serie di cambiamenti di cui tenere conto. Una significativa novità arriva con l’inizio dello svezzamento con le feci che, per effetto dell’introduzione di cibi diversi rispetto al latte, diventano sempre più consistenti e con un colore e un odore gradualmente identici a quelli degli adulti.

Inoltre, spiega il portale WebMD, c’è differenza anche tra le feci di un neonato allattato al seno e di uno allattato con latte di formula. Solitamente, come riportato in questo studio, nelle prime 14 settimane i neonati hanno feci più morbide e frequenti rispetto ai bambini fino ai 4 anni dove diventano progressivamente più consistenti e meno frequenti.

Il Manuale MSD, parlando della stipsi nei bambini, segnala come dopo il primo anno la maggior parte dei bambini produca feci 1 o 2 volte al giorno, ma in alcuni casi l’evacuazione può avvenire anche solo ogni 3-4 giorni.

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