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Una tappa dello sviluppo fondamentale che se non raggiunta o non raggiunta in tempo può essere un segnale d'allarme da approfondire; ecco perché è importante sapere quando il neonato impara a girarsi da solo.
In questa prospettiva è utile approfondire quando si girano i neonati, in quanto questa è una delle prime abilità motorie che il neonato acquisisce.
Quando si parla di sviluppo motorio nei neonati è doveroso tenere presenti due elementi fondamentali. Il primo, riprendendo quanto riportato in un documento della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), è che lo sviluppo motorio è un processo che prevede l’intreccio, complesso e continuo, dello sviluppo non solo prettamente fisico ma anche sensoriale, cognitivo, relazionale, emotivo e sociale. Il secondo aspetto è che si tratta di una realtà estremamente individuale.
Lo sviluppo motorio, infatti, è condizionato sia da aspetti prettamente personali (come quelli genetici, fisici e caratteriali) ma anche da fattori ambientali legati al luogo in cui il neonato cresce e alle interazioni che i caregiver gli propone.
L’attenzione verso le fasi di sviluppo è tale in quanto in queste finestre temporali (0-3 mesi, 3-6 mesi, 6-9 mesi e 9-12/18 mesi) il bambino matura delle abilità che gli consentono di crescere correttamente e di acquisire quelle basi fisiche e mentali tali da permettergli di mantenere la posizione eretta e, poi, camminare da solo.
I disturbi dello sviluppo del bambino possono dipendere, quindi, sia da condizioni patologiche (malattie, disturbi, eccetera) che da proposte inadeguate da parte dell’ambiente circostante che non rispettano le sue esigenze. Per questo è importante che, anche per capire quando si girano i neonati, i caregiver non abbiano un atteggiamento di meri spettatori ma di collaboratori attivi.
Dal quarto-quinto mese i neonati iniziano a rotolare, ovvero a passare autonomamente dalla posizione supina a quella prona (e poi viceversa).
Questa capacità è fondamentale per permettere al neonato di sviluppare la forza muscolare, il controllo della testa e lo spostamento del proprio peso.
Anche se l’acquisizione delle prime tappe dello sviluppo appaiono spesso repentine, il neonato inizia a sperimentarle in maniera graduale. Già prima del quarto-quinto mese, infatti, il neonato tenta di rotolare, pur senza riuscirci, quando solleva sempre di più la testa e le spalle, prova a mettersi su un fianco e scalcia quando è in posizione prona. Per riuscire a rotolare e girarsi il neonato deve acquisire l’adeguata forza fisica nelle gambe e nei fianchi, ma anche la coordinazione, il controllo della testa e delle capacità motorie necessarie per gestire questa abilità.
Per favorire questa capacità si rivela utile il far passare al bambino, sempre sotto il controllo di un adulto, del tempo in posizione prona. È quello che viene chiamato tummy time, un’attività raccomandata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che suggerisce di praticarla per almeno 30 minuti al giorno. In questo modo il bambino imparerà non solo a rotolare, ma anche a gattonare e poi a stare seduto da solo.
Un aspetto importante è legato al lasciare che il bambino si muova autonomamente in quanto in questo modo acquisisce un controllo del proprio corpo e di ciò che può fare all’interno dello spazio in cui si trova.
Per aiutare il neonato a girarsi, il portale WebMD suggerisce di provare a metterlo in posizione prona non solo sul pavimento, ma anche sul petto o sulle ginocchia del caregiver. In questo modo il neonato vede il volto dell’adulto e si sente rassicurato e tranquillo di sperimentare. Un altro consiglio è quello per cui l’adulto si mette a livello del bambino, in posizione prona sul letto o sul pavimento, giocando, leggendo libri, cantando e facendo attività insieme a lui.
Inoltre può essere utile mettere il neonato sul fianco in modo che si trovi già a metà percorso e comprenda lo svolgimento di questo movimento.
È doveroso anche ricordare come il neonato che impara a rotolare rappresenta anche un rischio e un motivo di apprensione in più per i caregiver. Dal terzo-quarto mese in poi il neonato non va mai lasciato solo sul letto o sul fasciatoio in quanto potrebbe girarsi rapidamente. Discorso diverso, invece, per il sonno. Nei primi 3-4 mesi di vita la posizione prona è un fattore di rischio per la SIDS (la sindrome della morte in culla), ma quando il bambino rotola spontaneamente il pericolo è minore e non serve spostarlo continuamente in posizione supina; resta fondamentale l’evitare che nella culla restino oggetti che possano rappresentare un pericolo per il bambino.
Il rotolarsi e il girarsi sono tappe dello sviluppo che se non raggiunte o se raggiunte lentamente possono essere il segno di un ritardo psicomotorio. Un ritardo dello sviluppo può avere diverse cause; il Cleveland Clinic indica l’esposizione a tossine prima e dopo la nascita, il parto pretermine, un basso peso alla nascita, problemi di alimentazione, insufficiente ossigeno alla nascita, infezioni croniche dell’orecchio, problemi alla vista e gravi traumi. Anche alcune condizioni genetiche, aggiunge il portale WebMD, come la distrofia muscolare e la sindrome di Down, possono causare un ritardo nello sviluppo.
Il Medical NewsToday riporta come i bambini prematuri, sebbene acquisiscano questa abilità più lentamente, tendono poi a recuperare. Inoltre viene riportato come, se i neonati rotolano molto presto o hanno movimenti incontrollati, potrebbe essere il segno di paralisi cerebrale.
Il pediatra, durante il bilancio di salute dei 6 mesi (il terzo dopo la nascita), verifica proprio la capacità del bambino di rotolare. Questi controlli periodici, più frequenti nel primo anno di vita, servono proprio a intercettare rapidamente qualsiasi segnale di allarme e sottoporre il caso a un neuropsichiatra infantile che possa valutare la presenza di anomalie e condizioni che spieghino perché il neonato ancora non si è girato e valutare il percorso da intraprendere per consentire al bambino di recuperare e raggiungere questa importante tappa dello sviluppo.
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