
Cosa vedono i neonati quando nascono? E quando iniziano a riconoscere i volti, i colori e le forme? Parliamo della vista dei neonati e di come camb...
Un neonato dimostra affetto anche senza parlare, e in molti modi inequivocabili: come riconoscere quando ti sta "dicendo" che ti vuole davvero bene.
Fin dai primi giorni di vita il neonato risponde, a modo suo, agli stimoli sonori, olfattivi e visivi che arrivano dalle persone che gli stanno accanto, mamma e papà in primis. E se all’inizio il rapporto è fondato soprattutto sull’istinto, con il passare del tempo la relazione si fa più consapevole.
Ma quand’è che il neonato inizia a esprimere vero e proprio affetto per i genitori? Quando inizia a riconoscere mamma e papà ? Ecco i segnali per riconoscere l’affetto del neonato.
Lo sviluppo della vista del neonato è graduale, e nelle prime settimane di vita non vede molto lontano. Per questo impara innanzitutto a riconoscere le persone che gli stanno più vicine più a lungo. Inizia a riconoscere il volto della mamma e del papà , a mettere a fuoco lo sguardo e quindi a mantenere il contatto visivo.
In qualche modo “studia” il viso dei genitori e, con il tempo, impara a leggerlo, decifrando le emozioni che vi compaiono. È un percorso di conoscenza reciproca: nello stesso momento anche mamma e papà imparano a riconoscere le espressioni facciali del bambino, una materia in cui diventeranno tutti molto, molto bravi.
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È un momento di grande tenerezza: il sorriso di un bambino ha un forte potere, che “cattura” tutti coloro che gli stanno vicini e riceve in cambio una gran quantità di sorrisi adulti. Solitamente i bambini iniziano a sorridere intorno alle 6-8 settimane di vita. Perché sorridono? Per far sorridere gli altri. Una risposta sorprendente, data dallo studio pubblicato sulla rivista Plos One alcuni anni fa, secondo cui il sorriso dei neonati dipende proprio dal naturale desiderio di “far sorridere”.
Un bambino con il tempo impara anche a riconoscere le persone più vicine: riconoscono la voce della mamma e del papà perché le hanno sentite già nella pancia, conoscono i volti, le espressioni, i movimenti dei genitori, gli odori. Secondo un altro studio, se a un bambino viene offerto di scegliere tra il seno della madre e quello di un’estranea solo a partire dall’olfatto la sua scelta cadrà senza dubbio su quello della mamma. Quando inizia a emettere versi (la lallazione) risponde agli stimoli sonori.
Prima che i bambini imparino a parlare emettono suoni e ripetono sillabe; è la lallazione, uno step fondamentale per "imparare" a parlare.
Allo stesso modo inizia a reagire molto presto anche alla voce della mamma, la più familiare. Anche se si trova in braccio a qualcun altro, non appena sentirà la voce della mamma si gira in quella direzione.
Quando ti allontani ti segue (e sarà ancora di più così quando inizierà a gattonare e a muovere i primi passi in modo autonomo). Se la mamma o il papà scompaiono dal suo campo visivo li cerca, sporgendosi o girando lo sguardo per ritrovarli. E quando tornano nel suo campo visivo il suo viso regala espressioni di gioia. Quando inizia a parlare e a camminare, invece, il suo cercare la mamma e il papà sarà ancora più evidente (e, per lui, più facile): braccia tese a cercare un abbraccio e primi passi traballanti in direzione dei genitori sono alcune delle prove più evidenti del suo affetto.
E cosa succede quando il bambino mostra di preferire un genitore rispetto all’altro? Certamente non si tratta di una “gara”, né di una conferma della propria “superiorità ” nell’accaparrarsi il bene del proprio figlio rispetto all’altro genitore. È piuttosto un passaggio fisiologico: soprattutto nelle prime settimane e nei primi mesi di vita la “preferita” del bambino è spesso la mamma, mentre nei mesi seguenti la preferenza si può spostare sul papà , per poi tornare alla mamma e così via.
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Non è un percorso lineare ma piuttosto circolare, e non bisogna scoraggiarsi se il proprio figlio dimostra di preferire l’altro genitore.
La mamma non può stare, per ovvi motivi, sempre con il bambino: durante le separazioni, che sia per la nanna, per il lavoro o semplicemente perché si trova in un’altra stanza, il bambino cercherà affetto e consolazione negli oggetti, come ad esempio un doudou o un ciuccio: il primo serve per aiutarlo durante la nanna, il secondo invece riproduce il gesto della suzione del seno e fa sentire il bambino “al sicuro” anche quando la mamma non c’è.
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