Il rumore prodotto nel naso e nella gola durante il sonno (questo è il russamento) è una condizione comune ma lo è, prevalentemente, negli adulti e nelle persone anziane. Eppure anche i bambini e in modo particolare anche i neonati, anche se meno comunemente, possono andare incontro a una condizione di questo tipo.

Cosa fare quando c’è un neonato che russa? Quali le cause? Quali le possibili conseguenze?

Perché alcuni neonati russano?

Circa un terzo dei neonati nei primi sei mesi di vita presenta una respirazione rumorosa. È una condizione, precisa la Sleep Foundation, che si può manifestare in diverso modo: raffreddore, stridore e respiro sibilante. La differenza è data sostanzialmente dalla causa che provoca il suono rauco che si verifica durante il sonno.

Il neonato che russa è la conseguenza del rilassamento dei muscoli delle vie aeree superiori che le ostruiscono causando la vibrazione dell’aria quando le attraversa. Nonostante questo la maggior parte dei neonati che russano respirano tranquillamente senza problemi, ma in altri casi il restringimento è così significativo che richiede una maggiore attenzione.

Tra i fattori che possono aumentare il rischio che un neonato russi ci sono:

È importante anche distinguere tra le diverse tipologie di suoni che un neonato può emettere durante il sonno. In caso di sibilo questo è un suono musicale che si verifica durante l’inspirazione o l’espirazione ed è una condizione che interessa circa la metà dei neonati nel primo anno di vita. Il respiro sibilante può essere dato da un’infezione alle basse vie respiratorie o da problemi strutturali nelle vie aeree inferiori.

C’è poi lo stridore che, similmente al russare, si verifica a causa della riduzione del flusso d’aria nelle vie aeree superiori. È un suono monotono acuto che si verifica sia durante l’inspirazione e l’espirazione e interessa prevalentemente i neonati con anomalie strutturali delle vie aeree superiori.

I neonati con infezioni alle vie respiratorie o con patologie polmonari possono emettere un suono crepitante durante la respirazione, mentre il respiro ansimante o come da soffocamento sono i segni di una possibile apnea notturna ostruttiva.

Discorso diverso, invece, per la laringomalacia. Si tratta di un’inspirazione rumorosa (stridore) dovuta all’anomalia congenita della laringe. Comunemente si risolve spontaneamente nei primi due anni di vita o si rende necessario l’intervento chirurgico.

Quando il russamento è considerato normale

Se è vero che circa il 3-9% dei neonati entro i 3 mesi russa regolarmente è altrettanto vero che il russare dei neonati è raro e molto più frequentemente il suono emesso è di altra natura. Per aiutare i genitori a comprendere quando il neonato che russa è normale e quando, invece, vi è da preoccuparsi torna utile quanto riportato nell’articolo pubblicato sulla rivista Medico e Bambino. Qui, infatti, si legge che il russare

“Quando saltuario e non accompagnato da altri reperti, viene definito respiro russante primario o benigno”. Se, invece, è “abituale e continuo, sarebbe già di per sé patologico e pertanto definito respiro russante non primario”.

I bambini che russano abitualmente, prosegue l’articolo, hanno maggiore probabilità di andare incontro a sonno agitato, iperattività o sonnolenza diurna e generalmente vanno incontro a problemi ortodontici a causa delle deformazioni della mascella e della mandibola.

A essere attenzionati, quindi, sono la qualità del sonno e il conseguente stato diurno del bambino. Se il russamento è lieve, non ostacola il riposo e soprattutto non è accompagnato da altri sintomi e segni può essere considerato normale.

Se, invece, al contrario il neonato presenta una colorazione bluastra della pelle, non si allatta correttamente, respira più lentamente del solito o mostra altri segni di respirazione difficoltosa è necessario approfondire la causa rivolgendosi al proprio medico.

I problemi respiratori associati al russamento

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Fonte: iStock

La Fondazione Veronesi spiega come nel capo dei problemi respiratori associati al russare si possono avere diverse condizioni:

  • russamento semplice (che si verifica non più di due notti a settimana senza conseguenza)
  • russamento sintomatico (condiziona negativamente la qualità della vita del bambino)
  • sindrome delle aumentate resistenze respiratorie (dove il russamento va in crescendo e termina con sbuffi e risvegli notturni dati dallo sforzo respiratorio)
  • ipopnea ostruttiva (riduzione del 50% del flusso aereo per meno di 10 secondi), fino alla sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno (la cosiddetta OSAS).

A proposito dell’OSAS è doveroso specificare che si tratta di una condizione che interessa prevalentemente i bambini tra i 2 e i 5 anni e che il russamento non è l’unico sintomo. Altri segnali sono il sonno agitato, le pause durante la respirazione, la sudorazione notturna e i movimenti del torace e dell’addome non coordinati durante il sonno. Parallelamente di giorno il bambino ha mal di testa, difficoltà di concentrazione e attenzione, maggiore irritabilità e secchezza della bocca.

Il russamento, specialmente se rumoroso, è inoltre uno dei possibili segnali che il bambino respira con la bocca. È un fenomeno che se non corretto può dare diverse complicazioni che sono soprattutto conseguenza dell’introduzione nell’organismo di aria non filtrata (come avviene, invece, per quella che passa dal naso) e il rischio maggiore di sviluppare allergie e altri disturbi.

Va anche segnalato, come riportato in questo studio, dell’associazione tra russamento e comportamento diurno nei neonati di 2-4 mesi. Lo studio, infatti, ha individuato come la respirazione rumorosa durante il sonno possa essere associata a specifici disturbi comportamentali.

Come aiutare un neonato che russa a respirare meglio

Per migliorare il sonno di un neonato che russa è necessario intervenire sulla causa responsabile del fenomeno. In generale è sicuramente utile evitare di fumare in presenza dei bambini o farli dormire in ambienti nei quali si è fumato.

Parallelamente può essere utile ricorrere ai lavaggi nasali per tenere le vie aeree pulite e nelle forme più importanti nelle quali ci sono dei disturbi respiratori si valuta il ricorso ai broncodilatatori e alla somministrazione di ossigeno.

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  • Neonato (0-1 anno)