
Come funziona, quanto dura, come affrontarlo al meglio: ecco tutti i nostri consigli per vivere bene l'ambientamento al nido d'infanzia.
Meglio l'asilo nido o il micronido? Ecco tutte le risposte per capire quali sono le differenze e quale struttura è la più adatta (oltre a qualche consiglio per chi vuole aprire una struttura di questo tipo!)
Ecco tutte le risposte e qualche informazione per chi, invece, sta pensando di aprire una struttura di questo tipo.
Come è facilmente intuibile dal nome, il “micronido” è un servizio di assistenza all’infanzia che si differenza dalle strutture tradizionali perché ha una minore capacità ricettiva.
Rivolto a bambini dai 3 ai 36 mesi, può ospitare fino a un massimo di 10 bambini (anche se in alcuni casi è possibile aumentare il numero del 20%). L’orario minimo di apertura è normalmente di 6 ore al giorno.
Il micronido può essere allestito anche all’interno di aziende o di abitazioni private, purché rispetti i requisiti stabiliti e riceva il nulla osta all’apertura da parte del Comune.
La differenza principale è, appunto, la diversa capacità di accoglienza: come abbiamo visto, i micronidi non possono accogliere più di 10 bambini mentre negli asili nido il numero può variare e, in alcuni casi, può essere sensibilmente più elevato, generalmente fino a 60 posti (+15%).
Come funziona, quanto dura, come affrontarlo al meglio: ecco tutti i nostri consigli per vivere bene l'ambientamento al nido d'infanzia.
Poiché anche il nido garantisce i servizi di mensa e riposo pomeridiano, mantiene gli stessi requisiti strutturali, organizzativi e funzionali del nido d’infanzia.
Il numero ridotto di bambini può permettere ai piccoli di seguire maggiormente i propri ritmi individuali e di avere una presenza più costante. Inoltre, spesso i micronidi possono garantire ai genitori una maggiore flessibilità oraria.
Rispetto ai nidi tradizionali, però, le persone che si occupano dei bambini potrebbero non avere una preparazione professionale equiparabile e talvolta gli spazi, sebbene rispettosi degli standard di qualità, possono essere più ristretti.
Non c’è una soluzione migliore: molto dipende da cosa cercano i genitori e dall’offerta delle singole strutture.
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La Legge 1044/71 è il testo di riferimento per l’apertura di un micronido. È poi il Comune – e in particolare lo Sportello per le Attività Produttive – che deve quindi verificare che le strutture rispettino gli standard e accreditare quelle che hanno i requisiti, al fine del rilascio dell‘autorizzazione all’apertura, che ha una durata di 3 anni.
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Per poter aprire un micronido, gli educatori devono essere in possesso di:
È possibile aprire un micro nido anche in assenza dei requisiti: in questo caso, è necessario assumere come direttore una persona che li abbia.
Il personale ausiliario presente nel micronido deve aver conseguito la licenza della scuola dell’obbligo, mentre quello addetto alla cucina deve possedere un attestato di qualifica specifico.
Come spiega l’Architetto Michele Lepore, la struttura di insediamento deve garantire le seguenti caratteristiche:
a) condizioni di stabilità in situazioni normali ed eccezionali, in conformità a quanto previsto dalle norme vigenti, nonché piena rispondenza alla normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro;
b) requisiti igienici minimi previsti dalle normative nazionali e regionali vigenti in materia;
c) condizione di sicurezza degli impianti, anche di prevenzione incendi, nei casi previsti dalla legge;
d) accessibilità ai soggetti portatori di handicap usufruenti di sedia a ruote, secondo quanto stabilito dal D.P.R. n. 503/1996;
e) licenza di abitabilità e/o d’uso dei locali.
Per poter essere accreditata come micronido, la struttura deve inoltre avere:
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