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I neonati hanno spesso le mani fredde anche rispetto al resto del corpo. Spieghiamo perché è una condizione normale e quando, invece, è il caso di preoccuparsi.
La prima cosa da sapere e ricordare è che il neonato ha una diversa gestione della termoregolazione corporea, motivo per cui il suo organismo non si comporta come quello di un adulto. Questa consapevolezza è fondamentale per evitare di applicare gli stessi accorgimenti che si prenderebbero per un adulto o un bambino grande e per prestare attenzione alle specificità del bambino per assicurargli una giusta temperatura corporea.
Che il neonato abbia le mani fredde (ma anche i piedi) è assolutamente normale e questo dipende, come anticipato, dal perfezionamento del sistema che regola la temperatura corporea. L’organismo umano, infatti, regola autonomamente la temperatura interna del corpo per assicurare agli organi e a tutti gli altri sistemi di funzionare correttamente. Gli eccessi di temperatura, come i difetti, possono rappresentare un problema, ma che il neonato abbia le mani fredde non è un segnale di cui preoccuparsi.
Bisogna considerare non solo che il sistema di termoregolazione è in fase di sviluppo e perfezionamento (il neonato era abituato a vivere in un ambiente climaticamente protetto come quello dell’utero materno) ma anche che il bambino ha una proporzione diversa dagli adulti tra peso e superficie corporea; questo significa che è maggiore la dispersione di calore.
Questo è vero soprattutto per la testa del neonato; essa occupa circa il 25-30% delle sue dimensioni (negli adulti la testa occupa 1/8 della dimensione corporea), motivo per cui questa è la zona con una maggiore dispersione termica. Ma questa è fisiologica e se sono solo le estremità (mani e piedi) a essere più fredde del resto del corpo, non c’è motivo di cui preoccuparsi.
Ci sono altri fattori che determinano che il neonato abbia le mani fredde. Innanzitutto che la sua temperatura interna è maggiore al centro del corpo rispetto a quella degli adulti (fino ai tre anni varia dai 36°C ai 38°C) e l’incapacità di regolarla correttamente provoca il raffreddamento degli arti superiori e inferiori, le parti più periferiche del corpo.
Queste differenze con un adulto dipendono anche dal sistema di vascolarizzazione ancora imperfetto. I vasi sanguigni, infatti, si restringono in maniera meno efficiente di un bambino più grande o di un adulto determinando la minore temperatura non solo di mani e piedi, ma anche di braccia e gambe.
Infine, ma non meno importante di quanto già detto, bisogna considerare come il neonato trascorra la maggior parte della sua giornata fermo o comunque con una ridotta mobilità. Egli dorme, viene allattato e trascorre il tempo in posizione supina, riducendo al minimo movimenti e attività che potrebbero aumentare la temperatura.
Parallelamente le attività che maggiormente lo interessano, come dormire, mangiare e digerire, comportano che il flusso sanguigno sia maggiore verso lo stomaco e gli altri organi interni e non verso le mani.
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Secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la temperatura di un neonato è bassa quando è inferiore ai 36.5°C (e in questi casi si va incontro a ipotermia). La quotidianità, invece, è quella per cui i bambini, specialmente quando sono fuori casa, hanno le mani più fredde del resto del corpo e i genitori si domandano se è il caso di intervenire coprendo di più il bambino, utilizzare dei guanti o altri accorgimenti.
Prima di qualsiasi decisione è necessario capire se il neonato ha davvero freddo o se la temperatura più bassa alle mani è, come abbiamo visto, normale. Il primo elemento da valutare è quello del colorito del piccolo. Se non ha il viso arrossato, la pelle è rosea e le labbra non sono tendenti al blu e il bambino sta bene senza lamentarsi (piange, è meno vivace, è più irritabile o manifesta altri sintomi anomali) il bambino sta bene e non c’è motivo di preoccuparsi.
Per avere una conferma è possibile toccargli il collo per capire se è freddo (e quindi tendenzialmente anche la parte centrale del corpo lo è o si sta raffreddando) o, al contrario, sta sudando ed è il caso di intervenire per evitare che possa disidratarsi.
Rivestire di strati il corpo del bambino non è la soluzione quando ha freddo, specialmente perché spesso si confonde la propria percezione della temperatura con quella del bambino. L’indicazione è quella, quando si è fuori casa, di riparare la testa e le orecchie del neonato con un cappellino o una cuffia, essendo questa la parte più esposta e con una maggiore dispersione di calore.
L’utilizzo di guanti può essere controproducente, in quanto il piccolo potrebbe infastidirsi di non sentire il contatto delle mani sul viso. Il consiglio è quello di proteggere bene il corpo del bambino sia con body caldi e a maniche lunghe che con capi d’abbigliamento adeguati alla stagione invernale.
È importante anche prestare attenzione a dove si mette il bambino. Il lettino, così come il fasciatoio, il passeggino o il seggiolino potrebbero essere più freddi rispetto al resto dell’ambiente e il contatto con il corpo del bambino potrebbe causare una perdita di calore. La temperatura degli ambienti deve essere tra 18°C e 20°C e aumentarla eccessivamente potrebbe essere controproducente creando ambienti secchi e poco salubri per il neonato.
Per la notte, invece, è da preferire l’utilizzo di lenzuola di flanella o comunque calde o gli appositi sacchi nanna; sono invece da evitare le coperte, sia perché durante il sonno il bambino neonato tende a scoprirsi e sia perché il rischio di SIDS sarebbe più alto.
Il neonato potrebbe avere le mani fredde anche in caso di febbre alta, sempre per lo stesso effetto della diversa gestione della termoregolazione. In questi casi è importante misurare correttamente la temperatura e consultare il pediatra per comprendere la causa e come intervenire.
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