Il sonno dei bambini è uno dei principali interrogativi che interessa i genitori, considerando come circa il 25% dei bambini sotto i 5 anni soffra di disturbi del sonno. Una realtà diffusa nel mondo occidentale e che intercetta tre grandi categorie di fattori responsabili: l’età, il carattere e le abitudini familiari. Per questo, come vedremo, è scorretto parlare di insonnia nei neonati, trattandosi questo di un disturbo del sonno caratteristico dei bambini più grandi, quelli in età prescolare, scolare e in età adolescenziale.

Eppure che i neonati non dormano o, meglio, si sveglino frequentemente è una constatazione diffusa e i genitori cercano di comprenderne le cause per assicurare ai propri figli (e a sé stessi) un riposo sufficiente, essendo questo indispensabile tanto per i bambini quanto per gli adulti.

A questo proposito cerchiamo di definire cos’è l’insonnia e perché non è propriamente uno disturbo del sonno nei neonati, andando poi a individuare dei consigli utili per migliorare la qualità del riposo notturno del bambino nel primo anno di vita.

Quando si può parlare di insonnia nei neonati?

Per insonnia si intende un’interruzione del ciclo del sonno che comprende diverse condizioni: difficoltà ad addormentarsi, difficoltà a mantenere il sonno e quindi continui risvegli. È un fenomeno che può essere sporadico o duraturo ma che nei neonati è considerata una condizione parafisiologica.

Più che di un vero e proprio disturbo del sonno, quindi, la difficoltà del neonato di addormentarsi e di mantenere un sonno duraturo è legata allo sviluppo del ritmo sonno-veglia. Il sonno, con le sue fasi profonde e leggere, è una realtà con la quale ogni essere umano impara a familiarizzare nel corso dei primi anni di vita. Nei primi 12 mesi lo sviluppo neurologico è ancora agli inizi e non c’è una completa capacità di gestire la stanchezza e gli orari di sonno come avviene per gli adulti. Tanto che il primo anno di vita è caratterizzato da frequenti riposini per un totale complessivo di circa 16-18 ore di sonno distribuite più o meno equamente nel corso della giornata.

Il sonno dei bambini e in modo particolare dei neonati è condizionato da diversi bisogni fisiologici, soprattutto la fame e la sete. Con il passare dei mesi subentra poi un’iniziale ansia da separazione per la quale il piccolo necessita della rassicurazione e della presenza dei genitori. Inoltre lo sviluppo della capacità di dormire non è lineare, essendo note le regressioni del sonno che si manifestano nei primi anni di vita.

Per questo motivo l’insonnia non è un fenomeno tipico dei neonati, ma una realtà legata a fasi successive della vita del bambino. Si può, anche se non c’è unanimità in questo senso nel mondo scientifico, parlare di insonnia comportamentale, un termine volto a indicare come i disturbi del sonno del neonato siano legati sia al suo innato temperamento che alle abitudini dei suoi genitori. Va precisato fin da subito che anche l’insonnia comportamentale è una realtà che non viene diagnosticata prima dei sei mesi, a conferma di come nelle primissime settimane di vita del bambino è normale e fisiologico che non sia in grado di addormentarsi da solo e velocemente e, soprattutto, a mantenere il sonno ininterrottamente.

Per quanto possa sorprendere o in alcuni casi anche risultare frustrante (oltre al danno di non riuscire a dormire anche la beffa di sentirsi responsabili) la “soluzione” all’insonnia comportamentale, ma più in generale alle difficoltà legate al sonno dei neonati e dei bambini nei primi anni di vita è di insegnare ai genitori l’attenzione sull’igiene del sonno.

Insonnia nei neonati: le possibili cause

Come anticipato sia l’età che il carattere e le abitudini familiari sono fattori corresponsabili dell’insonnia nei neonati e delle loro difficoltà legate al sonno. Non sono da escludere anche la forte influenza genetica con una maggiore incidenza di questi disturbi nei primogeniti e nei figli unici. Parallelamente anche la depressione materna può incidere, considerando come il sonno del bambino si sincronizzi con quello della madre.

Altre cause, invece, sono quelle legate al comportamento che i genitori mettono in atto per gestire i problemi del sonno dei bambini. Tra le più diffuse c’è quella di far addormentare il neonato esclusivamente in braccio e ad accorrere subito quando si sveglia, impedendogli di imparare a riprendere sonno da solo (per quanto è un’abilità che richiede tempo).

L’igiene del sonno è compromessa anche dall’alimentazione: l’allattamento al seno, con la modalità di allattamento a richiesta e non a orario, aumenta i risvegli notturni rispetto ai bambini allattati con latte artificiale.

5 rimedi per l’insonnia nei neonati

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Fonte: iStock

Abbiamo anticipato come il rimedio all’insonnia nei neonati e ai problemi del sonno dei bambini siano da affrontare con un’educazione dei genitori. Questo non per colpevolizzarli o gravarli di ulteriori responsabilità, ma perché – come numerosi studi hanno confermato – le cause di questi fenomeni è da rintracciare più nelle abitudini dell’ambiente familiare e nel carattere del bambino che in disturbi, malattie o condizioni da curare. Vediamo quindi cosa si può fare per ridurre l’incidenza di questi problemi.

1. Dove far addormentare il neonato

Il primo aspetto su cui concentrarsi è legato all’ambiente dove far addormentare il neonato. Se è vero che i bambini piccoli dormono più o meno ovunque è altrettanto vero che questo incide sulla qualità del loro sonno. È importante innanzitutto metterlo nel lettino quando è ancora sveglio e fare in modo che si addormenti da solo nello stesso ambiente nel quale si sveglierà. L’uso di doudou, giocattoli e peluche può essere utile per dare al bambino qualcosa di familiare con cui rilassarsi e trovare sempre al suo fianco quando si sveglia.

Allo stesso tempo va posta attenzione sull’ambiente anche in termini di temperatura, luci e rumori, facendo in modo che tutto nella stanza sia finalizzato a consentire che il bambino si addormenti serenamente e senza distrazioni o elementi fastidiosi.

2. L’orario

Molto importante contro l’insonnia nei neonati è l’attenzione sul rispetto degli orari. È fondamentale fare in modo che ci sia una certa costanza sia nell’orario in cui il bimbo va a letto che in quello in cui si sveglia la mattina. I bambini hanno bisogno di regolarità e questa passa anche dalla costruzione dei ritmi della giornata in maniera tale da consentirgli di andare a dormire e risvegliarsi sempre alla stessa ora.

3. I pisolini diurni

La qualità del sonno notturno dipende anche dalla quantità di ore in cui il bambino dorme di giorno. Le ore di sonno complessive cambiano nel corso del tempo ed è importante assecondare i pisolini in quanto aiutano il bambino a rilassarsi e arrivare a sera riposato e non irritabile e stanco, aumentando le criticità per addormentarsi. Sarà poi il bambino stesso, con i suoi tempi, ad abbandonare il pisolino del mattino e ad assestarsi verso un unico sonnellino diurno.

4. La routine della buonanotte

Abbiamo detto come il bambino necessiti di regolarità e punti di riferimento; la routine della buonanotte è proprio quell’insieme di abitudini che aiutano il piccolo a rilassarsi e prepararsi a dormire. La routine può prevede il bagnetto, la lettura di una storia, il massaggio, l’accensione della lampada della buonanotte e di qualsiasi dinamica che possa risultargli piacevole e rilassante. È importante che la routine della buonanotte non sia vissuta dai genitori con rigidità in quanto questa è il mezzo e non il fine su cui puntare ed è sempre utile riuscire a mantenere una certa flessibilità.

5. Ciuccio, giochi e biberon

L’ultimo consiglio è legato all’uso di ciucci, giochi e biberon per far addormentare il bambino. È da evitare il più possibile di far addormentare il proprio bambino con il ciuccio o con il biberon così come di fare giochi eccitanti (come quelli che prevedono l’uso di dispositivi elettronici) che potrebbero sovreccitarlo e ritardare l’orario in cui si addormenta e modificare tutto il ritmo del sonno notturno.

In generale è utile che i genitori osservino il proprio bambino e imparino a conoscerlo, accettando con più serenità possibile (per quanto è difficile) l’insonnia e le difficoltà del sonno che sono normali nei neonati. Nel caso di condizioni particolarmente difficili è sempre utile consultare il pediatra o un professionista che più che risolvere una condizione fisiologica potrà fornire consigli utili per adottare tutti quegli accorgimenti che possano ridurre i disagi legati a un sonno incompleto e costantemente interrotto.

Parallelamente per assicurare che il neonato dorma bene è fondamentale che trascorra le sue giornate in serenità e divertimento, riducendo il più possibile le fonti di stress (anche quelle tra i genitori) che inevitabilmente si riflettono sul suo temperamento e sulla sua crescita.

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  • Neonato (0-1 anno)