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Una realtà complessa e fondamentale per la salute del bambino; conosciamo meglio di cosa si tratta, come funziona e come favorire la formazione del microbiota intestinale.
Considerando che il microbiota nei neonati è diverso da quello degli adulti e che le prime ore e settimane di vita del bambino sono fondamentali per la sua corretta modulazione, è importante approfondire l’argomento andando a capire cosa è possibile fare per mantenerlo in salute.
Il portale di informazione microbioma.it, realizzato in collaborazione con la Società Italiana di Microbiologia, definisce il microbiota come l’insieme dei microrganismi (batteri, funghi, protozoi, archeobatteri) e dei virus che vivono e colonizzano un ambiente in un determinato tempo.
Il microbiota umano, quindi, è l’insieme di tutti quei microrganismi che vivono in simbiosi con il corpo umano, a volte in maniera fisiologica a volte patologica. Tutto l’organismo umano, a eccezione del cervello e del sistema circolatorio, è popolato da batteri (si stima che complessivamente sono circa 38000 miliardi), ma quelli che compongono il microbiota sono concentrati prevalentemente nel tratto intestinale.
Il microbiota è un ecosistema estremamente complesso che svolge diverse funzioni, da quelle metaboliche a quelle immunologiche passando per quelle fisiologiche.
Innanzitutto il microbiota è direttamente coinvolto nella regolazione dell’attività metabolica così come nello sviluppo del sistema immunitario, agendo come barriera contro gli agenti patogeni (batteri, funghi e virus). Quando l’insieme dei microrganismi presenti nel microbiota, precisa l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, sono in equilibrio l’ecosistema funziona correttamente; quando l’equilibrio viene perturbato inizia un processo di alterazione che svolge un ruolo centrale nell’insorgenza e nella progressione di numerose malattie.
Come riportato dalla rivista scientifica Plos One, il microbiota intestinale svolge un ruolo centrale nella modellazione del sistema immunitario, prevenendo la colonizzazione da parte di microrganismi patogeni. È stato infatti scoperto come le alterazioni a carico del microbiota siano associate a numerose patologie immunitarie (atopia, allergie, sclerosi e asma), malattie metaboliche (diabete e obesità), malattie autoimmuni e malattie gastrointestinali (diarrea, enterocolite necrotizzante e malattie infiammatorie intestinali).
Dalla nascita, il microbiota intestinale è responsabile dello sviluppo non solo del sistema immunitario, ma anche del sistema nervoso centrale, della digestione e del metabolismo del cibo.
Il primo anno di vita (e secondo alcuni studi le prime 16 ore di vita del neonato) è cruciale per la strutturazione del microbiota. Sono diversi i fattori che contribuiscono alla colonizzazione e allo sviluppo del microbiota intestinale infantile, tra cui alcuni elementi genetici, l’età gestazionale e il tipo di parto (naturale o cesareo), l’alimentazione (allattamento al seno esclusivo, allattamento con latte artificiale, allattamento misto). Tra questi fattori va ricordato anche il microbiota materno.
Durante la gravidanza, infatti, come riportato in questo studio, il microbiota materno influisce sullo sviluppo del feto tanto che i disturbi del microbiota materno possono portare a esiti avversi della gravidanza. I fattori che possono influenzare il microbiota vaginale materno e di altre parti dell’organismo femminile durante la gravidanza sono l’alimentazione, l’assunzione di antibiotici, lo stress e le infezioni.
Per quel che riguarda la modalità di parto, è stato dimostrato come il parto naturale favorisca la composizione del microbiota infantile, mentre il parto cesareo ne provochi uno squilibrio tale da diminuirne la diversità. Questo è dovuto sia all’assenza nel taglio cesareo dei microbi vaginali che all’utilizzo di antibiotici e all’inattività materna durante il parto.
L’età gestazionale è importante, in quanto un microbiota immaturo è una minaccia per la salute dei bambini nati pretermine proprio perché il loro sistema immunitario non è completamente sviluppato. La necessità di ricovero in ospedale dei bambini prematuri con l’assunzione di farmaci e una particolare forma di alimentazione incide sulla naturale colonizzazione del microbiota infantile.
L’allattamento al seno fornisce al neonato, tra gli altri, i microbi materni e gli agenti antibatterici, così come, grazie alle immunoglobuline A (IgA) presenti nel latte materno, contribuisce alla regolazione del sistema immunitario del bambino.
Dalla nascita, i fattori ambientali interagiscono con quelli genetici per mantenere la crescita sana del bambino. Nel periodo perinatale e per tutta la prima infanzia, il microbiota del bambino è correlato al microbiota materno. Alla nascita, l’intestino del neonato viene colonizzato da microrganismi, sia benefici che dannosi, contribuendo all’iniziale formazione del microbiota.
Il tipo di colonizzazione, come anticipato, dipende da diversi fattori e anche dopo la nascita, specialmente tramite l’allattamento, il neonato continua a ricevere microbi dal microbiota materno in maniera stabile e duratura.
Inizialmente il microbiota intestinale del neonato ha una bassa diversità che poi aumento con lo sviluppo. Nei primi 2 giorni dopo la nascita è possibile individuare nel microbiota Clostridia, Enterobatteri e Streptococchi, mentre dal quarto al settimo giorno diventa dominante il Bifidobacterium.
Dopo lo svezzamento, e quindi l’ingerimento di cibo solido, il microbiota infantile è simile a quello dell’adulto e lo sviluppo prosegue per tutti i primi 3 anni.
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