Tra le principali preoccupazioni che animano i genitori, specialmente quelli di bambini piccoli, c’è quella di analizzare una condizione che interessa il proprio figlio e capire quando è il caso di contattare il pediatra (o recarsi addirittura al pronto soccorso) e quando non serve ed è sufficiente restare a casa.

Questo vale a maggior ragione per condizioni e disturbi che negli adulti vengono considerati lievi, innocui o transitori ma che nei più piccoli potrebbero rappresentare un problema serio o il segno di qualche problema più grave.

Un esempio è quello della diarrea nel neonato, di cui è importante parlare capendo come gestirla e quali sono i segni che costituiscono un campanello di allarme.

Cos’è la diarrea?

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù definisce la diarrea come l’emissione di feci liquide o semiliquide in maniera frequente. Di per sé è un meccanismo di difesa messo in atto dall’organismo, tramite il quale eliminare virus e batteri responsabili di una malattia.

È una condizione comune associata a numerose malattie gastrointestinali che nella stragrande maggioranza dei casi si risolve spontaneamente nell’arco di un paio di giorni.

È importante porre l’attenzione sulla diarrea anche per la difficoltà di identificarla soprattutto nei bambini più piccoli. I neonati allattati al seno che non hanno ancora iniziato lo svezzamento, per esempio, hanno comunemente feci morbide, ma in questo caso sono considerate normali.

L’indicazione utile fornita dal Manuale MSD per identificare la diarrea è legata all’aumento repentino del numero e della consistenza morbida delle feci. In generale, comunque, feci morbide per più di 24 ore sono sempre da attenzionare.

Le cause della diarrea nel neonato

La diarrea nel neonato può essere di due tipi: acuta o cronica. Nel primo caso (dura pochi giorni) la causa è generalmente un’infezione virale o batterica, mentre nella forma cronica (che dura più di due settimane) la causa può essere da ricercare nella sindrome dell’intestino irritabile o condizioni come la celiachia o le malattie infiammatorie croniche intestinali (sindrome del colon irritabile, morbo di Crohn e colite ulcerosa). Va anche considerata la sindrome da malassorbimento, per la quale la parete intestinale durante la digestione non assorbe i nutrienti presenti nel cibo ingerito.

Le infezioni batteriche più comuni sono quelle causate da Salmonella, Escherichia coli e Campulobacter, mentre quelle virali dipendono prevalentemente da Rotavirus e Cytomegalovirus. Inoltre la diarrea nel neonato può dipendere da parassitosi (Giardia lamblia o Cryptosporidium), ma anche come conseguenza specialmente nei bambini più grandi di irritabilità, ansia e stress.

Tra le cause di diarrea nel neonato ci sono anche le allergie e le intolleranze alimentari, come quella al lattosio. Inoltre, il portale MedlinePlus suggerisce anche di prestare attenzione ai cambiamenti nell’alimentazione del bambino (o della donna che lo allatta al seno), all’uso di antibiotici e alle malattie rare come la fibrosi cistica.

I sintomi che si accompagnano alla diarrea

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Fonte: iStock

Oltre alle feci molli e frequenti, la diarrea si manifesta con crampi, gonfiore addominale e dolori alla pancia, nausea e febbre. Il portale WebMD aggiunge anche la minzione meno frequente (mano pannolini bagnati) o la presenza di urina di colore scuro, la bocca asciutta, l’assenza di lacrime quando il bambino piange, sonnolenza, irritabilità e la fontanella anteriore che risulta infossata.

Rischi e conseguenze

La diarrea nel neonato e la causa sottostante che la provoca possono portare a perdita di appetito, vomito, perdita di peso e febbre. Sebbene la diarrea nella maggior parte dei casi non sia pericolosa, può portare alla disidratazione del bambino con conseguenze potenzialmente gravissime.

Questo perché, come spiega il Manuale MSD, per l’eccessiva perdita di liquidi può peggiorare lo stato di letargia del neonato e nelle forme gravi può portare anche a convulsioni, coma, danno cerebrale e anche il decesso del bambino.

Cure e rimedi alla diarrea nel neonato

Trattandosi di una reazione di difesa dell’organismo, non vanno usati farmaci antidiarroici se non si conoscono le cause della diarrea nel neonato. Sicuramente è fondamentale assicurarsi che il neonato beva molto per reintegrare i liquidi persi a causa delle scariche di diarrea e, se presenti, di vomito.

Durante la diarrea l’allattamento al seno e l’allattamento artificiale non vanno sospesi, così come non va modificata la dieta del neonato che ha iniziato l’assunzione di cibi complementari. Mantenere una dieta libera, infatti, accelera la guarigione.

Nei bambini è utile farli bere regolarmente, preferendo piccoli sorsi (come un cucchiaino d’acqua ogni cinque minuti) valutando previo consulto medico l’aggiunta anche di soluzioni contenenti elettroliti. Vanno evitati, invece, tè e camomilla che sono poveri di sali minerali.

In termini di prevenzione è possibile intervenire sull’igiene (lavarsi spesso le mani), sull’attenzione all’alimentazione (evitando di far mangiare al bambino cibi di cui non si conosce la provenienza) e sulla corretta conservazione dei cibi (non lasciandoli a temperatura ambiente favorendo la crescita di batteri).

Quando rivolgersi a un medico?

Nei neonati con meno di sei mesi è consigliato sempre consultare il pediatra, mentre nei bambini più grandi è importante prestare attenzione ai segni che potrebbero rendere la diarrea pericolosa. La presenza di febbre alta, dolore addominale o rettale, sangue nelle feci e perdita eccessiva di liquidi sono tutti elementi che richiedono una valutazione medica. Anche la persistenza dei sintomi per più di due giorni è una motivazione sufficiente per ricorrere al pediatra.

Il medico, soprattutto nelle forme persistenti di diarrea, può prescrivere una coprocoltura (esami delle feci), gli esami del sangue e quelli delle urine, una radiografia addominale, una colonscopia o un test per identificare intolleranze o allergie alimentari così da individuare la causa del fenomeno.

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