Criptorchidismo infantile o "testicolo ritenuto": cause e trattamento

Il testicolo ritenuto, non visibile, che non scende quindi a livello della borsa scrotale riguarda il 4% dei maschietti nati in Italia: quali le cause del criptorchidismo e il trattamento per risolvere questa patologia che può provocare danni strutturali in età adulta e infertilità.

Il testicolo ritenuto, medicalmente noto come criptorchidismo infantile, è una patologia relativa alla mancata discesa di un testicolo all’interno della borsa scrotale. Si stima che questo difetto riguardi il 4% dei bambini nati in Italia, le sue cause sono ancora non conosciute. Sebbene questa patologia generi molta apprensione nei genitori, si tratta di un problema che può essere risolto entro i primi anni di vita del bambino. Il criptorchidismo infantile, infatti, tende  spesso a risolversi spontaneamente entro i primi 3 mesi, in caso contrario si procede con la soluzione chirurgica.

Criptorchidismo infantile: che cos’è?

Durante la gravidanza, i testicoli del feto di sesso maschile sono alloggiati all’interno dell’addome del bambino. Il testicolo, infatti, si forma poco sotto il rene, quindi discende lungo la cavità addominale per collocarsi, infine, nello scroto. La corretta allocazione scrotale del testicolo si verifica intorno al settimo mese di gravidanza.

In alcuni casi, può accadere che il testicolo non compia il suo viaggio fino alla fine, arrestandosi prima di scendere nello scroto. Si definisce criptorchidismo infantile, quindi, la mancata presenza del testicolo nella zona scrotale, facile da notare perché lo scroto appare “vuoto” nella rispettiva parte. È una patologia che non provoca dolore al bambino.

L’esame visivo condotto alla nascita dal pediatra dell’ospedale permette di rilavare immediatamente questo tipo di problema che può risolversi spontaneamente entro i primi mesi. Oppure richiedere il trattamento chirurgico entro il primo anno di vita del bambino.

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Dopo la prima visita neonatale, la consulenza dell’urologo e del chirurgo pediatrici è necessaria per valutare correttamente la posizione del testicolo ritenuto e verificare che sia palpabile nella zona del canale inguinale. Può verificarsi il caso in cui, invece, il testicolo non sia palpabile: l’ecografia addominale è, in questo caso, poco rilevante per la diagnosi. Per questo, si preferisce eseguire direttamente una laparoscopia esplorativa in anestesia generale per valutare se il testicolo sia effettivamente presente e dove sia collocato.

Criptorchidismo infantile: le cause

Le cause del criptorchidismo infantile non sono ancora del tutto note. Le ultime pubblicazioni scientifiche in merito, comunque, riportano una possibile correlazione tra questa patologia e una eventuale disfunzione ormonale a livello ipotalamo-ipofisario. In questo ambito di ricerca, pare che la causa predominante sia l’insensibilità del testicolo alle gonadotropine (ormoni gonado-stimolanti: FSH, LH, Beta hCG). Rimane, invece, ancora ignoto il meccanismo che regola la responsività ormonale, sebbene alcune ricerche propendano per un possibile ruolo ricoperto dalla maggiore o minore presenza di testosterone.

La discesa del testicolo avviene anche grazie a 2 legamenti: il legamento sospensore craniale (connette la gonade alla parete addominale posteriore), e il gubernaculum testis o legamento genito-femorale caudale (connette il testicolo e l’epididimo all’anello inguinale interno). Relativamente alla discesa funzionale del testicolo per collocarsi nell’opportuna sede, inoltre, la ricerca ipotizza una responsabilità dei seguenti ormoni e peptidi:

  • Testosterone (ormone) che, a determinare lo sviluppo sessuale maschile del feto e dei genitali esterni, agisce sul legamento sospensore craniale e sul gubernaculum testis;
  • peptide INSL3 (fattore 3-insulino-simile, INSulin-Like factor 3) prodotto dalle cellule di Leyding. Se tale fattore presenti un’alterazione genetica, allora è da considerarsi causa di criptorchidismo;
  • Ormone Anti-Mulleriano (AMH), prodotto dalle cellule di Sertoli;
  • il peptide Calcitonin-Gene Related Peptide (CGRP), prodotto dal nervo genito-femorale.

Il criptorchidismo può essere congenito oppure avere cause meccaniche (un eventuale ostacolo anatomico che ostruisca la discesa nello scroto) o cause endocrine (deficit ormonale).

Criptorchidismo infantile: i rischi

Nei Quaderni del Ministero della Salute dedicati alle patologie andrologiche sin dall’età pediatrica, viene dato ampio risalto a questo tipo di patologia maschile. Il criptorchidismo può presentare specifici rischi nel caso in cui non si risolva spontaneamente entro pochi mesi dalla nascita o non venga trattato chirurgicamente entro il primo anno di vita. L’eccessiva permanenza dei testicoli fuori dallo scroto oltre i due anni di vita causa danni irreversibili a livello strutturale. Tali da compromettere la fertilità del bambino, futuro adulto. È stato provato che gli adolescenti che presentino criptorchidismo non trattato siano maggiormente esposti a sviluppare un tumore testicolare.

Questa patologia si presenta spesso come causa di infertilità maschile correlata ad un fattore di temperatura addominale che non consente la corretta spermatogenesi. Il processo di maturazione degli spermatozoi, infatti, richiede temperature specifiche e inferiori a quelle presenti a livello addominale (>1°C) che deteriorano la qualità dello sperma. Questo è il motivo per cui i testicoli sono alloggiati nello scroto a “temperatura controllata” e così protetti.

Nel caso di criptorchidismo bilaterale non trattato può verificarsi l’azoospermia, una complicanza che si manifesta con la totale assenza di spermatozoi.

Criptorchidismo infantile: come intervenire

Come suggerito anche dall’Ospedale San Raffaele di Milano, il trattamento del criptorchidismo deve essere pronto e attento. I pediatri e chirurghi pediatrici sono molto sensibili a questa patologia, sebbene con pareri ancora discordanti.

Le indicazioni suggeriscono di attendere 6-18 mesi dalla nascita per dare la possibilità al testicolo di normalizzarsi spontaneamente discendendo nello scroto. Oltre questo periodo, si consiglia il trattamento chirurgico entro i 12-24 mesi di età del bambino a seconda del consiglio del pediatra.

Anche le terapie ormonali appaiono opinabili tanto che non tutti i pediatri concordano con la somministrazione di ormoni per risolvere la patologia. Del resto, il trattamento ormonale si rivela risolutivo in un ridotto numero di casi.

La difficoltà nel raggiungere un accordo tra specialisti infantili trova la sua base nella mancanza di dati a lungo termine. Se, da un lato, è necessario molto tempo per valutare la qualità delle cure somministrate, dall’altro appare molto difficile seguire la storia del paziente sul lungo periodo, indicativamente dalla nascita al completo sviluppo genitale adulta.

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