Con l’inizio del settimo mese di vita il neonato è generalmente pronto per il cosiddetto svezzamento, l’alimentazione complementare. È quella fase importantissima della sua crescita nella quale passa da un tipo di alimentazione a base esclusiva di latte a una fatta di latte ma anche di altri alimenti.

La pratica dello svezzamento è andata incontro nel corso del tempo a diversi cambiamenti, anche a fronte di tante tendenze e novità che l’hanno caratterizzata. Una di queste è il cosiddetto baby led weaning, lo svezzamento guidato dal bambino. È infatti un tipo di approccio che coinvolge maggiormente il neonato e che sembrerebbe avere importanti (e positive) implicazioni nello sviluppo infantile.

Baby led weaning: cos’è?

Uno studio pubblicato su ScienceDirect definisce il baby led weaning come quell’approccio all’alimentazione complementare che enfatizza la capacità del bambino di autoalimentarsi. Si differenzia dallo svezzamento “tradizionale” per cui il neonato viene nutrito con il cucchiaino tramite alimenti trasformati e frullati. Come descritto dal Cleveland Clinic, è un metodo che ribalta il copione dello svezzamento, affidando al bambino la responsabilità di gestire i momenti dei pasti.

Da che età iniziare con il baby led weaning?

Dal punto di vista cronologico, le indicazioni sullo baby led weaning non differiscono da quelle dello svezzamento classico. In questo senso, quindi, i bambini sani nati a termine (per gli altri questa tipologia di decisioni vanno affrontate concordemente con il pediatra e le figure mediche di riferimento) dovrebbero attendere la fine del sesto mese di vita prima di iniziare con l’alimentazione complementare.

Come funziona il metodo baby led weaning?

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Fonte: iStock

L’idea di base dietro il baby led weaning è quella per cui sono i genitori ad adeguarsi ai bambini osservando i segnali di disponibilità, permettendo che egli si autoalimenti. Invece di preparare alimenti specifici per il bambino, si prepara lo stesso pasto per tutta la famiglia, permettendo al bambino di mangiare alcuni degli stessi alimenti che mangiano i suoi genitori e gli altri che sono seduti a tavola.

Come evidenziato da un articolo pubblicato dall’Italian Journal of Pediatrics, il baby led weaning prevede che al bambino vengano offerti pezzi di cibo “interi” (grandi quanto un pugno di bambino) così che si nutrano da soli controllando direttamente cosa, quanto e con che velocità mangiare. Il bambino in questo modo non “subisce” passivamente lo svezzamento, ma vi svolge un ruolo attivo.

A differenza dello svezzamento classico, quindi, non si offrono al bambino frullati e alimenti specifici (come gli omogeneizzati o le cosiddette “pappette”), ma gli si offrono una varietà di singoli alimenti selezionati. Scopo di questo approccio non è solo quello di favorire il coinvolgimento del bambino, ma anche quello di sottolineare i gusti dei singoli nutrienti che non sono, come avviene nei frullati e nelle “pappette”, sempre distinguibili da un neonato.

I vantaggi e i benefici

Sono diversi gli aspetti positivi cui sembra associato il baby led weaning. Usiamo fin da subito il condizionale perché è un argomento delicato che intercetta numerosi aspetti (non solo fisici) dello sviluppo del bambino e ci sono ancora alcune controversie in ambito medico-scientifico, anche per l’assenza di studi e ricerche tali da poter prevedere delle indicazioni più precise e sicure.

Tra gli aspetti positivi associati al baby led weaning troviamo un apprendimento precoce e più stabile sulle capacità sazianti degli alimenti, una minore ansia genitoriale, una maggiore interazione sociale (potendo condividere il momento del pasto), andare incontro a un risparmio di tempo e denaro e le più alte probabilità di aver raggiunto importanti tappe dello sviluppo. Questo anche considerando come il bambino inizi a sperimentare il portare il cibo alla bocca, manipolarlo, masticarlo e deglutirlo; competenze che richiedono lo sviluppo anche della motricità fine.

Uno studio pubblicato su Frontiers in Pediatrics indica come la possibilità di mangiare in autonomia rafforzi lo sviluppo sensoriale del bambino, attirando la sua attenzione più sul cibo che gli viene offerto che sulla persona che lo fa. Inoltre è stato registrato come le madri che seguivano il metodo del baby led weaning allattavano al seno più a lungo delle madri che non seguivano questo approccio.

Le controindicazioni e gli svantaggi

Se per il rischio di soffocamento e quello di andare incontro a carenze di ferro non sembrano esserci differenze rispetto allo svezzamento classico, con il baby led weaning si potrebbe invece andare incontro a un inadeguato apporto energetico con un rallentamento della crescita. È interessante evidenziare come nonostante statisticamente non ci sia un aumento dell’incidenza del rischio di soffocamento, i bambini che seguono questa forma di svezzamento andavano più spesso incontro a episodi di conati di vomito e a sputare il cibo.

C’è poi da considerare come gli alimenti pronti per l’infanzia, così come le puree preparate in casa, solitamente non contengono sale e zucchero. Al contrario gli alimenti mangiati dagli adulti e condivisi con i bambini potrebbero risultare non propriamente adatti per un’alimentazione pediatrica. In questi casi è quindi richiesto un maggior coinvolgimento, sforzo e attenzione degli adulti che se decidono di seguire l’approccio del baby led weaning devono prevedere un’adeguata educazione nutrizionale.

Un articolo della BBC pone l’attenzione anche sulla maggiore probabilità che i genitori che seguono questa versione di svezzamento “più flessibile” abbiano un rischio più alto di dare ai propri bambini snack salati. Le indicazioni generali sono quelle di evitare cibi rotondi e piccoli che abbiano una superficie liscia e dura (salsicce, caramelle dure, semi, mele e carote crude, mais tostato) e di preferire verdure tagliate a striscioline, cotte al forno o al vapore (come patate, zucca e carote), carne macinata o sminuzzata e frutti maturi (banana, pera, kiwi, avocado e mango).

Questo tipo di svezzamento resta comunque guidato e, quindi, il coinvolgimento dei genitori nella preparazione e predisposizione degli alimenti per i pasti dei bambini resta comunque sempre indispensabile. Resta anche, ricordiamo, la necessità di approfondire il discorso intorno al baby led weaning per la poca disponibilità di studi e ricerche il cui approfondimento è necessario per chiarire alcuni aspetti cruciali della questione.

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