L’assunzione di alcol e droghe, ma anche moltissimi farmaci, è pericolosa durante la gravidanza in quanto sono sostanze che si rivelano tossiche sia per la placenta che per il feto in via di sviluppo. Come indicato dal Manuale MSD, infatti, tali sostanze possono causare dipendenza nel feto prima e nel bambino poi tanto da andare incontro a una vera e propria sindrome di astinenza neonatale.

È un fenomeno non marginale tanto che, come riportato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), negli Stati Uniti è triplicato il numero dei bambini con sindrome di astinenza neonatale (NAS). Con questo termine, chiarisce questo studio, si fa riferimento a uno spettro di manifestazioni cliniche individuabili nei neonati a seguito della sospensione dell’esposizione alle sostanze nocive.

In generale questa sindrome fa riferimento a tutte quelle sostanze stupefacenti o psicotrope, lecite e illecite, che creano dipendenza e che se assunte durante la gravidanza provocano astinenza nel bambino sin dai primi giorni dopo il parto in quanto non ricevono più quelle sostanze dalla placenta materna.

La sindrome da astinenza neonatale può essere provocata da diverse sostanze: anfetamine, barbiturici, clordiazepossido, cocaina, codeina, Diazepam, difendidramina, eroina, Lorazepam, fenciclidina, fentanil, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), marijuana, meperidina, metadone, morfina, pentazocina e propossifene. Ma anche caffeina, etanolo e nicotina.

L’effetto di queste sostanze non è lo stesso, ma tutte hanno conseguenze sul feto. Si concentra l’attenzione sulle sostanze psicotrope mentre per quel che riguarda l’alcol si fa riferimento alla sindrome feto-alcolica con tutti i rischi, anche di malformazioni, a essa associati.

I sintomi dell’astinenza neonatale

I soggetti con astinenza neonatale possono avere un ampio ventaglio di manifestazioni tra cui:

  • pianto inconsolabile;
  • tremori;
  • irritabilità;
  • convulsioni;
  • vomito;
  • diarrea;
  • febbre;
  • instabilità della temperatura corporea;
  • abbondante sudorazione;
  • difficoltà nell’alimentazione;
  • alterazioni del ritmo sonno-veglia;
  • riflessi ipereccitabili;
  • aumento del tono muscolare.

Questa sintomatologia può manifestarsi già dopo 24-48 ore dalla nascita o più raramente dopo 5-10 giorni di vita. I sintomi dipendono dal tipo di sostanza che genera la dipendenza ma in generale interessano l’apparato digerente e il sistema nervoso centrale.

Da cosa può dipendere l’astinenza neonatale?

Il meccanismo alla base di questa condizione è molto semplice. Come spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ogni sostanza psicotropa (che agisce sulle funzioni psichiche) assunta durante la gravidanza passa al feto tramite la placenta, motivo per cui tutte le droghe e le sostanze che provocano dipendenza nella madre causano dipendenza anche nel neonato.

Il bambino dopo la nascita, non ricevendo più tali sostanze psicotrope, va incontro a uno stato di ipereccitazione con una serie di sintomi e segni tipici di uno stato di astinenza.

Oltre alle droghe vere e proprie, l’astinenza neonatale può dipendere anche da diversi farmaci, come quelli prescritti per la gestione del dolore o di quelli psichiatrici come gli antidepressivi.

Le conseguenze e i rischi per il bambino

Conseguenze-astinenza-neonatale
Fonte: iStock

Gli effetti della dipendenza da droghe e sostanze psicotrope può essere molto varia e può prevedere:

  • convulsioni;
  • ritardo di crescita intrauterina;
  • malformazioni congenite;
  • disidratazione;
  • emorragia cerebrale;
  • SIDS;
  • nascita pretermine;
  • basso peso alla nascita;
  • necessità di ricovero in ospedale.

Inoltre il Cleveland Clinic segnala quelli che possono essere gli effetti a lungo termine: ritardo nello sviluppo, difficoltà nelle capacità cognitive, sociali e motorie, problemi con la memoria a breve termine, problemi comportamenti e disturbi nella visione e nell’udito.

Terapia e trattamento

La presenza dei segni e sintomi tipici della sindrome da astinenza neonatale può far sorgere il sospetto diagnostico la cui conferma avviene solitamente tramite esame delle urine del neonato per la ricerca delle sostanze stupefacenti responsabili. Inoltre alcuni centri neonatologici impiegano particolari scale e punteggi (come la scala di Finnegan) che consentono di registrare i sintomi e, ripetendo il controllo a distanza di poche ore, verificare l’andamento anche nell’orientare la terapia.

Il trattamento, che può avvenire solamente in ambiente ospedaliero, prevede innanzitutto il controllo dei parametri vitali (nelle prime 6 ore) e se necessario il ricorso all’incubatrice. Molto dipende dalla gravità della situazione, ma è sempre fondamentale mantenere il più possibile il rapporto madre-bambino cercando di favorire, anche senza trattamento farmacologico, l’auto-organizzazione e la neuromaturazione del neonato.

Il trattamento può prevedere inoltre la somministrazioni di liquidi, utilizzo di creme per ridurre le irritazioni della pelle, utilizzo del ciuccio per ridurre l’irritabilità spesso presente nei bambini con sindrome di astinenza, e seguire un’alimentazione frequente.

L’allattamento al seno non va evitato, sia per i suoi importanti benefici sia perché le sostanze nocive vi si trovano in piccola quantità. Il trattamento farmacologico viene previsto solamente nelle forme più gravi di astinenza neonatale. È fondamentale seguire l’esito del trattamento per comprendere come il bambino sta reagendo e per individuare tempestivamente segnali e sintomi dei possibili danni, specialmente quelli neurologici.

Un aspetto essenziale da non sottovalutare è quello legato alla valutazione dello stato familiare e sociale, soprattutto a seguito delle dimissioni dall’ospedale. L’assistenza, infatti, non va rivolta solo al bambino, ma anche ai suoi genitori che dovranno prendersene cura e che vivono una situazione di difficoltà che potrebbe causare nuovi problemi al bambino.

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