Parlare di tumore (questo è propriamente un angioma), per quanto generalmente benigno, è sempre motivo di tensione e preoccupazione per i genitori.

Cerchiamo di fare chiarezza, quindi, sul cosiddetto angioma nel neonato, quella condizione che fino a qualche tempo fa veniva chiamata “voglia di fragola” in riferimento alla macchia di colore rosso vivo, spesso di forma irregolare, che si sviluppa sulla pelle del bambino.

Cos’è l’angioma?

Di per sé il termine angioma viene utilizzato per indicare la maggior parte delle macchie rosse (o violacee) che si manifestano sulla pelle (o sottopelle) che non sono l’effetto di un trauma.

La Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico definisce l’angioma come un tumore benigno formato da tre diversi tipi di cellule: endoteliali, epiteliali e quelle che le circondano. Le cellule endoteliali sono quelle che rivestono la superficie interna dei vasi sanguigni, mentre quelle epiteliali sono quelle che costituiscono uno dei tipi di tessuto. L’angioma, infatti, è una neoplasia dei vasi sanguigni.

Ma angioma o emangioma?

Possiamo dire che l’emangioma infantile è la forma più comune di angioma cutaneo che solitamente si manifesta alla nascita (congenito) o nel primo anno di vita, per poi sparire spontaneamente entro il primo anno di vita senza il ricorso ad alcuni tipo di trattamento. La sostanziale differenza tra angioma ed emangioma, come sottolineato dal portale Emangiomi Infantili, è relativa alla loro localizzazione e profondità.

L’angioma, infatti, tende a essere più piccolo e limitato alla cute, mentre l’emangioma è solitamente una macchia più estesa e più profonda; non interessa solamente il derma ma può coinvolgere anche gli organi interni e le cartilagini. L’altra grande differenza è legata al fatto che l’emangioma, quando scompare, può lasciare un segno o una cicatrice sulla pelle, cosa che non accade con l’angioma nel neonato.

La confusione che emerge tra i due termini è stata, come riferito dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, superata dall’International Society for the Study of Vascular Anomalies (ISSVA) che ha modificato la classificazione delle anomalie vascolari suddividendole in tumori vascolari e malformazioni vascolari.

I tumori vascolari possono essere benigni, aggressivi e maligni. L’emangioma infantile, come abbiamo visto, è un tumore vascolare benigno (il più frequente in epoca pediatrica con un’incidenza del 4-10%) che può conoscere una regressione totale o parziale e può lasciare esiti cicatriziali permanenti o non lasciare alcun tipo di segno. Le malformazioni vascolari sono invece congenite e, anche se non sempre visibili alla nascita, hanno un andamento evolutivo nel tempo (a differenza dei tumori vascolari).

Le cause dell’angioma nei neonati

L’angioma è il risultato di un’anomala proliferazione dei vasi sanguigni che si riproducono in numero maggiore rispetto al normale. Perché questo avviene non è noto e alcune teorie suggeriscono che possa dipendere da un eccesso di estrogeni che si verifica tipicamente durante la gravidanza.

Ricerche più recenti suggeriscono l’ipotesi che possa esserci un contributo di fattori genetici. Statisticamente c’è una maggiore incidenza dell’angioma del neonato nelle femmine, dei bambini nati prematuri, in quelli con un basso peso alla nascita e nei gemelli.

Le tipologie dell’angioma del neonato

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Fonte: iStock

La principale distinzione dell’angioma del neonato riguarda la sua localizzazione e profondità. Si parla infatti di angioma superficiale, angioma profondo e angioma misto.

  • Nell’angioma superficiale si ha una lesione cutanea di colore rosso o rosa che può essere piana o in rilievo.
  • Nell’angioma profondo, invece, la lesione è a livello sottocutaneo e sulla cute si presenta con un nodulo di colore bluastro o viola o anche come un livido o una tumefazione.
  • Infine l’angioma misto è quella forma che presenta caratteristiche delle altre forme. Inoltre l’angioma del neonato può essere isolato (si presenta singolarmente), multiplo (con più tumefazioni), segmentale (interessa una regione anatomica ampia) o indeterminato (meno esteso e più lieve).

Le malformazioni vascolari si distinguono in base alla tipologia dei vasi sanguigni coinvolti. Si parla quindi angioma capillare, venoso, artero-venoso, linfatico o misto.

Generalmente l’angioma del neonato è l’unica manifestazione clinica di questa condizione e non ci sono altri sintomi; laddove presenti si sospetta un quadro sindromico particolare. Le malformazioni capillari sono quelle più frequenti e tra queste rientrano anche la manifestazioni vascolari transitorie come il morso della cicogna, lesioni che generalmente scompaiono entro il primo anno di vita o in alcuni casi persistere anche in età adulta.

Dove si manifesta più frequentemente?

L’angioma nel neonato si manifesta prevalentemente sul viso, in altri casi può verificarsi sul collo, sulla testa, sulle braccia, sul torace o sulle gambe.

Ci sono rischi o conseguenze?

Come abbiamo potuto analizzare, l’angioma del neonato è una condizione molto variegata che nella maggior parte dei casi è benigna e regredisce spontaneamente. Per questo è solitamente sufficiente l’esame visivo da parte del medico per accertarne la natura. Nelle forme più dubbie o accompagnate da sintomi e anomalie di altra natura, si può ricorrere a un’ecografia o una risonanza magnetica (o altri esami clinici) per verificare la profondità della lesione ed escludere l’eventuale coinvolgimento di altri organi.

Così come riportato dall’Osservatorio Malattie Rare, infatti, le forme multiple e segmentali sono quelle associate, in circa il 12% dei casi, a delle complicanze. A seconda della sede dell’angioma, infatti, c’è il rischio di danni funzionali alla vista, all’udito o alla suzione, ma anche di andare incontro a compromissioni dell’apparato epatico, respiratorio o cardiaco che possono mettere a repentaglio la vita del neonato.

In rari casi, ancora, la lesione cutanea può andare incontro a ulcerazione o provocare un danno estetico permanente.

Angioma neonato: trattamenti e cura

Il trattamento, ovviamente, dipende dalla gravità della lesione e si può procedere con procedure mediche, chirurgiche, endovascolari o miste. Il trattamento di prima scelta è quello che prevede l’utilizzo di un antipertensivo orale (il propranololo) che blocca la fase di crescita del tumore inducendone rapidamente la regressione.

L’alternativa è il ricorso ai corticosteroidi sistemici o, nelle forme più gravi o nelle quali si assicurerebbe un risultato estetico migliore, l’intervento chirurgico. Il ricorso al trattamento laser, invece, può essere utile per schiarire le macchie.

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