
Cos'è il rinforzo positivo? Qual è la differenza con quello negativo? Ecco la storia e i benefici del rinforzo positivo, e alcuni esempi.
Capita a tutti i genitori di perdere la pazienza coi figli fino a esplodere. Ma certamente non è il modo migliore di educarli. Ecco 4 consigli per aiutare i genitori a gestire la rabbia verso i figli.
Si può fare; il primo passo è la consapevolezza delle proprie emozioni (rabbia compresa), per arrivare gradualmente a evitare di cadere nel meccanismo che fa scaturire quella reazione. Ecco 4 consigli su come gestire la rabbia verso i figli.
La rabbia è un’emozione come tutte le altre. La nostra cultura, tuttavia, la connota in modo negativo; questo fa sì che le persone siano spesso portate a inibire la propria rabbia. Ma proprio il tenersi tutto dentro, il covare questo sentimento ha l’effetto di comprimere la rabbia fino a renderla inevitabilmente esplosiva e dannosa. Quante volte è capitato a un genitore di cercare di essere paziente, di controllarsi una, due, tre volte fino a esplodere?
Questa modalità di esternare la rabbia non è utile e nemmeno salutare, né per i genitori e né per i figli. Come fare, allora? Innanzitutto, bisogna ricordare che la rabbia ha sempre delle ragioni sottostanti. Nasce da una frustrazione, da uno scontro tra ciò che ci aspettiamo e la realtà, che ci piomba addosso così com’è: imprevedibile e spesso amara, non sempre siamo pronti ad accettarla.
La realtà sfugge al nostro controllo, ai nostri programmi e le nostre previsioni; spesso a far scaturire la rabbia è qualcosa che accade e non ci si aspettava: può essere anche la reazione di un figlio che non era quella che noi avevamo previsto e/o voluto.
Prima di tutto, quindi, è importante avere questo tipo di consapevolezza, per essere pronti ad accogliere diversamente ciò che succede e a modificare alcuni atteggiamenti di rabbia incontrollata verso i figli. Questo aiuterà i bambini a essere più maturi e responsabili; ricordiamoci che loro hanno come primo modello di comportamento quello dei genitori.
Ecco 4 preziosi consigli che possono aiutare i genitori che vorrebbero imparare a controllare la propria emotività e le reazioni di rabbia verso i figli.
Tutti sanno che la rabbia porta a dire cose che non si volevano dire, a fare cose che non si volevano fare; spesso può portare a intervenire nel modo sbagliato, magari provocando anche una rottura nelle relazioni personali.
Dunque, no alle reazioni istintive: è importante, quando sentiamo la rabbia montare, prenderci alcuni minuti per sbollire e far sfogare quella rabbia, ed è bene farlo lontano dai figli.
Per esempio, è possibile esplicitare al bambino quello che si prova, e dire che ci si allontana un attimo proprio perché ci si sta arrabbiando. Il bambino comprenderà che la rabbia è un’emozione, che arrabbiarsi va bene, che ne si può parlare, ma che è bene farlo più tardi, nel modo e nel contesto giusti.
I genitori dovrebbero essere consapevoli che agire minacciando e dando punizioni ai figli è sbagliato e spesso dannoso. Purtroppo nei momenti di rabbia si arriva spesso a tentarle tutte pur di far cessare un capriccio e ottenere rispetto dai figli; tuttavia, si rischia un’escalation del litigio e si perderà l’opportunità di risolverlo con maturità, da persone adulte.
Le minacce, poi, se vengono fatte in un momento di rabbia incontrollata, possono essere irrazionali ed esagerate; è più utile dire al bambino che i genitori stanno riflettendo su cosa fare a seguito del suo comportamento. A questo proposito, è fondamentale sforzarsi di usare un tono di voce calmo e non urlare.
Quando siamo agitati, di riflesso anche il nostro interlocutore si agiterà, perché il nostro stato emotivo risuona col suo. E non bisogna mai dimenticare che i genitori sono il modello imitativo dei figli, il punto di riferimento per la loro educazione.
Cos'è il rinforzo positivo? Qual è la differenza con quello negativo? Ecco la storia e i benefici del rinforzo positivo, e alcuni esempi.
Un altro aspetto importante è evitare le generalizzazioni: non bisogna assolutizzare un aspetto negativo del carattere del bambino.
I genitori dovrebbero parlare, semmai, di quello che li ha fatti arrabbiare nello specifico; non dare giudizi netti su com’è o dovrebbe essere il proprio figlio. Questo atteggiamento, infatti, può portare il bambino a chiudersi, arrabbiarsi a sua volta e questo, di sicuro, non agevola il cambiamento positivo.
4. Non sfogare sui figli le tensioni personali
A volte i genitori sono stressati per problemi personali o lavorativi e nei momenti più duri possono riversare la loro rabbia sui figli.
Ma è piuttosto preferibile dire in modo molto onesto e diretto ai nostri figli che ci sentiamo stanchi perché abbiamo avuto una giornata difficile, e magari chiedere il loro aiuto, un po’ di collaborazione in più.
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