La quinta malattia, anche conosciuta come megaloeritema infettivo, può contagiare sia i bambini in età scolare sia la popolazione adulta. È così definita in quanto è la quinta malattia esantematica, in ordine cronologico, ad essere stata identificata.

Se la futura mamma non l’ha già contratta da bambina, c’è il rischio che l’infezione si sviluppi proprio nel corso della gravidanza e che possa compromettere la salute del bambino.

La quinta malattia: il parvovirus

A causare la quinta malattia è l’agente infettivo Parvovirus B19, un virus diffuso in tutto il mondo. Il parvovirus si trasmette attraverso le goccioline di saliva emesse con tosse e starnuti.

Si tratta quindi di una malattia altamente contagiosa, in quanto per contrarla è sufficiente il contatto con superfici e oggetti contaminati. Il periodo d’incubazione del parvovirus, durante il quale la trasmissione è molto probabile, è di 4-14 giorni, ma può arrivare anche fino ai 21.

Questo virus si replica nei globuli rossi, motivo per il quale può causare gravi forme di anemia.

I sintomi della quinta malattia in gravidanza

Inizialmente i sintomi sono piuttosto aspecifici, simil-influenzali, con qualche linea di febbre e un leggero malessere. Per questo sono anche più difficili da riconoscere. Ma dopo alcuni giorni, inizia a comparire l’esantema a livello delle guance (che assumono un aspetto definito “a guance schiaffeggiate”) delle braccia, delle gambe e del tronco.

I sintomi tendono a scomparire nel giro di un paio di settimane ma, a volte, possono ricomparire per settimane o mesi in seguito all’esposizione alla luce solare o con i cambiamenti di temperatura.

Quinta malattia in gravidanza: rischi e conseguenze

Il megaloeritema che compare quando si contrae la quinta malattia non è in sé non è molto pericoloso. Tuttavia, se l’infezione da Parvovirus B19 viene contratta durante i nove mesi di gestazione, c’è il rischio che nel 2-3% dei casi il feto possa andare incontro a sintomi gravi, quali:

  • anemia molto marcata;
  • scompenso cardiaco;
  • idrope fetale, dovuta a un accumulo di liquidi al di fuori del sistema circolatorio;
  • aborto o morte fetale intrauterina.

Come prevenire la quinta malattia?

Solitamente, la maggior parte delle future mamme è già immune in gravidanza al parvovirus in quanto si tratta di un’infezione che viene contratta in tenera età.

Tuttavia, data la gravità delle conseguenze per il feto se la quinta malattia viene contratta durante la gestazione, viene preventivamente verificata la presenza di anticorpi contro il Parvovirus B19 attraverso un prelievo del sangue.

La quinta malattia rientra infatti nella categoria Others (altri) dell’esame del TORCH (Toxoplasmosi, Others, Rosolia, Citomegalovirus, Herpes), che serve proprio a verificare la presenza di specifici anticorpi nel sangue e a capire quindi se la futura mamma ha già avuto la malattia o se, al contrario, c’è il rischio che contragga infezioni potenzialmente pericolose per il nascituro (ovvero non viene rilevata la presenza degli anticorpi).

Invece, se non si è già avuta la quinta malattia e poiché come visto si trasmette tramite goccioline di saliva, per limitare la trasmissione dell’infezione è necessario adottare norme igieniche elementari, come il lavaggio frequente delle mani.

Quinta malattia in gravidanza: cosa fare?

Se viene contratta la quinta malattia in gravidanza, a seconda dell’epoca di gravidanza e dei sintomi, il medico prescriverà gli accertamenti necessari per tenere sotto controllo la situazione e, se necessario, intervenire tempestivamente per salvaguardare il benessere del bambino. Una delle principali complicazioni per il feto è l’idrope fetale, che può essere rilevata mediante ecografia.

La terapia standard prevede l’impiego di farmaci per abbassare la febbre e di lozioni emollienti per ridurre il prurito, associati a riposo e abbondante consumo di liquidi. Al momento non sono disponibili cure specifiche per questa infezione.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Rating: 5.0/5. Su un totale di 1 voto.
Attendere prego...

Categorie

  • Patologie in gravidanza