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Causa bruciore e difficoltà a iniziare la minzione: si tratta della pielonefrite, una delle infezioni delle vie urinarie, che può interessare anche le donne in dolce attesa. Con la nostra esperta vi spieghiamo come riconoscerla e affrontarla.
In ogni caso la pielonefrite non colpisce solamente le gestanti, ma tutte le donne. Tuttavia, durante i 9 mesi è necessario tenerla sotto controllo.
Per fare chiarezza, abbiamo parlato dell’argomento con la dottoressa Monica Calcagni, medico chirurgo specialista in Ginecologia e Ostetricia.
Le infezioni delle vie escretrici sono generalmente causate da batteri. Spiega la dottoressa Calcagni:
In particolar modo la pielonefrite è causata da Escherichia coli (E. coli), che è un batterio che il nostro corpo conosce già, perché è già presente nell’intestino. Tuttavia può subire delle modificazioni e generare infezioni. Questa alterazione può causare, oltre la pielonefrite, anche altre tipologie di infezioni delle vie urinarie: cistite e batteriuria asintomatica.
L’infezione renale (pielonefrite) può interessare uno o entrambi i reni e ad esserne principalmente colpite, come riporta l’approfondimento del Manuale Msd, sono le donne.
I batteri che causano l’infezione possono risalire le vie urinarie e interessare le parti alte, fino a raggiungere i reni. Ciò dipende sia dalla conformazione anatomica, sia dall’abbassamento delle difese immunitarie. Motivo per cui le donne in gravidanza sono maggiormente esposte, in quanto nel corso dei 9 mesi il loro corpo cambia notevolmente e il progesterone agisce l’organismo dall’interno.
I sintomi della pielonefrite sono piuttosto semplici da riconoscere, avvisa la dottoressa Calcagni:
Una persona che presenta un’infezione delle vie urinarie alte lamenta bruciore e difficoltà nella minzione, dolore al fianco, che può arrivare fin dietro la schiena, in realtà si tratta di un dolore che parte dall’alto verso il basso, interessando questo tratto del corpo.
In alcuni casi la paziente può riportare anche altri sintomi, meno frequenti, tra cui febbre e urinocoltura positiva. A questa si aggiunge la batteriuria asintomatica, che può progredire fino a provocare cistiti o pielonefriti sintomatiche. Ciononostante, le infezioni delle vie urinarie non sono sempre precedute da una batteriuria asintomatica.
In gravidanza la pielonefrite è un’infezione rara ma possibile. La gestante infatti, proprio per via dei numerosi cambiamenti fisici e ormonali, è più esposta all’infezione.
Di sicuro la pielonefrite in gravidanza insorge nei soggetti che in passato hanno già sofferto di questa problematica (recidiva). Sebbene non sia frequente, questa è favorita dai livelli di progesterone e dall’abbassamento naturale delle difese immunitarie. Anche la risalita dei batteri, per via delle variazioni interne, è più semplice.
Soprattutto durante la dolce attesa è importante avvisare il proprio ginecologo o il medico curante dei vari sintomi (bruciore, dolore al fianco, febbre) per capire di cosa si tratta ed eseguire il trattamento per tempo:
In particolar modo, bisogna tenere sotto controllo la pielonefrite in gravidanza nel primo e secondo trimestre. Tra le conseguenze si presenta il rischio di travaglio prematuro e rottura delle membrane prima della data del parto, provocando un eventuale aborto.
Esistono varie possibilità di trattare l’infezione renale in gravidanza. La dottoressa Calcagni spiega che può passare e guarire autonomamente, col tempo, oppure può richiedere degli interventi specifici.
In genere basta seguire la terapia antibiotica, prescritta dal ginecologo o dal medico curante. Nei casi più importanti, è necessaria l’ospedalizzazione. Per casi gravi, che sono infrequenti, intendiamo quando la gestante riporta dolori molto forti e febbre alta.
Oltre che non sottovalutare mai gli accorgimenti e le regole di stile di vita suggerite da medico e ginecologo, perché aiutano a prevenire eventuali problematiche, conclude la ginecologa: “Conviene bere tanta acqua, per scongiurare il rischio di pielonefrite”.
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