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Le perdite di sangue in gravidanza possono avere diverse cause: non sono da sottovalutare, ma non sempre sono il segnale di qualcosa di grave.
Le perdite di sangue in gravidanza sono un fenomeno abbastanza frequente e causa inevitabile di preoccupazione nelle donne incinte, ma non sempre sono sintomo di un problema grave.
Circa il 30% delle donne si trova a far fronte ad almeno un episodio di perdite di sangue in gravidanza, ma solo nella metà dei casi queste rivelano un effettivo problema (più o meno grave). Spesso si tratta solo di piccoli traumi a carico del collo dell’utero e delle mucose, particolarmente irrorate durante la gestazione.
È necessario sottoporsi in ogni caso a un controllo medico, ma non sempre ci si deve presentare al pronto soccorso con la massima urgenza.
Le cause delle perdite di sangue in gravidanza sono spesso legate all’epoca gestazionale in cui si verificano. Nel primo trimestre di gravidanza, il sanguinamento vaginale è relativamente frequente (interessa circa un quarto delle donne incinte) e può avere diverse origini. Se si verifica tra i sei e i dodici giorni dopo l’ovulazione, spesso si tratta di perdite da impianto.
L’embrione appena formato si annida nella parete uterina e può causare la rottura di alcuni piccoli vasi sanguigni. Le perdite da impianto sono di norma di lieve entità e di colore rosso scuro o marrone. Spiega il ginecologo Sandro Zucca:
La perdita di sangue dai genitali può indicare che effettivamente la gravidanza non si è impiantata correttamente e di conseguenza non continuerà. Altre volte ha invece dei significati molto più benigni. Ad esempio alcune anomalie di forma dell’utero, la più frequente è l’utero bicorne che provoca sanguinamento all’inizio della gravidanza. È possibile anche che la placenta possa leggermente distaccarsi dalla sua sede di impianto, ma la gravidanza continuerà. Anche la gravidanza extrauterina si manifesta con gocce di sangue e dolore addominale: sempre bene eseguire fin dall’inizio un controllo ecografico se ci sono perdite di sangue per valutare che la gravidanza sia al posto giusto.
Il consiglio è quindi quello di rivolgersi a un medico se durante la gravidanza si osservano delle perdite di sangue. Spiega il dotto Zucca: “Quando è stato visto in ecografia il buon impianto dell’ovulo fecondato e si è verificata la presenza del battito cardiaco dell’embrione la probabilità che la gravidanza proceda con successo è superiore al 98%, un dato molto confortante”.
Molte donne, non ancora consapevoli di essere incinte, le scambiano per mestruazioni. Di solito non durano più di cinque giorni e non comportano rischi per la gravidanza. Diverso è il caso della gravidanza extrauterina, una gestazione che si sta sviluppando al di fuori dell’utero e che è destinata a interrompersi.
In questo caso, però, le perdite in gravidanza sono accompagnate da dolore intenso, di norma localizzato in corrispondenza del punto in cui si è annidato l’embrione, di norma una delle due tube.
Il dolore accompagna spesso, ma non sempre, anche le perdite in gravidanza dovute a una minaccia d’aborto. Questo problema si verifica più spesso nelle prime 12 settimane di gestazione, e a volte è appunto accompagnato a dolori addominali simili a quelli mestruali. L’ecografia pelvica permetterà di stabilire le cause delle perdite in gravidanza e di trattarle nel modo più efficace.
Quando le perdite ematiche si verificano a un’epoca gestazionale più avanzata (oltre le 15 settimane di gravidanza), sono spesso legate a un distacco di placenta. In pratica la placenta si stacca, di solito parzialmente, dalla parete uterina, determinando il sanguinamento. In questo caso, l’emorragia è di norma persistente, con coaguli e di colore scuro, e può essere accompagnato da dolori e contrazioni.
La prognosi dipende dall’entità del distacco di placenta e dall’epoca gestazionale in cui si verifica. Anche la cosiddetta placenta previa può causare perdite in gravidanza oltre la 15^ settimana: si tratta di situazioni in cui la placenta si è impiantata molto vicino all’apertura del collo dell’utero, ostruendolo in parte o in tutto. In questo caso, la placenta può sanguinare, per esempio a causa di piccole contrazioni uterine.
Di solito questo tipo di sanguinamento è rosso intenso e molto fluido, a volte intermittente. Il dolore non sempre è presente. In base all’entità dei sintomi e allo stadio della gravidanza, il ginecologo deciderà il trattamento da seguire, che può includere il riposo o, nei casi più seri, il cesareo d’urgenza.
Anche la presenza di polipi a livello dell’utero può causare perdite di sangue in gravidanza, ma spesso non è necessario intervenire.
Quando le perdite in gravidanza si verificano dopo la 37^ settimana e sono accompagnate da muco ed eventualmente da contrazioni, significa di norma che sta cominciando il travaglio. In questo caso le perdite sono dovute alla perdita del cosiddetto tappo mucoso.
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Se però l’emorragia fosse copiosa e accompagnata da dolore intenso e non intermittente, occorre affrettarsi nell’andare al pronto soccorso. In definitiva, le perdite in gravidanza richiedono sempre un controllo ginecologico, ma occorre andare subito al pronto soccorso in presenza di dolore addominale, nausea, vomito e debolezza.
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