Infezioni alle vie urinarie in gravidanza: quali sono e come si curano

Le infezioni alle vie urinarie in gravidanza (batteriuria, cistite e pielonefrite) sono abbastanza frequenti: i sintomi comuni sono prurito alle parti intime e bruciore durante la minzione. Meglio rivolgersi subito allo specialista per evitare complicanze e mettere a rischio il feto.

Le infezioni urinarie in gravidanza sono un problema importante per il benessere della gestante e del feto e richiedono attenzione e cure specifiche. Si stima che le affezioni urologiche durante la gestazione colpiscano il 10% delle donne, soprattutto nell’ultimo trimestre di gravidanza e, successivamente, nel periodo del puerperio.

Durante la gravidanza, infatti, il corpo femminile subisce modificazioni sia ormonali che anatomo-funzionali. In questo periodo, eventuali preesistenti flogosi (infiammazioni) spesso asintomatiche possono peggiorare manifestando sintomi prima non percepibili. Lo stato di gravidanza, inoltre, riduce fortemente la possibilità di risoluzione spontanea di eventuali infezioni delle vie urinarie.

Si stima che se l’infezione viene contratta fuori dalla gravidanza, essa tende a risolversi spontaneamente nel 25-30% dei casi. La stessa infezione contratta, invece, durante la gravidanza si risolve spontaneamente solo nello 0-3% dei casi proprio per le diverse condizioni fisiologiche e ormonali della donna.

In caso di precoci avvisaglie o sintomi specifici, dunque, è consigliabile rivolgersi immediatamente allo specialista per riconoscere tempestivamente la patologia e suggerire la cura adatta.

Infezioni alle vie urinarie: cause

Le cause più comuni di infezioni alle vie urinarie in gravidanza sono rappresentate da agenti microbici che colonizzano naturalmente l’intestino, come i batteri aerobi Gram-negativi.

La trasmissione può essere per via ematica e, più comunemente, per via anatomica date le naturali connessioni linfatiche tra il colon e le vie urinarie. Risulta facile, inoltre, che la migrazione batterica avvenga sia per questioni anatomiche, sia per via ascendente endocanalicolare, a causa dei numerosi batteri che popolano naturalmente il perineo, la parte finale dell’uretra e la vagina.

In gravidanza, inoltre, si assiste ad un rallentamento della motilità intestinale generale e un incremento della stitichezza (stipsi), eventi che provocano ristagno fecale nell’intestino crasso, aumentando il rischio di infezioni batteriche.

In ultima analisi, la gravidanza è un periodo particolare per il corpo femminile e molte patologie possono risultare amplificate o subire un peggioramento, comportando maggiori rischi per la madre ed il feto.

I batteri che più comunemente causano infezioni alle vie urinarie sono:

  • Coli (il più comune, causa circa l’80% delle infezioni urinarie);
  • Klebsiella P;
  • Enterobacter;
  • Proteus;
  • Enterococco;
  • Stafilococco;
  • Streptococco;
  • Pseudomonas;
  • Citrobacter.

Le infezioni alle vie urinarie più comuni in gravidanza, invece, sono:

  • batteriuria asintomatica;
  • cistite;
  • pielonefriti.

Infezioni alle vie urinarie: sintomi

I sintomi delle malattie alle vie urinarie possono essere diversi, ma tutti legati comunque legati da un leitmotiv che contempla difficoltà nella minzione e bruciore nelle parti intime. Talvolta, questo genere di infezioni può presentarsi anche in maniera asintomatica, ossia priva di sintomi. In caso di dubbi, rivolgersi tempestivamente allo specialista può evitare l’aggravarsi della situazione.

Batteriuria asintomatica

Si definisce batteriuria asintomatica la condizione in cui, nelle urine, sono rilevati ceppi batterici in elevata concentrazione (almeno 105 unità formanti colonie per millilitro). La presenza di batteri nelle vie urinarie è comune, ma in gravidanza può dare origine a complicanze.

I sintomi più comuni della malattia sono difficoltà nella minzione, anomala frequenza nell’urinare senza un coerente aumento della diuresi, contrazioni dolorose e involontarie della vescica (tenesmo vescicale) ai quali può associarsi febbre, malessere generalizzato, nausea o vomito.

Nel caso esposto, la batteriuria viene descritta come asintomatica ossia priva dei comuni sintomi clinici propri dell’infezione,  condizione riscontrabile nel 2% circa delle gravidanze.

Cistite

La cistite è una flogosi vescicale con sintomi specifici che vanno dal dolore sopra il pube ad una aumentata frequenza della minzione (pollachiuria) oppure a difficoltà nell’urinare (disuria). Questi sintomi possono accompagnarsi a bruciore nelle parti intime, forte prurito, senso di disagio, talvolta febbre nei casi più importanti.

È frequente, inoltre, avere a urine torbide e maleodoranti con tracce di sangue o pus. Il processo infiammatorio della vescica può presentarsi in tre forme: acuto, subacuto o cronico. L’infezione può infatti risolversi dopo un solo episodio, oppure, se trascurata, ripresentarsi e cronicizzare.

Pielonefrite

I sintomi della pielonefrite sono chiari e ben identificabili. Si può avere febbre alta con brividi squassanti, mal di testa, nausea e vomito, talvolta diarrea.

Altri sintomi sono i dolori, tra cui il dolore al fianco e l’angolo costovertebrale indolenzito a destra oppure da entrambe le parti.  I sintomi che riguardano l’apparato urinario sono quelli di pollachiuria, disuria, con eventuale incontinenza.

Infezioni alle vie urinarie: cure

Benché le infezioni alle vie urinarie ricorrano con una certa frequenza nelle donne gravide, questo non significa che vadano trascurate o sottovalutate. Le infezioni alle vie urinarie richiedono cure specifiche e molta attenzione proprio perché possono aumentare i rischi di un parto pretermine e perché prevedono l’assunzione di antibiotici in gestazione.

Nella maggior parte dei casi è necessario, infatti, ricorrere ad antibiotici la cui prescrizione deve essere fatta da uno specialista che abbia conoscenza di tutta la storia clinica e gravidica della paziente.

Batteriuria asintomatica

La cura della batteriuria richiede, in primissima battuta, riposo e idratazione con l’assunzione di almeno 2 litri d’acqua nell’arco delle 24 ore. La terapia farmacologica prevede la somministrazione di antibiotici (cefalosporine e chinolonici).

Le donne con due urinocolture positive che mostrino una batteriuria significativa con lo stesso patogeno, dovrebbero essere trattate con solerzia. La scelta del trattamento dipende dal tipo di microrganismo della colonia, dall’antibiogramma e dalla sicurezza dell’impiego del farmaco in gravidanza.

Cistite

In caso di cistite acuta, è importante adottare alcune abitudini igienico-sanitarie generali e particolari, prestando molta cura alla corretta idratazione e alla pulizia personale.

Si consiglia, pertanto, di assumere almeno 2 litri d’acqua al giorno, preferibilmente povera in minerali (oligominerale) al fine di diluire la carica batterica ed ottenere un lavaggio meccanico delle vie urinarie. Di estrema importanza è l’igiene intima. La cura farmacologica si basa, invece, sulla somministrazione di antibiotici e antidolorifici.

Pielonefrite

Le donne affette da pielonefrite necessitano di ospedalizzazione: si procede con la reidratazione a cui si affianca la terapia antibiotica endovenosa ad ampio spettro da iniziare dopo l’esame microbiologico. Gli agenti etiologici della pielonefrite sono simili a quelli della batteriuria asintomatica.

Gli antibiotici di prima scelta sono, quindi, le cefalosporine di ultima generazione. Nel caso di allergia ai b-lattamici che inducono l’impossibilità ad impiegare le cefalosporine, si ricorre ad un aminoglicoside.

Infezioni alle vie urinarie: rischi e conseguenze

Le infezioni alle vie urinarie, di normale risoluzione durante il periodo non gravidico, richiedono particolare attenzione se sviluppate in gravidanza perché potenzialmente compromettenti per la salute della madre e del feto.

I medici ribadiscono di non sottovalutare mai alcun sintomo, anche ipotetico, sporadico o unico: il trattamento immediato e la scelta della cura adatta contribuiscono sensibilmente alla corretta risoluzione delle malattia. Senza esporre madre e feto a rischi inutili quando la patologia è avanzata.

Batteriuria asintomatica

Si calcola che 20-30% delle donne gravide con batteinuria asintomatica sviluppano una pielonefrite acuta qualora la batteriuria non sia stata trattata adeguatamente. Si stima, inoltre, che circa i 2/3 delle donne gravide affette da pielonefrite abbiano avuto precedentemente una batteriuria.

Oltre all’insorgenza di pielonefrite acuta, in presenza di batteriuria asintomatica possono manifestarsi conseguenze rischiose quali parto pretermine o basso peso alla nascita, anche se la valutazione di questo rischio richiede ulteriori conferme scientifiche.

Cistite

Anche la cistite può sviluppare complicanze in gravidanza. Per la madre, è stato dimostrato che in caso di cistite vi è una più alta incidenza di degenerazione in pielonefrite. Questo può aumentare il rischio di nascite premature e al basso peso fetale alla nascita, o comunque una riduzione dello sviluppo generale del feto.

La cistite, inoltre, provoca forte disagio alla donna incinta con bruciori, dolori e pruriti estremamente fastidiosi. Ad essi, può associarsi nervosismo e ansia.

Pielonefrite

La pielonefrite può dare adito a gravi complicanze tali da mettere a rischio la gravidanza. Episodi recidivi di pielonefrite possono provocare setticemia e shock settico, oltre che insufficienza renale e respiratoria, ma anche anemia a causa dell’emolisi delle endotossine in circolo. Talvolta, la pielonefrite può provocare minaccia di parto pre-termine.

Infezioni alle vie urinarie: prevenzione

La prevenzione delle patologie a carico delle vie urinarie prevede pochi e semplici passi, ma fondamentali per proteggere le parti intime da possibili infezioni. Una corretta igiene intima, un’alimentazione controllata carente in zuccheri e ricca in sali minerali e vitamine, una corretta idratazione sono indicazioni generali particolarmente importanti per la prevenzione delle malattie alle vie urinarie in gravidanza.

Sia durante la gravidanza che fuori, si consiglia di usare quotidianamente biancheria intima in puro cotone della taglia corretta, che non stringa e che rispetti la conformazione anatomica del corpo della donna. Il perizoma, per esempio, è meglio indossarlo occasionalmente, prediligendo uno slip dal taglio standard e in puro cotone per la quotidianità.

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