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La cistite è un'infiammazione delle vie urinarie che colpisce molte donne, anche in gravidanza, creando fastidi invalidanti cui porre tempestivo rimedio.
Parliamo di una delle infezioni alle vie urinarie che, sebbene non rientri tra le infezioni pericolose per la gravidanza, risulta particolarmente fastidiosa e invalidante, tanto che è impossibile ignorarla o sottovalutarla.
Tra le infezioni che possono colpire le vie urinarie la cistite è, per una questione anatomica, una condizione più diffusa nelle donne rispetto agli uomini e che in gravidanza, anche per via dei sintomi che l’accompagnano, desta sempre grande preoccupazione.
Per fare chiarezza sull’argomento comprendendo quali sono le cause, i sintomi, i rimedi, ma anche i metodi per prevenirla, abbiamo intervistato il Dottor Luca Zurzolo, specialista in ginecologia e ostetricia, che ha risposto ad alcune nostre domande sulla cistite in gravidanza.
Dottor Zurzolo, cos’è propriamente la cistite?
La cistite è un’infiammazione della vescica che molto spesso è legata alla presenza di batteri all’interno della vescica che derivano solitamente o dal tratto vaginale o dal tratto rettale e quindi per via ascendente arrivano in vescica, la colonizzano e creano questa condizione di infezione e infiammazione.
Quali sono le cause di questa infezione?
I batteri interessati nell’eziopatogenesi della cistite sono i più vari. Molto spesso si parla di Escherichia coli che è quello più diffuso nel tratto intestinale-rettale.
Ci sono fattori di rischio o condizioni per le quali la cistite si può sviluppare più facilmente?
È più frequente nelle donne con il diabete gestazionale perché il diabete provoca un aumento degli zuccheri disciolti nelle urine che sono un alimento per i batter e favorisce lo sviluppo e l’attecchimento di questi batteri all’interno della vescica.
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Da cosa si riconosce una cistite?
L’infezione e l’infiammazione da cistite è solitamente avvertita dalla paziente con una frequente necessità di andare a urinare e, quando lo fa, a non svuotare completamente la vescica. Inoltre percepisce una forte sensazione di bruciore che in alcuni casi può anche essere di dolore a livello sottopubico. A volte la cistite si può presentare anche nella forma emorragica con quindi anche una presenza di sangue nelle urine. Questa forma non indica che la cistite è più severa, nonostante solitamente rappresenti un campanello d’allarme che impensierisce molto le pazienti, specialmente le donne in gravidanza.
È possibile prevenire questa condizione?
Per prevenirla è utile seguire un’alimentazione corretta, cercare di avere un transito intestinale regolare, evitare bevande zuccherate, cambiare spesso la biancheria intima e avere delle abitudini sessuali sane con una detersione prima e dopo il rapporto.
Quali sono le conseguenze di una cistite non trattata o trattata in maniera non corretta?
È molto difficile che una cistite non venga trattata in quanto ha una sintomatologia molto fastidiosa e invalidante. Chi ne soffre sente dolore, bruciore, può vedere del sangue, non riesce ad andare in bagno a svuotare la vescica. Quindi è altamente invalidante per la vita di tutti i giorni e per questo quando percepisce questi sintomi si rivolge immediatamente al medico.
Per quanto, come ci ha detto, è pressoché impossibile non riconoscere una cistite e, di conseguenza, non trattarla prontamente, è possibile che possa essere responsabile di conseguenze al feto?
Come tutte le infezioni, se non viene curata, può diffondersi e se arriva a livello vaginale può rompere il sacco amniotico. Tutte le infezioni in gravidanza devono essere trattate con attenzione per evitare che possano esserci delle conseguenze negative per la donna e per il feto.
Come si interviene per trattare e curare la cistite in gravidanza anche per eliminare i fastidi che accompagnano questo tipo di infezione?
In gravidanza, ma anche fuori dalla gravidanza, si effettua un esame colturale delle urine con il quale si identifica il batterio. Poi si sviluppa l’antibiogramma, ovvero si testano i vari antibiotici che possono essere efficaci contro quel batterio, e si indica una terapia antibiotica che solitamente non supera i 5-6 giorni. A questa terapia si abbina spesso un integratore, un fermento lattico o un farmaco per evitare che ci sia stitichezza che aiutano a risolvere questa problematica che colpisce tantissime donne in gravidanza, ma che nella stragrande maggioranza dei casi non rappresenta qualcosa di grave o pericoloso.
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