Celiachia e gravidanza: come impatta su concepimento e gestazione

Diversi studi hanno indagato il rapporto tra celiachia, gravidanza e fertilità. Facciamo chiarezza sull'argomento.

Se è vero che l’alimentazione è uno dei fattori da non sottovalutare sia per quel che riguarda la fertilità che il mantenimento e il proseguimento sano di una gravidanza, quanto può incidere una condizione come la celiachia? Parliamo infatti di una malattia autoimmune scatenata dal consumo di alimenti contenenti glutine. Una proteina, spiega l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), presente nel grano, nell’orzo e nella segale, ma anche nella pasta, nella pizza e nei prodotti da forno, nei cereali per la prima colazione, nella carne e nel pesce impanati così come nei piatti pronti, nei gelati, in alcuni yogurt, nella birra e nelle salse. Una condizione che solamente in Italia, secondo i dati dell’Associazione Italiana Celiachia, interessa almeno l’1% della popolazione con molti casi che restano non diagnosticati. Anche considerando che in Italia due persone celiache su tre sono donne è importante porre attenzione sulle possibili ripercussioni tra celiachia e gravidanza così come sulla possibilità di rimanere incinta.

Celiachia e gravidanza: c’è un legame?

Tra le possibili conseguenze della celiachia c’è anche quella di condizionare negativamente una gravidanza. Questo, spiega uno studio dell’Obstetric Medicine, a causa di un insieme di fattori legati alla malattia e al conseguente malassorbimento. Quando il glutine viene assunto da persone con celiachia, infatti, si innesca una risposta immunitaria che danneggia la mucosa dell’intestino tenue. Questo danno compromette la capacità dell’organismo di assorbire i nutrienti essenziali.

Come evidenziato in questo studio, le donne con celiachia hanno un rischio maggiore di esiti avversi della gravidanza, motivo per cui la diagnosi precoce e l’adozione di una gestione adeguata consentono di ridurre queste possibili conseguenze.

Bisogna ricordare che durante la gravidanza il fabbisogno nutrizionale della gestante aumenta significativamente con l’obiettivo di supportare la crescita e lo sviluppo del feto. La celiachia è una malattia caratterizzata dall’infiammazione cronica della mucosa dell’intestino tenue che può compromettere la digestione e l’assorbimento dei nutrienti. La particolarità cui prestare attenzione è che anche seguendo un’alimentazione adeguata alla celiachia, le gestanti possono essere a rischio di carenze di nutrienti essenziali, in modo particolare il ferro, l’acido folico, il calcio, la vitamina D e la vitamina B12, tutte fondamentali per la salute materna e lo sviluppo fetale.

Rischi della celiachia non diagnosticata in gravidanza

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Fonte: iStock

Lo studio pubblicato su Gastrointestinal Disorders riporta i principali esiti avversi della celiachia non diagnosticata. Nello specifico segnala l’aumento del rischio di aborto spontaneo, il ritardo di crescita intrauterino, il basso peso alla nascita, il parto pretermine, taglio cesareo, la nascita di bambini piccoli per l’età gestazionale, anemia materna, potenziali compromissioni della funzione placentare e mortalità fetale. Inoltre la Celiac Disease Foundation segnala l’aumento del rischio di difetti congeniti, in modo particolare la spina bifida. È importante sottolineare, come riportato dal portale WebMD, che l’adozione di una dieta senza glutine può significativamente ridurre o addirittura eliminare del tutto questi possibili esiti avversi, motivo per cui è fondamentale diagnosticarla per tempo.

Sintomi della celiachia in gravidanza e come riconoscerli

Il principale problema della celiachia è che spesso non mostra sintomi o questi non sono specifici, rendendo la diagnosi un problema che aumenta la sua portata in caso di gravidanza. Il World Journal of Gastroenterology spiega come i sintomi della celiachia in gravidanza possono essere gli stessi di quelli non correlati alla gestazione e includo disturbi gastrointestinali, affaticamento, anemia da carenza di ferro e osteoporosi.

Tra i principali sintomi e segnali da monitorare in gravidanza che potrebbero suggerire la presenza di una celiachia sono soprattutto i problemi gastrointestinali (anche se non sempre presenti) come gonfiore, diarrea, stitichezza e dolore addominale e la perdita di peso inspiegabile.

La celiachia può influenzare la fertilità? Cosa dicono gli studi

Se esiste un’ampia letteratura che conferma il rapporto tra celiachia e gravidanza la questione diventa più articolata in riferimento alla fertilità. Alcuni studi, infatti, hanno riportato una maggiore frequenza di anomalie riproduttive nelle donne con celiachia non trattata, tra cui menarca tardivo, menopausa precoce, amenorrea secondaria e infertilità inspiegabile. Per esempio questo studio ha riscontrato che il 2,7% delle donne con infertilità aveva la celiachia, e in quelle con infertilità inspiegabile, la frequenza saliva al 4,1%, una differenza statisticamente significativa che non può essere trascurata.

Tuttavia, due ampi studi di coorte basati sulla popolazione hanno indicato che la celiachia non era associata a una ridotta fertilità complessiva. Un interessante risultato è che la fertilità nelle donne con celiachia sembrava ridotta nei due anni precedenti la diagnosi, ma tornava a livelli normali dopo la diagnosi e il trattamento con una dieta senza glutine.

La celiachia non trattata può effettivamente ridurre la fertilità, ma un’alimentazione senza glutine sembra ripristinare le possibilità di concepimento.

Celiachia e poliabortività

Uno dei possibili esiti avversi della celiachia in gravidanza è, come detto, l’aborto spontaneo. A questo proposito alcuni studi hanno mostrato che le donne con celiachia non trattata hanno un rischio fino a 9 volte maggiore di aborti spontanei ricorrenti rispetto alle pazienti che seguono un trattamento per la celiachia. Nelle donne con celiachia il glutine (in modo particolare la gliadina, la proteina componente del glutine) innesca risposte immunitarie tali da interferire con la normale induzione di tolleranza immunitaria verso l’embrione, aumentando così il rischio di aborto. Parallelamente è stato ampiamente dimostrato come l’adozione di una dieta senza glutine riduca significativamente il rischio di poliabortività.

La celiachia è ereditaria?

La Fondazione IRCCS Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico riporta che la celiachia ha una componente genetica, ma che non vi è un rapporto di causa ed effetto. Un bambino nato da un genitore con celiachia ha un rischio maggiore di ereditare la malattia, ma non è sempre così. Nei neonati l’attenzione verso la celiachia va rivolta al momento dello svezzamento valutando con il pediatra le modalità di introduzione del glutine. È stato infatti dimostrato che introdurre il glutine a 12 mesi invece che a 6 mesi, come si fa solitamente, non cambia il rischio complessivo che il bambino sviluppi la celiachia, anche se i sintomi potrebbero comparire più tardi. Tuttavia questo approccio potrebbe ridurre il rischio di celiachia nei bambini che hanno una predisposizione genetica più alta.

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