Se la fertilità è la capacità di un individuo o di una coppia – questa la definizione impiegata dall’Enciclopedia Britannica – di riprodursi tramite una normale attività sessuale, tanto l’infertilità quanto la sterilità sono l’incapacità di un singolo o di una coppia di riuscirci. In realtà il discorso è molto più complesso, sottile e delicato.

Come ricordato anche in questo studio, parlare di infertilità e sterilità non è la stessa cosa. E non lo è non solo dal punto di vista prettamente clinico. Inoltre, questa confusione sui termini ha spesso portato a non stimare correttamente i due fenomeni o a interpretarli erroneamente.

In uno studio del 2020 pubblicato su MDPI si fa anche riferimento a come la sterilità sia raramente discussa nella letteratura biomedica e clinica e spesso venga utilizzata come sinonimo di infertilità.

Proviamo a fare chiarezza illustrando le differenze tra infertilità e sterilità anche e soprattutto nelle prospettive di chi cerca una gravidanza.

Qual è la differenza tra infertilità e sterilità?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’infertilità come “una malattia dell’apparato riproduttivo maschile o femminile definita dall’incapacità di ottenere una gravidanza dopo 12 mesi o più di rapporti sessuali regolari non protetti“.

È quindi una condizione involontaria che può verificarsi sia per fattori maschili che femminili ma anche inspiegabili.

La Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) offre un’importante precisazione e chiarificazione, spiegando che più che di infertilità si dovrebbe parlare di ipofertilità o subfertilità, indicando con questi termini la ridotta capacità fertile di un individuo o di una coppia che può essere risolta con opportuni presidi.

La principale differenza tra infertilità e sterilità sta proprio nella possibile o impossibile risoluzione essendo, appunto, la sterilità quella condizione in cui non è possibile risolvere il problema.

Su questa scia si pone anche lo stesso studio pubblicato su MDPI che abbiamo già citato, che propone la distinzione tra sterilità naturale e sterilità clinica, distinguendole in base alla possibilità di successo del trattamento. La sterilità clinica è definita come l’incapacità fisiologica di concepire un figlio anche dopo un intervento medico, intervento chirurgico compreso.

Le diagnosi e i percorsi

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Fonte: iStock

I dati a disposizione illustrano un fenomeno equamente distribuito. Il 35% dei casi di infertilità è riconducibile a fattori femminili, il 35% a fattori maschili, nel 15% si tratta di fattori di coppia (subfertilità maschile e femminile) e nel restante 15% di una causa inspiegabile.

La cosiddetta infertilità di coppia sine-causa viene diagnosticata per esclusione per una condizione di sterilità involontaria da almeno 2 anni, nei quali l’iter diagnostico non ha portato a cause evidenti.

Questi dati vogliono illustrare come nel caso in cui una coppia non riesca a ottenere una gravidanza le motivazioni possono essere molto diverse e non necessariamente riconducibili alle “questioni ginecologiche”.

Le cause di infertilità maschile possono essere congenite (tra cui anomalie genetiche e criptorchidismo), acquisite (tra cui traumi, neoplasie, varicocele, disfunzione erettile, eiaculazione retrograda e disfunzione erettile).

Le cause di infertilità femminile possono essere riconducibili a disturbi dell’ovulazione, fattori uterini, cervicali o tubarici ma anche cause genetiche, anatomiche, immunitarie ed endocrine.

Le cause di infertilità di coppia possono riguardare un’incompatibilità immunologica, problemi di sessualità o infertilità psicogena.

La diagnosi, quindi, è tutt’altro che semplice e il medico al quale ci si rivolge deve innanzitutto raccogliere la storia clinica e sessuale per poter avviare gli approfondimenti del caso.

Per l’infertilità femminile la diagnosi si basa sui dosaggi ormonali (FSH, LH, estrogeni, prolattina, TSH, fT4 e AMH) e sulle indagini strumentali (ecografia, isterosalpingografia, isterosono/salpingografia e isteroscopia). Per gli uomini si procede con lo spermiogramma, il dosaggio ormonale e l’ecocolordoppler scrotale o testicolare.

Inoltre alcune cause di infertilità sono riconducibili a fattori ambientali come i disturbi alimentari, l’abuso di alcol, il fumo e l’eccesso di esercizio fisico. Senza dimenticare come a incidere sulla fertilità sia anche l’età con una riduzione della capacità di concepire che diminuisce con il passare degli anni.

Com’è facile intuire non è possibile procedere autonomamente o in maniera frammentata, ma è necessario un approccio competente e coordinato. In questo senso, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) propone un counseling per le coppie infertili finalizzato a supportare le persone che vivono, spesso con enorme sofferenza, l’incapacità di avere un figlio.

La consulenza fornita è di vario tipo: decisionale, di sostegno e terapeutica con l’obiettivo di accompagnare le persone e la coppia, alla luce dei dati della letteratura scientifica e delle possibilità terapeutiche disponibili, verso un percorso che inevitabilmente si rivela potenzialmente lungo e faticoso. E, quindi, dispendioso sia economicamente che psicologicamente.

I trattamenti disponibili

Non esiste, ovviamente, un trattamento unico risolutivo. Questo va ricercato individuando la causa di infertilità.

Per quella femminile si valutano terapie mediche o chirurgiche tra cui l’assunzione di farmaci per la stimolazione dell’ovulazione o la rimozione di polpi, fibromi e tessuto cicatriziale che possono ostruire le tube di Falloppio.

Nel caso dell’infertilità maschile, la terapia farmacologica può essere finalizzata ad aumentare i livelli degli ormoni coinvolti o per contrastare il fenomeno della disfunzione erettile. L’intervento chirurgico può essere invece destinato a rimuovere le ostruzioni dei tubi che trasportano lo sperma o per risolvere problemi strutturali.

Oltre ai trattamenti destinati a risolvere il problema sottostante in modo che la coppia possa, tramite un rapporto sessuale non protetto, ottenere il concepimento e, quindi, la gravidanza, ci sono anche le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Queste aiutano le coppie nelle quali il concepimento spontaneo è impossibile e possono essere di diverso tipo (I, II e III livello) in base all’invasività e alla sede in cui avviene la fecondazione.

Come affrontare sterilità e infertilità

Non c’è un modo univoco per affrontare quelle che possiamo definire come minacce alle prospettive di vita che si vorrebbero percorrere. Decidere di avere un figlio non è certo un obbligo, ma per chi ha questo desiderio sapere di non poterlo ottenere può rappresentare una grande sofferenza.

L’impatto di una diagnosi di infertilità o sterilità può essere devastante dal punto di vista psicologico, anche considerando le pesanti influenze sociali che incidono sulle decisioni delle persone.

Il consiglio che si può dare è di valutare le varie possibilità esistenti, sia dal punto di vista fisico che psicologico. L’infertilità e ancor più la sterilità è qualcosa che si subisce e che bisogna accettare anche se con fatica.

Non si è meno uomini o meno donne senza figli e sta all’individualità di ciascuno elaborare questa situazione accogliendo un qualcosa di imprevisto, sofferto e non voluto.

Qualsiasi rassicurazione o consiglio di alternative risulterebbe fuori luogo, ma ciò che è importante ricordare è che al pari di altre difficoltà anche questa può lasciare ferite ma è anche possibile, con il giusto supporto, renderla meno dolorosa.

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  • Infertilità di Coppia