Proprio perché durante la gestazione il corpo della donna subisce enormi cambiamenti, anche a livello di salute, è opportuno eseguire tutti i test diagnostici prescritti dal ginecologo e suggeriti dalla struttura ospedaliera. Tra questi c’è l’elettrocardiogramma, un esame semplicissimo, veloce e non invasivo, che mette in luce problemi cardiovascolari, se presenti.

Genericamente è consigliato a tutte le donne in dolce attesa, in via preventiva, in particolar modo a coloro che hanno problemi cardiovascolari, considerate gestanti ad alto rischio. In più a chi ha superato i 35 anni, alle fumatrici e a coloro che non hanno eseguito il test negli ultimi 3 anni.

Elettrocardiogramma: come si fa?

L’elettrocardiogramma, o ECG, è un esame che registra l’attività elettrica cardiaca estremamente facile da fare. Fa male? No, è assolutamente indolore. Alla paziente saranno applicati degli elettrodi collegati a loro volta a una macchina, più propriamente nota come elettrocardiografo (fonte: Manuali MSD).

Si possono eseguire due tipi di test, entrambi indolori: a riposo e da sforzo.

Nel primo caso il paziente si stenderà su un lettino e non dovrà fare nulla, se non restare disteso il tempo necessario, affinché l’attività elettrica del cuore venga registrata sul tracciato elettrocardiografico (un foglietto lungo e quadrettato dove vedrete delle onde con alti e bassi). Al termine, l’esame potrà mostrare la presenza o meno di aritmie.

Per l’elettrocardiogramma da sforzo il paziente dovrà sottoporsi all’esame facendo attività, solitamente camminando su un tapis roulant o pedalando su una cyclette. In questo modo si otterrà un tracciato dinamico, che evidenzia patologie cardiache latenti.

Elettrocardiogramma in gravidanza: perché è utile?

La gravidanza, come evidenziato nel documento “Heart Disease and Pregnancy” di Ncbi, può modificare negativamente il sistema cardiovascolare e gli effetti si protrarranno anche nel post-partum. La resistenza vascolare sistemica si riduce man mano che la gravidanza prosegue, fino a metà del secondo trimestre, per poi tornare ad aumentare nel terzo. La variazione è legata al calo della pressione arteriosa e agli aumentati livelli di progesterone, estrogeni e relaxina.

Da tenere presente che, già dal primo trimestre, la gestante presenterà un aumento della frequenza cardiaca, rispetto al periodo pre-gravidico. La frequenza diminuirà col passare delle settimane, ma sarà comunque alta.

Oltre ai cambiamenti circolatori, si verificano anche modificazioni adattative nei grandi vasi e nel sangue e sono estremamente importanti nelle donne con malattie cardiache.

Un punto da considerare è che la gravidanza permette al corpo di coagulare velocemente il sangue, una sorta di sistema di salvaguardia interna, che permette di ridurre autonomamente il rischio di emorragia post parto. Ciò, purtroppo, vuol dire che il rischio di coagulazione è alto e può tradursi in tromboembolia venosa.

Le donne che necessitano di terapia anticoagulante sono considerate soggetti a rischio; mentre la gravidanza è considerata ad alto rischio in caso di valvola cardiaca meccanica, come spiegato da Ncbi.

Quando fare elettrocardiogramma in gravidanza

In base a quanto illustrato, le donne che presentano problematiche cardiache devono sempre sottoporsi a esami specifici e consultare il medico se stanno cercando una gravidanza. In questo modo il professionista consiglierà la terapia pre-concepimento ideale.

In genere l’ECG si esegue durante il terzo trimestre, approssimativamente attorno alla 37esima settimana, quando la donna non presenta alcuna disfunzione cardiaca. In tutti gli altri casi, sarà il proprio cardiologo a stabilire quando fare l’esame e se ripeterlo.

Costi ed esenzioni

L’elettrocardiogramma rientra tra gli esami non esenti in gravidanza, quindi potete prenotarlo ma dovrete pagare il ticket in ospedale o la prestazione, se deciderete di eseguirlo in uno studio privato. I costi possono oscillare tra i 15 e i 45 euro, in base alla struttura.

Se la gravidanza è a rischio, quindi sono presenti condizioni patologiche della madre, che comportino un rischio della madre o del feto, o minaccia d’aborto, come riportato dal sito del Ministero della Salute, sono esenti:

tutte le prestazioni specialistiche ambulatoriali necessarie ed appropriate, prescritte dallo specialista o dal medico di medicina generale.

Elettrocardiogramma anomalo in gravidanza: cause

In assenza di aritmie e problemi cardiaci, è possibile comunque che l’ECG mostri un risultato “anormale”. L’anomalia è sempre da chiarire col medico di famiglia ed è sempre il caso di mostrare il tracciato al ginecologo.

Ad ogni modo è bene sapere che, soprattutto a poche settimane del parto, il feto è ben sviluppato e grande, quindi occupa gran parte del corpo della gestante, spostandone e comprimendone gli organi. Proprio questa compressione può a volte spiegare il risultato anomalo del test diagnostico.

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