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Tra le prime membrane fetali a svilupparsi e che entro la ventesima settimana di gestazione verrà assorbita dall'embrione; conosciamo origine, sviluppo e funzioni del sacco vitellino.
Parliamo infatti di una struttura membranosa che si sviluppa all’interno dell’utero e che si rivela fondamentale nelle fase iniziali dello sviluppo dell’embrione. È infatti una struttura che scompare assorbita dall’embrione tra la quattordicesima e la ventesima settimana di gestazione e che attraverso le sue caratteristiche, la sua posizione e le sue dimensioni può fornire importanti e premature informazioni sullo stato di salute di una gravidanza.
Il sacco vitellino è la prima membrana fetale che si forma in tutti i mammiferi ed è anche la più antica tra tutte le membrane extraembrionali. È una struttura a doppio strato che si forma tramite il mesoderma e l’endoderma (due dei cosiddetti foglietti embrionali), ovvero la prima differenziazione di un embrione in diversi strati cellulari che porteranno alla formazione degli organi, dei tessuti e delle strutture dell’organismo.
Si tratta di una struttura che si forma all’interno dell’utero tra l’ottavo e il quattordicesimo giorno dell’embriogenesi e si collega all’embrione tramite il dotto onfalomestentrico (o dotto vitellino), un canale che consente di collegare il sacco vitellino all’intestino formando un primitivo sistema gastrointestinale.
L’importanza di questa struttura è duplice. Da una parte è determinante per lo sviluppo embrionale, dall’altra si rivela utile per prevedere esiti avversi della gravidanza attraverso l’esame ecografico. Per lo sviluppo embrionale il sacco vitellino fornisce nutrimento e scambio di gas tra l’embrione e l’organismo materno prima che la placenta si formi e inizi il suo lavoro.
Tra le altre funzioni vi è quella legata alla produzione di cellule staminali e cellule germinali, alla regolazione metabolica e alla sintesi delle proteine. Inoltre il sacco vitellino contribuisce anche alla formazione del cordone ombelicale e degli organi riproduttivi.
Per tutti questi motivi parlando del sacco vitellino si comprende l’affermazione secondo cui “L’embrione è una macchina che deve funzionare mentre viene costruita”.
Dopo l’impianto dell’embrione, come visto, si forma il sacco vitellino, ma anche la camera gestazionale. Questa camera è l’ambiente all’interno del quale si sviluppa il feto, ma anche il sacco vitellino.
Anche la camera gestazionale ha una breve durata in quanto viene assorbita dalla placenta intorno alla dodicesima settimana di gravidanza.
La formazione di questa struttura temporanea avviene già dopo pochi giorni dall’impianto dell’embrione, ma non è visibile fin da subito. Per poterlo vedere tramite l’esame ecografico transvaginale bisogna attendere almeno la quinta settimana di gestazione quando la camera gestazionale ha una dimensione di circa 7mm e il sacco vitellino si mostra come un anello di 2mm di diametro.
Da questo momento il sacco cresce raggiungendo i 5.5mm di diametro intorno alla decima settimana di gestazione per poi essere completamente assorbito dall’embrione tra la quattordicesima e la ventesima settimana di gravidanza.
Dall’esame ecografico può rivelarsi anche più di un sacco vitellino; questo potrebbe essere un segno della presenza di più embrioni e quindi di una gravidanza gemellare.
In seguito a un test di gravidanza positivo il successivo step è quello di consultare il ginecologo per sottoporsi a un’ecografia transvaginale attraverso la quale non solo confermare (o meno) la gravidanza, ma anche ottenere importanti informazioni sul suo esito.
Dalle caratteristiche del sacco vitellino, infatti, è possibile prevede un aborto spontaneo, la maggior parte dei quali avviene proprio nel primo trimestre. Si ha un aborto spontaneo anche nel caso in cui il sacco fosse visibile, ma fosse assente l’embrione.
Nel caso in cui il sacco vitellino non fosse visibile all’ecografia potrebbe significare che la gravidanza non è possibile e non proseguirà oltre. Potrebbe però anche essere una conseguenza di un errore nel calcolo dell’età gestazionale, per cui alla successiva ecografia (che il ginecologo suggerirà di ripetere dopo un paio di settimane).
Abbiamo anticipato come anomalie nelle dimensioni, nella posizione o nelle caratteristiche del sacco vitellino rappresentino importanti informazioni per il ginecologo per comprendere precocemente eventuali criticità o disturbi. Per quel che riguarda il sacco vitellino si possono avere anomalie nelle dimensioni (grande o piccolo), nella forma (sacco vitellino di forma ovale)
Si parla di sacco vitellino idropico quando questo si rivela con un carico irregolare di liquidi. Una condizione di questo tipo è quasi sempre legata a un aborto spontaneo.
Le dimensioni si misurano in relazione ai percentili di crescita previsti. Si considerano piccoli i sacchi vitellini al di sotto del quinto percentile di crescita, ovvero quelli di dimensioni inferiori ai 3mm. Sono invece grandi quelli con una dimensione maggiore ai 6mm, ovvero sopra il 95° percentile di crescita. Anche in questo caso le anomale dimensioni del sacco vitellino sono correlate a un aborto spontaneo, ma è possibile (anche se raramente) che si possa avere una gravidanza vitale.
La formazione di questa struttura attraversa diverse fasi. Nella prima, lo stadio primario, è quella durante la quale che comincia dalla seconda settimana di vita dell’embrione e costituisce la prima parte della formazione della seconda struttura. Il sacco vitellino secondario è quello nel quale questa struttura ha le maggiori modificazioni fino a raggiungere, nel corso della quarta settimana, il terzo stadio di sviluppo detto definitivo.
In questo stadio finale il sacco vitellino ha raggiunto la sua completa formazione con la presenza del tubo intestinale nella parte superiore e quella del mesentere ventrale (l’organo che collega lo stomaco alla parete addominale dell’embrione) in quella inferiore.
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