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All'inizio della gravidanza la placenta può assumere diverse posizioni; scopriamo cosa significa (e cosa comporta) quando si trova sul fondo dell'utero.
La formazione di questo importantissimo organo non è sempre la stessa e dipende sostanzialmente dal punto in cui l’embrione aderisce e poi entra nell’endometrio (impianto). La placenta, quindi, può assumere diverse posizioni e la sua collocazione può rappresentare un importante indicatore per gli esiti avversi della gravidanza.
Scopriamo quindi cos’è la placenta fundica, dove si posiziona e quali sono le possibili complicazioni legate a questo tipo di collocazione.
Durante il ciclo mestruale il progesterone prodotto dal corpo luteo crea le condizioni favorevoli nel rivestimento interno dell’utero (l’endometrio) per fare in modo che l’eventuale embrione prodotto possa aderirvi e impiantarsi dando così inizio alla gravidanza. La placenta si forma dalle cellule esterne della blastocisti (l’embrione allo stato iniziale di sviluppo), mentre quelle interne evolveranno nell’embrione vero e proprio.
La posizione della placenta dipende dal punto in cui l’embrione si è impiantato; si può quindi avere una:
Si parla di placenta anteriore quando questa si sviluppa sulla parete anteriore dell’utero, vicino all’addome, mentre di placenta posteriore, all’opposto, quando cresce sulla parete posteriore. La placenta laterale è quella che si sviluppa sulla parete destra o sinistra dell’utero, mentre la cosiddetta placenta fundica è quella che cresce nella parete superiore dell’utero.
Come indicato dal Cleveland Clinic la posizione della placenta non è statica; essa può spostarsi fino a circa la trentaduesima settimana di gestazione. Con il passare delle settimane e in relazione alla crescita del feto la placenta si sposta verso l’alto allontanandosi dalla cervice.
Queste posizioni sono generalmente fisiologiche e nella maggior parte dei casi non rappresentano un segnale di pericolo, anche se studi recenti, come vedremo, indicano un fattore di rischio per alcune condizioni per le gravidanze con placenta fundica.
Discorso diverso, invece, per quel che riguarda la placenta bassa o la placenta previa. In questi casi si ha un vero e proprio malposizionamento placentare che, come riportato nel Manuale MSD, può risolversi spontaneamente entro la ventottesima settimana di gravidanza, ma che può costituire un problema per il parto naturale in quanto il tessuto placentare copre una parte dell’orifizio interno dell’utero.
Come anticipato si parla di placenta fundica quanto quest’organo si sviluppa sulla parte superiore dell’utero, tra le aperture delle tube di Fallopio. Si tratta di una posizione comune che solitamente non rappresenta un segnale di allarme.
Si distingue in placenta fundica anteriore, quando questa prosegue fino alla parete anteriore dell’utero (nella zona del ventre), e placenta fundica posteriore, quando si sviluppa fino alla parete posteriore dell’utero (verso la spina dorsale).
La placenta fundica non è di per sé una posizione pericolosa e non incide sullo sviluppo del feto e sulla qualità della gravidanza. Diverse ricerche hanno però individuato delle associazioni tra la placenta fundica e alcune complicazioni della gravidanza.
In questo studio, per esempio, è stato riscontrato come le donne con la placenta fundica siano a maggior rischio di rottura prematura delle membrane. Inoltre la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) nel documento Urgenze nel travaglio e nel parto, nella sezione dedicata all’inversione uterina, individua come possibile causa per questa rara emergenza medica proprio l’inserzione fundica della placenta.
In questo studio si è evidenziato come la placenta fundica può essere un indizio per scoprire le cause di alcuni episodi di presentazione podalica nelle gravidanze a termine. Nelle donne con placenta fundica oggetto della ricerca la percentuale di presentazioni podaliche, infatti, è superiore al 95%, mentre le presentazioni cefaliche superano di poco il 4%.
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