La placenta è a tutti gli effetti un organo per due che mamma e feto condividono dall’inizio alla fine della gravidanza. Parliamo di un organo importantissimo (e di vitale importanza, nel vero senso della parola) che può assumere diverse posizioni e collocazioni. Una di queste è la cosiddetta placenta anteriore, una particolare posizione che quest’organo assume.

Per evitare confusioni e allarmismi ingiustificati intorno a questo argomento abbiamo intervistato il dottor Luca Zurzolo, specialista in ginecologia e ostetricia, con il quale abbiamo chiarito alcuni importanti meccanismi che regolano la formazione e posizionamento della placenta. Grazie ai quali capire quando è il caso di preoccuparsi e quando no.

Placenta anteriore: cos’è e cosa significa

Dottor Zurzolo, propriamente cosa si intende quando si parla di placenta anteriore?

È una posizione che può assumere la placenta nel corso della gravidanza. Praticamente durante lo sviluppo embrionale si inizia a formare anche la placenta che permetterà lo scambio tra mamma e feto. La placenta è collegata al feto tramite il cordone ombelicale e il feto si nutre attraverso il sangue che passa attraverso di esso.

Inoltre la placenta fa anche da barriera e da filtro perché protegge il feto da tutte quelle sostanze che sono all’interno del sangue e che possono avere un effetto nocivo; la placenta filtra tutte queste sostanze lasciando passare soltanto l’ossigeno e i giusti nutrienti.

Come si genera la placenta?

Prima di analizzare le diverse posizioni che la placenta può assumere, ci può spiegare brevemente come si forma quest’organo?

Il meccanismo di placentazione è abbastanza complesso come sviluppo perché, a partire dall’embrione, abbiamo una parte dell’embrione che andrà a formare la placenta e una parte dell’embrione che andrà a formare la parte fetale vera e propria. Quindi poi l’impianto della placenta la quale si unisce all’utero attraverso i vasi che, come se si ancorassero all’interno delle pareti dell’utero, via via crescono e si ramificano.

Le posizioni della placenta

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Quella anteriore è una delle posizioni che la placenta può assumere durante la gravidanza, quali sono le altre?

La placenta quando si forma si può andare a posizionare in tantissimi posti. Si può avere sul fondo dell’utero, su uno dei due lati, quindi a destra o a sinistra e, ancora, si può avere una placenta posteriore e una placenta anteriore. L’utero è come una sacca che noi immaginiamo in tre dimensioni e la placenta si può impiantare in uno qualsiasi di questi punti. Uno di questi punti può essere quello della placenta anteriore, quindi sulla faccia superiore dell’utero abbiamo il posizionamento della placenta.

Da cosa sono determinate le diverse posizioni della placenta?

È un fattore puramente casuale e non c’è nessun tipo di anomalia. È una variabile casuale.

C’è differenza tra queste posizioni?

Nessuna di queste posizioni è migliore o peggiore delle altre, tutte sono posizioni valide e tutte fanno svolgere egregiamente il lavoro della placenta di nutrimento per il feto.

Quando, invece, ci sono dei rischi?

La placenta, invece, quando è previa, ovvero quando si va a posizionare davanti all’orifizio uterino, quindi da dove dovrà passare il bambino al momento del parto, in quel caso abbiamo un problema. Questo perché la placenta diventa un ostacolo al parto spontaneo e quindi abbiamo la necessità di intervenire chirurgicamente perché altrimenti il bambino non può nascere per le vie naturali. La placenta anteriore non ci dà alcun tipo di problema, è una delle tante posizioni fisiologiche che la placenta può assumere.

Placenta anteriore bassa o alta: ci sono rischi?

Tornando alla placenta anteriore anteriore, è corretto parlare di placenta anteriore alta o bassa? È una condizione che può far sospettare la presenza della placenta previa?

Placenta alta o placenta bassa si può avere, per quanto si tratta di una terminologia impropria, in caso di placenta posteriore che in caso di placenta anteriore.

La placenta si definisce bassa quando tende a posizionarsi in prossimità dell’orifizio uterino interno. Quindi possiamo dire che la placenta bassa è leggermente prima di quando la placenta si definisce previa. Quindi una placenta bassa merita attenzioni nelle fasi iniziali della gravidanza anche se l’utero, crescendo per accogliere il feto, fisiologicamente la porta distante dall’orifizio uterino.

Però in presenza di una placenta cosiddetta bassa durante le prime fasi della gravidanza potremmo avere qualche sanguinamento, un po’ di senso di pesantezza da parte della mamma e quindi è preferibile non affaticarsi troppo fino alla ventunesima, ventiduesima settimana quando la placenta non crea più problemi, a meno che non si tratti di placenta previa e in quel caso la gravidanza va tenuta sotto controllo perché la donna deve partorire obbligatoriamente con un cesareo, altrimenti rischia di avere un’emorragia che è pericolosa sia per lei che per il feto.

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