Gli ormoni, secondo la definizione utilizzata dall’Istituto Superiore di Sanità, sono quelle molecole prodotte dalle ghiandole endocrine e rilasciate nel sangue con lo scopo di trasportare informazioni e istruzioni da un gruppo di cellule a un altro, stimolando sia il funzionamento di vari organi che il regolamento dell’equilibrio di alcuni processi vitali tra cui l’attività riproduttiva (ma anche la produzione e uso di energia, il mantenimento dell’equilibrio dei diversi sistemi, il metabolismo, lo sviluppo psichico e l’umore).

Questo meccanismo di trasmissione delle informazioni è gestito, come riportato dalla Società Italiana di Endocrinologia, dal sistema endocrino che, tramite le ghiandole endocrine, producono e a volte immagazzinano per rilasciarli al momento opportuno, gli ormoni.

Con la gravidanza, spiega il Manuale MSD, viene alterata la funzione della maggior parte delle ghiandole endocrine sia perché buona parte degli ormoni aumenta in gravidanza, sia perché la placenta ne produce di specifici. Questo aiuta a spiegare in parte perché la gravidanza determina cambiamenti così profondi e continui in diversi aspetti del corpo (e non solo) delle donne.

Conoscere quali sono i principali ormoni che agiscono in gravidanza aiuta a comprendere cosa rappresenti la gestazione, il suo impatto, quali siano i segni e i sintomi attesi e quali, invece, quelli che potrebbero essere l’indice di un disturbo da controllare.

Quali sono gli ormoni della gravidanza?

Abbiamo individuato i 9 ormoni che maggiormente incidono durante la gravidanza e sono:

  • progesterone;
  • estrogeno;
  • gonadotropina corionica umana (hCG);
  • lattogeno placentare umano (hPL);
  • ossitocina;
  • prolattina;
  • relaxina;
  • prostaglandine;
  • ormone stimolante il melanocita (MSH).

Progesterone

Il progesterone, come spiegato in questo studio, viene prodotto prevalentemente dal corpo luteo fino alla decima settimana di gestazione per poi tornare ai livelli normali prima di un secondo aumento che si verifica a partire dalla trentaduesima settimana di gestazione circa. Il progesterone è importante, tra gli altri, per la soppressione della risposta immunologica materna agli antigeni fetali, svolgendo quindi un ruolo determinante per evitare che l’organismo femminile rigetti il feto. Inoltre il progesterone è indispensabile prima dell’inizio della gravidanza in quanto prepara l’endometrio per consentire l’impianto.

Estrogeno

L’estrogeno, che normalmente si forma nelle ovaie, è quel gruppo di ormoni che viene prodotto all’inizio della gravidanza per sostenere l’embrione e il feto in attesa della formazione della placenta. Questi ormoni si occupano di contribuire allo sviluppo della placenta e degli organi del bambino. Tra le sue funzioni c’è quella di permettere all’utero di rispondere all’ossitocina durante il travaglio e preparare il corpo per l’allattamento al seno. È l’ormone responsabile della nausea durante la gravidanza e dell’ammorbidimento dei legamenti che aumentano la pressione sul bacino e sulla parte bassa della schiena.

Gonadotropina corionica umana (hCG)

La gonadotropina corionica umana (hCG) uno degli ormoni più noti anche perché è quello che viene utilizzato dai test di gravidanza in quanto è una delle prime sostanze prodotte dal concepito. I livelli di hCG aumentano in maniera rapida nelle prime settimane di gestazione, raggiungendo l’apice tra l’ottava e la decima settimana, per poi stabilizzarsi nel resto della gravidanza. È responsabile del mantenimento del corpo luteo evitandone l’involuzione e dell’inibizione dell’ovulazione. Anche questo ormone può essere responsabile della nausea e del vomito tipici delle prime settimane di gravidanza.

Lattogeno placentare umano (hPL)

Come spiegato dal Johns Hopkins Medicine, il lattogeno placentare umano (hPL) è quell’ormone prodotto dalla placenta che dà nutrimento al feto e stimola le ghiandole del latte presenti nel seno per l’allattamento.

Ossitocina

Un altro degli ormoni noti della gravidanza è l’ossitocina, la sostanza che allevia il dolore durante il travaglio, inducendo il parto e favorendo l’apertura della cervice. Inoltre, anche l’ossitocina è coinvolta nella produzione del latte materno.

Prolattina

La prolattina è un ormone sempre presente nell’organismo umano (anche quello maschile) in quantità minime e che aumenta considerevolmente durante la gravidanza, in quanto è la sostanza determinante per la produzione di latte.

Relaxina

La relaxina è quell’ormone che rende i legamenti più morbidi allungando la cervice e la zona pelvica in modo da consentire, nel parto vaginale, la discesa del feto senza subire lesioni.

Prostaglandine

Le prostaglandine sono ormoni che regolano diverse funzioni umane, e in modo particolare, nella gravidanza, si occupano di ammorbidire e maturare la cervice e contrarre il rivestimento dell’utero. Si rivelano quindi essenziali nel parto, sia quello a termine che quello pretermine.

Ormone stimolante il melanocita (MSH)

La placenta si occupa anche della produzione dell’ormone stimolante il melanocita (MSH) che, verso nella fase avanzata della gravidanza, aumenta la pigmentazione della pelle. È proprio per questo ormone che durante la gestazione le donne vanno incontro all’oscuramento delle areole mammarie, delle ascelle e dei genitali, alla formazione della linea alba che si sviluppa lungo l’addome e possono sperimentare la formazione del melasma, la pigmentazione a macchie sulla fronte e sugli zigomi.

Gli ormoni e l’impatto sull’umore

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Fonte: iStock

Come anticipato, il sistema endocrino è coinvolto, tra gli altri, nello sviluppo psichico e nell’umore. Questo proprio per effetto dei tanti cambiamenti ormonali, specialmente degli estrogeni e del progesterone, che possono influenzare, come precisato dall’American Pregnancy Association i livelli delle sostanze chimiche del cervello (neurotrasmettitori) che regolano l’umore.

Generalmente gli sbalzi d’umore sono maggiori nel primo trimestre e nel terzo, a ridosso del parto, anche per effetto delle condizioni stressanti che possono caratterizzare queste fasi della gravidanza.

È importante superare i comuni pregiudizi in materia e prestare grande attenzione all’impatto che gli ormoni hanno sull’umore. Questi, infatti, possono essere responsabili di ansia, maggiore irritabilità, disturbi del sonno, cambiamenti alimentari, incapacità di concentrazione e perdita di memoria a breve termine. Condizioni che possono avere conseguenze enormi e significative nella quotidianità e che non vanno sottovalutate o ignorate perché considerate fisiologiche alla gravidanza. Anche perché possono rappresentare un importante fattore di rischio per condizioni più gravi come la depressione post partum con conseguenze maggiori e più difficili da superare.

I disturbi ormonali in gravidanza

Oltre a essere essi stessi responsabili di cambiamenti e sintomi non sempre piacevoli, gli ormoni possono generare una serie di disturbi e squilibri che possono condizionare la gravidanza e far insorgere patologie e condizioni critiche.

I disturbi endocrini, come riferito dal Manuale MSD, possono dipendere da una secrezione eccessiva (iperfunzione) o insufficiente (ipofunzione) di ormoni. Tutti gli ormoni coinvolti nella gravidanza possono avere livelli alti o bassi rispetto a quelli che sono i valori di riferimento, tanto che durante i vari esami e controlli eseguiti nelle settimane di gestazione essi vengono monitorati con attenzione per verificare lo stato di salute della gestazione.

I disturbi ormonali possono dipendere da un problema delle ghiandole endocrine o da condizioni che ne provocano l’eccessiva o l’insufficiente stimolazione. Come abbiamo visto, gli ormoni svolgono funzioni fondamentali (in alcuni casi anche vitali) per l’inizio, il mantenimento e il termine della gravidanza e qualsiasi variazione dei livelli di queste sostanze potrebbe avere un impatto negativo.

L’Indiana University Health indica tra i principali disturbi endocrini che possono verificarsi durante la gravidanza l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo, il diabete gestazionale e il diabete di tipo 1 e di tipo 2, ricordando come gli ormoni della tiroide svolgono un ruolo fondamentale, tra gli altri, nel metabolismo, nella respirazione e nella funzione cardiaca.

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