Abbiamo già avuto modo di occuparci del microbiota, l’insieme dei microrganismi (batteri, funghi e virus) che colonizzano un organismo umano, quando abbiamo parlato del microbioma endometriale in rapporto alla fertilità e del microbiota nei neonati. Vogliamo dedicare un ulteriore approfondimento a questo tema andando a comprendere il rapporto tra microbiota e gravidanza, scoprendo più da vicino come l’uno influenzi l’altro e viceversa.

Cos’è il microbiota e quale ruolo svolge durante la gravidanza

Partiamo dal ricordare cos’è il microbiota. Come detto si tratta dell’insieme dei microrganismi che si trova in un determinato ambiente del corpo umano. Si parla quindi di microbiota intestinale, vaginale, orale, cutaneo, respiratorio e urogenitale con ciascun microbiota che ha una composizione unica e svolge ruoli specifici per la salute dell’organismo.

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) precisa la differenza con il microbioma (il patrimonio genetico del microbiota) aggiungendo che è un sistema la cui composizione dipende sia da fattori genetici che ambientali (età, alimentazione, stile di vita, eccetera) ed è fondamentale per lo sviluppo del sistema immunitario e per il benessere generale di ogni persona. Come spiegato in questo studio pubblicato su Frontiers, i microrganismi che compongono il microbiota hanno una relazione simbiotica con l’organismo umano e ne influenza la salute attraverso interazioni molecolari complesse.

Durante la gravidanza, riporta il Centro Malattie Apparato Digerente, il microbiota materno svolge un ruolo cruciale nello sviluppo del feto. I microrganismi materni, infatti, colonizzano l’intestino fetale attraverso la placenta contribuendo alla formazione dello sviluppo immunitario del bambino e condizionando il suo sviluppo metabolico. Inoltre il portale microbioma.it spiega come il microbiota materno sia fondamentale anche per la crescita e la vascolarizzazione della placenta.

Come sappiamo la gravidanza causa importanti cambiamenti nell’organismo femminile tra cui, come ricordato in questo studio, variazioni ormonali, variazioni metaboliche, alterazioni del sistema immunitario e aumento del peso corporeo. L’insieme di questi cambiamenti ha un impatto significativo anche sulla composizione del microbiota materno con, per esempio, l’aumento dei livelli di estrogeni e progesterone che può influenzare la composizione del microbiota intestinale e vaginale.

Il microbiota intestinale subisce modifiche tali che può portare a un aumento dei batteri che si occupano della produzione di acido lattico e alla riduzione di quelli responsabili della produzione di butirrato, un acido grasso che svolge un ruolo importante nella salute intestinale.

L’attenzione al rapporto tra microbiota e gravidanza è elevata anche per uno squilibrio del microbiota (detta disbiosi) è associato a diverse complicanze, tra cui il parto pretermine, la corioamnionite, il diabete gestazionale e la preeclampsia.

Come la dieta influisce sul microbiota materno e fetale

Uno dei più importanti elementi che modifica la composizione del microbiota è l’alimentazione. In un solo giorno, infatti, la dieta può modificare in maniera transitoria circa il 60% della composizione del microbiota. Una dieta varia e ricca di fibre favorisce la crescita di batteri benefici e la produzione di acidi grassi a catena corta, essenziali per la salute della placenta e del feto.

Benefici di un microbiota equilibrato per la salute del neonato

L’alimentazione (e non solo) modifica la composizione del microbiota materno ed è importante che sia equilibrato per favorire lo sviluppo del sistema immunitario del neonato. Un microbiota materno sano può aiutare il bambino a prevenire malattie e disturbi come asma e allergie alimentari. La salute del microbiota fetale passa anche e soprattutto dall’esposizione precoce con i microrganismi materni. Oltre a quelli che si verificano fisiologicamente durante la gravidanza, un’importante esposizione avviene anche con il parto vaginale e l’allattamento al seno.

Probiotici e prebiotici: sono sicuri durante la gravidanza?

Quando si parla di microbiota e gravidanza è importante anche affrontare la sicurezza dell’assunzione di probiotici e prebiotici. Si tratta, infatti, si prodotti utili a mantenere l’equilibrio del microbiota con i probiotici che aiutano a rafforzare le difese immunitarie e a migliorare la funzionalità intestinale e i prebiotici a favorire il nutrimento per la crescita dei batteri buoni.

Diversi studi hanno mostrato come l’assunzione di probiotici durante la gravidanza può, attraverso la modulazione del microbiota intestinale e vaginale, ridurre il rischio di complicanze come il parto pretermine e il diabete gestazionale. È stato notato anche che l’uso dei probiotici ha avuto un ruolo efficace nel ridurre i livelli di infiammazione nelle donne con diabete gestazionale, ma è sempre indispensabile consultare il proprio medico per assicurare che l’assunzione di probiotici e prebiotici sia sicura e benefica sia per la donna che per il feto.

Consigli per mantenere un microbiota sano durante la gestazione

Considerando come la composizione del microbiota cambia anche e soprattutto in relazione ai fattori ambientali, è possibile fare scelte specifiche per mantenerlo in salute. In modo particolare durante la gravidanza è importante prestare attenzione all’alimentazione seguendo una dieta varia e bilanciata a base di fibre, frutta e verdura. Vanno assolutamente evitate le bevande alcoliche e il fumo, limitando l’uso di farmaci solo quando strettamente necessario e sempre previo consulto con il medico.

Si rivela particolarmente utile anche in questo senso lo svolgimento di un’attività fisica regolare a bassa intensità. Anche il semplice camminare può migliorare la salute del microbiota, oltre che offrire benefici dal punto di vista fisico e mentale. Grande importanza va poi rivolta all’assunzione degli integratori, specialmente per quel che riguarda l’acido folico. Gli altri nutrienti, come vitamine del gruppo B, ferro, iodio, magnesio e omega 3, possono essere assunti nella maggior parte dei casi tramite l’alimentazione. Eventuali integrazioni vanno sempre valutate caso per caso con il consulto professionale di un medico.

La pratica del vaginal seeding (semina vaginale), ovvero il trasferimento tramite garza o batuffolo di cotone dei batteri vaginali materni al neonato dopo un parto cesareo, non è invece consigliata. L’American College of Obstetricians and Gynecologists non la incoraggia né la raccomanda per l’assenza di dati validi da cui trarre conclusioni sulla sicurezza e l’efficacia di questa pratica.

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