Malattie sessualmente trasmissibili e gravidanza: quali sono e i rischi per il feto

Delle malattie sessualmente trasmissibili se ne parla spesso in maniera vaga e generica. Data la loro pericolosità (anche per le donne in gravidanza e per il feto), scopriamo quali sono, come si contraggono, come si curano e, soprattutto, come prevenirle.

Solitamente si sente parlare di malattie sessualmente trasmissibili esclusivamente quando si parla di metodi anticoncezionali (e della loro efficacia), in un’ottica di sesso sicuro. In realtà l’attenzione per la propria (e quella del proprio partner, stabile o occasionale che sia) sfera sessuale deve essere sempre alta, specialmente durante la gravidanza quando le condizioni delle donne sono mutate e durante la quale c’è un feto a cui prestare attenzione.

Nonostante il termine possa trarre in inganno è fondamentale precisare fin da subito che le malattie sessualmente trasmissibili non riguardano solamente i rapporti sessuali. Parliamo infatti di un ampio gruppo di malattie infettive (motivo per cui si parla di IST, Infezioni Sessualmente Trasmesse) che possono essere trasmesse tramite qualsiasi forma di rapporto sessuale (vaginale, orale e anale), ma anche tramite il contatto con la saliva, le secrezioni vaginali e lo sperma.

Senza dimenticare come le infezioni possano trasmettersi anche tramite ferite, siringhe, piercing e tatuaggi o attraverso forme più rare, ma non per questo meno importanti, come il trapianto di organi e di tessuti.

È ancora oggi fondamentale occuparci di malattie sessualmente trasmissibili anche considerando come 1 milione di infezioni sessualmente trasmesse vengono contratte ogni giorno. Inoltre molto spesso queste infezioni non presentano sintomi o questi sono lievi, tanto da non essere riconosciute come tali.

L’attenzione è maggiore in gravidanza in quanto molte di queste malattie hanno effetti gravi sul feto, tanto che in non pochi casi (duecentomila nel 2016) queste hanno provocato morti neonatali e casi di bambini nati morti. Va, per completezza d’informazione, anche ricordato come le malattie sessualmente trasmissibili possono essere responsabili anche di infertilità o di trasmissione da madre a figlio.

Malattie sessualmente trasmissibili: le più comuni

Come anticipato parlare di malattie sessualmente trasmissibili significa fare riferimento a un vastissimo insieme di fenomeni che cambiano in base all’agente che le provoca. Inoltre queste infezioni variano anche nella loro gravità, nei trattamenti con cui è possibile curarle, nel tipo di sintomi con cui si manifestano e nelle conseguenze che possono provocare sia alla donna, sia al feto. Una principale distinzione può essere fatta in base al tipo di agente che provoca queste malattie: batteri, virus e parassiti.

Le malattie batteriche sessualmente trasmissibili

Tra queste le principali sono: clamidia, gonorrea, sifilide e granuloma inguinale. Le infezioni di tipo batterico vengono curate quasi esclusivamente tramite antibiotici. Negli ultimi anni si sta assistendo a una maggiore resistenza agli antibiotici (per un loro abuso e uso scorretto) che, specialmente per la gonorrea, ha ridotto le opzioni di trattamento disponibili.

Le malattie virali sessualmente trasmissibili

Le principali malattie virali a trasmissione sessuale sono: verruche genitali, herpes genitale e infezioni da HIV. In questo caso il trattamento è tramite gli antivirali disponibili che non curano la malattia ma ne condizionano il decorso.

Le malattie parassitarie sessualmente trasmissibili

La scabbia, la tricomoniasi e la pediculosi del pube sono infezioni provocate, rispettivamente, da protozi, acari e pidocchi. Anche per le infezioni da parassiti vale quanto detto per le infezioni batteriche che vengono trattate con le apposite dosi di antibiotici.

I sintomi tipici delle malattie sessualmente trasmissibili

La sintomatologia di queste malattie è molto varia, ma esistono segni comuni che è possibile individuare e che devono essere monitorati tempestivamente per intraprendere il prima possibile una terapia efficace ed evitare di trasmettere ulteriormente l’infezione. Tra i sintomi più comuni troviamo:

  • dolore pelvico;
  • sanguinamenti e dolori durante o dopo i rapporti sessuali;
  • infiammazioni;
  • ulcerazioni;
  • maggiore frequenza di urinare (pollachiuria);
  • dolore e fastidio durante la minzione (disuria);
  • lesioni genitali;
  • prurito nella zona dei genitali, della bocca o dell’ano.

Malattie sessualmente trasmissibili: conseguenze e rischi

Come anticipato le malattie sessualmente trasmissibili sono in gravidanza ancora più pericolose in quanto possono provocare seri e gravi danni al feto, anche in virtù dello strettissimo rapporto che c’è tra l’organismo materno e quello fetale.

Tanto per fare alcuni esempi sulle malattie più comuni è possibile segnalare come la clamidia, così come la gonorrea, sia spesso associata alla congiuntivite del neonato. La clamidia è anche legata a una maggiore probabilità di travaglio pretermine e di rottura prematura delle membrane.

Prevenzione e cura delle malattie sessualmente trasmissibili

La cura delle malattie sessualmente trasmissibili, come abbiamo visto, dipende dall’agente che le ha determinate. Per la particolare condizione delle donne in gravidanza l’assunzione di qualsiasi tipo di farmaco deve essere valutata alla luce del rapporto tra rischi e benefici. Alcuni farmaci, infatti, sono sicuri durante la gravidanza, altri invece possono provocare problemi al feto.

La sifilide è responsabile di difetti congeniti nel neonato, motivo per cui all’inizio della gravidanza ogni donna viene sottoposta a questo tipo di test essendo la cura utile sia per il feto che per la donna.

Con l’herpes genitale, che può essere trasmessa attraverso il parto naturale, il feto può contrarre un’infezione del cervello che quando non è letale è responsabile di danni agli organi interni e danni permanenti al cervello. Nel caso di HIV, invece, specialmente se non trattata, l’infezione può essere trasmessa al feto ed è maggiore il rischio di dover ricorrere al parto cesareo.

Per una corretta cura è fondamentale il tempestivo riconoscimento di queste infezioni. Per la diagnosi delle malattie sessualmente trasmissibili è possibile eseguire diversi esami di laboratorio a seconda del tipo di infezione. I metodi più diffusi sono le analisi del sangue, delle urine o della saliva (anche per gli uomini), così come l’utilizzo di tamponi vaginali, cervicali o uretrali.

In molti casi il medico che esegue la visita riconosce i segni tipici di queste infezioni e prescrive la terapia adatta per ridurre l’entità dei sintomi, prevenire le complicanze (infertilità, sterilità, sviluppo di tumori) e, laddove possibile, curare la malattia.

Un discorso a parte lo merita la prevenzione, anche alla luce della consapevolezza di come le infezioni sessualmente trasmesse siano il più delle volte asintomatiche o poco fastidiose. Anche in questo caso esistono diverse strategie. Per le donne in gravidanza c’è il vaccino HPV contro il Papillomavirus, capace di prevenire l’infezione e ridurre i rischi legati al cancro del collo dell’utero.

La miglior prevenzione è e resta quella legata alla consapevolezza durante i rapporti sessuali, che sono sempre più spesso legati a comportamenti a rischio. Uno dei principali fattori di diffusione delle malattie a trasmissione sessuale è infatti il sesso non protetto con partner multipli, motivo per cui la raccomandazione principale è quella di utilizzare (e farlo correttamente) il preservativo (sia maschile che femminile), il miglior strumento contro queste pericolosissime infezioni.

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