Gravidanza indesiderata: le possibili opzioni e il diritto di scegliere della donna

Molte gravidanze (anche in Italia) sono indesiderate. Quali sono le cause? E quali le opzioni che è possibile percorrere? Parliamone prestando attenzione anche agli stati d'animo che si vivono nel dover prendere una decisione di questo tipo.

Mentre spesso la narrazione comune descrive la gravidanza come il massimo dell’aspirazione (e dei doveri) di un uomo e, soprattutto, di una donna, la realtà va diametralmente in un senso opposto. Secondo i dati dell’Agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva riportati dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), infatti, la metà delle gravidanze nel mondo sono indesiderate.

Affrontare il fenomeno della gravidanza indesiderata non significa solamente parlare di aborto, ma anche di tutte le conseguenze associate a questa realtà e anche alle implicazioni, legali e personali, di dover gestire una situazione imprevista e considerata problematica.

Le possibili cause di una gravidanza indesiderata

Una gravidanza si definisce indesiderata quando questa si verifica in modi o tempi diversi da quelli previsti o pensati.

Il termine indesiderata può fare riferimento a diversi elementi compresi quelli culturali e personali che possono portare una donna a non volere avere figli o a non volerli in quel preciso momento della sua vita. Le ragioni per cui questo si verifica sono diverse e possono essere riassunte in:

  • mancato o scorretto utilizzo dei metodi contraccettivi;
  • fallimento della contraccezione;
  • episodio di stupro.

Il fenomeno non deve apparire lontano, considerando che anche nel nostro Paese sono tante le situazioni in cui l’accesso alla contraccezione è meno positivo di quanto si possa pensare. L’Atlas italiano sull’accesso alla contraccezione dell’Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo (AIDOS) evidenzia nell’edizione del 2020 come nonostante il 57% delle donne e il 66% degli uomini utilizzi metodi per pianificare o evitare una gravidanza, subito dopo il preservativo e la pillola c’è il coito interrotto che non può essere considerato efficace a tale scopo.

Per questo motivo si denuncia una mancata rivoluzione contraccettiva nel nostro Paese che si manifesta nei più giovani che manifestano difficoltà nell’accesso alle informazioni sui metodi contraccettivi, tanto che il 77% di loro usa il preservativo, il 26% il coito interrotto, l’11% il calcolo dei giorni fertili e il 10% non usa alcun metodo.

I possibili stati d’animo iniziali

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Fonte: iStock

È difficile ed estremamente delicato analizzare come ci si possa sentire di fronte al sospetto, poi confermato da un test di gravidanza positivo, di essere incinta. Paura, rabbia, disagio, terrore, solitudine e smarrimento sono solamente alcuni degli stati d’animo che si possono percepire. Molto dipende dalle condizioni specifiche di chi si trova a vivere questa situazione, dell’età e delle contingenze in cui la gravidanza, seppure non voluta, si è verificata.

Una gravidanza indesiderata in un’adolescente in un rapporto occasionale può avere un peso diverso rispetto a quella di una coppia stabile. Senza fare la classifica del peso di determinate emozioni e reazioni, è inevitabile che un evento non voluto di così grande portata provochi conseguenze spiacevoli e non positive.

I timori possono essere legati alle preoccupazioni legate ai cambiamenti (sia fisici che psicologici e sociali) determinati dalla gravidanza: dalla perdita della propria indipendenza alla rinuncia ai propri programmi di vita, passando per le preoccupazioni di tipo economico e professionale, così come sulla crescita e l’educazione del bambino.

Una gravidanza indesiderata è, tanto per le ragazze che per le donne più adulte, una preoccupazione anche in termini di salute, con tutte le possibili ripercussioni che l’evento della maternità, del parto e del post-parto possono verificarsi.

Le preoccupazioni non sono limitate esclusivamente all’ipotesi di proseguire la gravidanza. Anche la scelta di abortire non è priva di conseguenze. Dalle preoccupazioni di tipo medico a quelle morali la scelta di interrompere una gravidanza è comunque impegnativa e potenzialmente associata a sentimenti e stati d’animo controversi.

Senza sottovalutare come una gravidanza indesiderata abbia potenziali effetti anche sulla salute sia della madre che del figlio. È più probabile, come evidenziato in questo studio, che la madre richieda cure prenatali e che il feto sia esposto a sostanze nocive, così come che la donna sia maggiormente a rischio di abuso fisico e che la sua relazione vada incontro a uno scioglimento.

Il fenomeno delle gravidanze indesiderate, quindi, è molto articolato e complesso e non può essere risolto semplicemente con l’essere a favore o contro l’aborto.

Gravidanza indesiderata: le possibili opzioni

Di fronte a una gravidanza indesiderata, sono sostanzialmente due le opzioni percorribili: il portare avanti la gestazione e l’interruzione volontaria di gravidanza.

Più precisamente, è possibile anche prevedere di portare avanti la gravidanza e poi dare in adozione il bambino dopo la nascita. Questo è possibile anche in Italia dove esiste il parto in anonimato disciplinato dal DPR 396/2000 che, come riportato dal Ministero della Salute, consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo presso l’ospedale in cui è nato in modo che gli sia assicurata l’assistenza e la tutela giuridica necessaria. Sull’atto di nascita sarà riportata la dicitura “nato da donna che non consente di essere nominata”.

La possibilità di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è disciplinata in Italia dalla Legge 194/78 che è possibile percorrere tramite metodo farmacologico o chirurgico. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ricorda come l’interruzione volontaria di gravidanza sia possibile entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari.

Dopo i primi 90 giorni, l’IVG può essere praticata solamente nel caso in cui la gravidanza o il parto comportino un pericolo grave per la vita della donna o in presenza di gravi anomalie del feto che possono danneggiare la salute psicofisica della donna.

Per quel che riguarda questa possibilità, è utile chiarire anche l’eventualità di una donna che decida di abortire senza il consenso del padre biologico del bambino. Va chiarito che nessuno può costringere una donna, anche fosse minorenne, ad abortire così come a non farlo e la volontà del padre, sia essa favorevole o contraria, non è in tal senso rilevante a fronte della scelta che è e resta della donna.

A questo proposito è utile riportare quanto stabilito dalla Corte di Cassazione (Sentenza 21882/2013) che, richiamando la giurisprudenza in materia, ribadiva come “la paternità è attribuita come conseguenza giuridica del concepimento, sicchè è esclusivamente decisivo l’elemento biologico e, non occorrendo anche una cosciente volontà di procreare, nessuna rilevanza può attribuirsi al “disvolere” del presunto padre”.

Ciò si traduce nel fatto che se una donna decide di abortire e il padre del bambino è contrario la donna può farlo (salvo decidere di partorire in anonimato e poi il padre avviare la richiesta di adozione). Nel caso opposto, invece, per cui la donna non vuole abortire e il padre no, la donna può decidere di portare a termine liberamente la gravidanza e il padre resta obbligato al riconoscimento del figlio con conseguente impegno a contribuire al suo mantenimento.

Per la legge italiana quando il figlio nasce al di fuori di un matrimonio è necessario che entrambi i genitori prevedano l’atto di riconoscimento. Nel caso in cui l’uomo si sottraesse dal riconoscimento può essere proposto un test di paternità che, seppur non obbligatorio, il suo rifiuto può essere considerato dai giudici come un tacito riconoscimento della paternità.

Come accettare e affrontare una gravidanza indesiderata

Cosa fare di fronte a una gravidanza indesiderata? Riflettere attentamente sulla decisione da prendere è sicuramente fondamentale e per farlo può essere utile interrogarsi su alcuni aspetti chiave. A questo proposito Planned Parenthood suggerisce le seguenti domande:

  • In che modo la mia decisione influenzerebbe il mio futuro?
  • Sono pronta ad affrontare la gravidanza e il parto e a crescere un figlio in questo momento?
  • Quali sono i miei convincimenti personali e religiosi riguarda l’aborto, la genitorialità e l’adozione?
  • Sto subendo pressioni e condizionamenti sulla decisione da prendere?
  • Il mio partner, la famiglia e il gruppo di amici sosterranno la mia decisione?

Queste sono solo alcune delle domande che intercettano gli aspetti più importanti e delicati che possono influenzare la decisione da prendere.

Può rivelarsi utile parlarne, sia all’interno dei consultori che con persone di fiducia o professionisti in materia, per un confronto atto a raggiungere la maggiore consapevolezza possibile coscienti del fatto che in un senso o nell’altro è una scelta dalla quale non si torna indietro e che avrà inevitabili conseguenze sulla propria vita.

Come evitare gravidanze indesiderate

Per evitare le conseguenze di una gravidanza indesiderata è necessario investire sulla conoscenza dei metodi contraccettivi. Ne esistono di diversi tipi: da quelli da usare prima del rapporto sessuale a quelli da usare durante e dopo di esso.

I metodi usati dopo il rapporto sessuale vengono definiti contraccezione di emergenza ma, riprendendo quanto dichiarato dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), la loro assunzione ha come prima complicazione quella di determinare una gravidanza indesiderata, in quanto le molecole che compongono questi farmaci hanno un’azione preventiva sull’ovulazione e non sono quindi considerabili abortivi.

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