Se c’è una cosa che spesso manca quando si parla di gravidanza e maternità è l’idea della consapevolezza. Non quella delle donne e dei relativi partner che decidono di intraprendere questa scelta di vita, quanto quella nel giudicare e valutare determinate decisioni. Specialmente quando la gravidanza (come spesso accade) va oltre gli stereotipi. È il caso della gravidanza in età adolescenziale (e per certi aspetti anche quello della gravidanza in età avanzata), un fenomeno in Italia non in aumento ma che in molti dei suoi aspetti ci dice molto su quella che è l’idea comune di genitorialità e maternità e come il più delle volte la realtà superi ogni possibile classificazione e forzatura.

Gravidanza in età adolescenziale: dati e contesto attuale

Per gravidanza in età adolescenziale (gravidanza precoce) si definisce, spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, quella gestazione che si verifica tra la pubertà e il compimento dei 19 anni. È un periodo particolare nel quale si verificano profondi cambiamenti (sia fisici che psicologici) per i quali la ragazza (per alcuni ancora bambina) può non essere pronta a un evento di tale portata.

La Società Italiana di Pediatria riferisce che dal 2018 al 2021, sebbene non ci sia stato un aumento di bambini nati vivi tra le under 21, c’è stato un aumento di nascite tra le minori di 16 anni. Nell’ultimo decennio la tendenza della gravidanza in età adolescenziale è in diminuzione con una maggiore frequenza di nascite da giovani madre straniere rispetto a quelle italiane. Lo 0,48% delle nascite, infatti, avviene da giovani straniere con meno di 18 anni mentre nelle coetanee italiane la percentuale arriva a 0,39%. La tendenza è maggiore ampliando l’analisi alle madri con meno di 20 anni con il 3% delle nascite che avviene da madri straniere e l’1,43% da quelle italiane.

Le componenti culturali e sociali sul fenomeno sono tali che tra le giovani madri italiane la frequenza di gravidanze precoci è maggiore nelle regioni meridionali e insulari così come, evidenzia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) tra le ragazze con un livello di istruzione più basso o che vivono difficoltà economiche.

Inoltre, dato molto importante, il numero effettivo di ragazze che concepiscono è maggiore rispetto a quello delle nascite. Un dato che mostra la frequente decisione di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza (oltre ai casi di aborto spontaneo che vanno sempre considerati).

Sfide, rischi e responsabilità della maternità in adolescenza

A questo punto, oltre a quanto già accennato, è importante comprendere quali sono le preoccupazioni intorno a una gravidanza in età adolescenziale. Sia la gestazione che la maternità vanno incontro a una serie di maggiori difficoltà, sia per le ragazze che per il bambino, di cui tenere conto. C’è innanzitutto un maggior rischio per le ragazze di sviluppare problemi di salute quali anemia, ipertensione e deficit nutrizionali.

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) pone attenzione sulle possibili complicanze durante il parto, soprattutto il travaglio prolungato che può portare al parto cesareo d’urgenza. Condizioni che, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, aumentano il rischio di mortalità materna. L’impatto di una gravidanza in età adolescenziale non va misurato solamente dal punto di vista fisico in quanto, come evidenzia la Fondazione Veronesi, le madri adolescenti possono sviluppare più facilmente bassi livelli di autostima, depressione, disturbi alimentari o abuso di sostanze.

Spostando l’attenzione sul bambino, invece, questi hanno maggiore possibilità di nascere da parto pretermine che rappresenta anche per loro un aumento dei rischi (problemi respiratori, disabilità dello sviluppo, difficoltà di apprendimento e mortalità infantile).

Senza dimenticare come i bambini nati da madri adolescenti sono più a rischio di abuso e negligenza sia per l’incapacità emotiva e finanziaria di prendersi cura del figlio che per l’assenza del padre del bambino (aspetto poco indagato ma altrettanto importante).

Inoltre c’è il problema legato alla difficoltà per le giovani madri di completare il percorso scolastico generando un circolo vizioso estremamente pericoloso. Tale abbandono della scuola o l’impossibilità di proseguire come altrimenti desiderato il percorso di studi va ad avere un impatto negativo sulle opportunità lavorative andando a minare l’indipendenza economica della futura donna e la sua capacità di potersi prendere cura anche dei bisogni essenziali del bambino.

Spesso una gravidanza in questa fase della vita va a creare tensioni e difficoltà anche nelle relazioni, sia quelle sentimentali che quelle familiari. Una serie di problemi che si possono ripercuotere anche sullo stesso legame con il neonato con il quale si ha una comunicazione e un’affettività minore rispetto a quanto avviene nelle madri adulte.

È pero doveroso sottolineare che i rischi associati alla maternità in età adolescenziale non sono necessariamente da attribuire alla sola età biologica della madre. Come indagato nello studio pubblicato su Medico e Bambino giocano un ruolo fondamentale anche i fattori socioeconomici, il supporto familiare e la possibilità di accedere alle cure sanitarie.

Ma quali sono le cause alla base di una gravidanza precoce?

I motivi per cui un’adolescente può rimanere incinta, oltre alla volontà di farlo, sono legati alla difficoltà di accesso ai programmi di educazione sessuale, un basso livello di istruzione, l’aver subito una violenza sessuale, una precocità sessuale e, come evidenziato dal Manuale MSD, l’uso inadeguato o del tutto assente dei metodi contraccettivi.

Come supportare un’adolescente in gravidanza

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Fonte: iStock

Quando si parla di gravidanza precoce è importante non solo porre l’attenzione sull’educazione (compresa quella sessuale), ma anche affrontare la questione della possibilità che la ragazza decida di avere un figlio prima dei 19 anni (quindi anche quando è maggiorenne) o che decida di non abortire di fronte a una gravidanza indesiderata. Resto fermo il diritto all’autodeterminazione della ragazza anche ribadendo quanto affermato nella cosiddetta “Carta dei diritti” internazionale per le donne (testo integrale sul sito Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie) dove si legge che:

i diritti umani delle donne comprendono il diritto ad avere il controllo e decidere liberamente e responsabilmente sulle questioni relative alla propria sessualità, compresa la salute sessuale e riproduttiva, libere da coercizione, discriminazione e violenza

È quindi necessario anche analizzare il fenomeno sia dal punto di vista di chi vuole ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza che da quello delle ragazze che decidono di cercare una gravidanza e portarla a termine. Ogni ragazza e il suo bambino (così come il padre) hanno diritto di avere accesso ai servizi sanitari, ricevere supporto psicologico per affrontare lo stress emotivo, i timori e le incertezze (amplificate rispetto a quelle di una gravidanza in età adulta) e poter non dover rinunciare a completare il percorso scolastico ed educativo.

Nel rapporto Piccole mamme di Save the Children sulle mamme adolescenti in Italia (edizione del 2011) si sottolinea l’importanza anche di favorire l’autonomia lavorativa e abitativa delle ragazze. È infatti necessario assicurare alle giovani mamme l’accesso a percorsi agevolati per l’assegnazione degli alloggi e a procedure semplificate per l’iscrizione e la partecipazione ai corsi professionalizzanti.

Inclusività e maternità precoce: abbattere pregiudizi e costruire il futuro

Sulla maternità in genere e sulla maternità precoce in particolare pesano diversi pregiudizi, stigmi e luoghi comuni che, come mostrato dallo studio dell’International Journal of Environment Research and Publich Health, possono causare esclusione sociale e discriminare quelle donne. È importante che la società (intesa sia come politica, amministrazioni locali, organizzazioni e famiglie di provenienza) diano il supporto necessario per consentire alle adolescenti di proseguire la loro vita in maniera positiva senza discriminazioni o un aumento delle difficoltà.

Alcune delle misure cui fare riferimento riguarda la condivisione con altre madri così da avere opportunità di incontro, scambio e supporto, così come l’accesso a servizi inclusivi indipendentemente dall’età, nazionalità o background socioeconomico della ragazza.

Molto andrebbe fatto più in generale nel promuovere il rispetto e la valorizzazione del ruolo genitoriale e degli adolescenti stessi. Troppo spesso, infatti, si ha la tendenza a considerarli ancora dei bambini, quindi immaturi secondo la narrazione delle precedenti generazioni e quindi incapaci di badare a sé stessi. Eppure la realtà è molto più complessa e spesso ciò che manca non è la volontà ma le opportunità, anche per un certo clima educativo e sociale nel quale gli adolescenti si trovano a crescere.

Similmente è importante valorizzare il ruolo dei genitori senza pretendere che questi seguano rigidi modelli sulla base delle scelte fatte in passato dai propri genitori. Il contesto sociale e culturale, infatti, è in costante cambiamento ed è sempre la responsabilità del singolo la condizione propedeutica alla possibilità di fare scelte non solo buone ma anche consapevoli. Per genitori che siano non solo “bravi a fare delle cose”, ma anche liberi nel portare avanti le loro decisioni e scelte di vita.

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