È ampiamente noto che la gravidanza determini una serie di cambiamenti fisici molto importanti che in alcuni casi possono destare preoccupazione sia per l’esito della gestazione che per la salute e la sopravvivenza della donna. Uno di questi fenomeni è quello legato alla fibrillazione atriale, l’aritmia più comune negli adulti, che secondo i dati riportati dall’European Society of Cardiology (ESC) interessa tra lo 0,5% e l’1% della popolazione totale e lo 0,027% delle donne in gravidanza.

L’attenzione alla fibrillazione atriale in gravidanza è legata a diversi elementi. Da una parte bisogna considerare, come evidenziato in questo studio, che la gravidanza è associata a un aumento del rischio di aritmie e che le donne con una storia di aritmia hanno un rischio significativo di recidiva.

Inoltre l’incidenza delle aritmie in gravidanza è in aumento e la conseguente ospedalizzazione per le aritmie durante la gestazione è associata a un aumento del rischio di complicazioni sia materne che fetali, tra cui la mortalità materna.

Cos’è la fibrillazione atriale?

La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli descrive la fibrillazione atriale come l’irregolarità e l’aumento del battito cardiaco. Ne esistono di tre tipi (parossistica, persistente e permanente) che differiscono per la modalità di manifestazione, per la durata e per il tipo di trattamento disponibile.

  • La fibrillazione atriale parossistica, infatti, si manifesta in maniera improvvisa, sporadicamente o frequentemente e ha una durata limitata (da pochi minuti a una settimana).
  • La fibrillazione atriale persistente, invece, ha una durata superiore ai 7 giorni e si risolve spontaneamente o tramite intervento esterno o terapia farmacologica.
  • La fibrillazione atriale permanente è quella nella quale non si ottiene un effetto risolutivo tramite le terapie disponibili.

Cause, sintomi e conseguenze

Il Manuale MSD distingue tra causa frequenti e meno frequenti di fibrillazione atriale. Tra le prime inserisce l’ipertensione, la coronaropatia, la cardiomiopatia, le patologie cardiache valvolari, l’ipertiroidismo e l’abuso nell’assunzione di alcol. Tra le cause meno comuni, invece, rientrano l’embolia polmonare, i difetti del setto atriale, i difetti cardiaci congeniti, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, la miocardite e la pericardite.

I sintomi comuni della fibrillazione atriale (simili in tutte e tre le forme) sono:

  • cardiopalmo (il cosiddetto tuffo al cuore);
  • palpitazioni;
  • dolore al petto;
  • battito cardiaco irregolare;
  • stato confusionale;
  • senso di debolezza (astenia);
  • respiro affannoso;
  • vertigini;
  • sudorazione eccessiva (iperidrosi);
  • affaticamento eccessivo dopo aver svolto un’attività fisica;
  • episodi di ansia e paura.

Durante la gravidanza il corpo produce più sangue ne modifica il flusso per orientarlo verso l’utero e produce ormoni che possono modificare il funzionamento di diversi organi, tra cui il cuore e i vasi sanguigni. Questo può determinare una crescita del cuore con un’accelerazione della frequenza cardiaca.

Il Journal of Atrial Fibrillation (JAFIB) precisa come la maggior parte delle donne incinte lamenta palpitazioni, vertigini e sincope, ma questi sintomi raramente sono associati a significative aritmie cardiache.

La fibrillazione atriale aumenta il rischio di morte rispetto alla popolazione sana di 1,5-3,5 volte. Le conseguenze più gravi sono quelle legate all’insufficienza cardiaca e all’ictus ischemico.

Inoltre c’è un aumento del rischio di demenza, deficit cognitivi e depressione andando a ridurre significativamente la qualità della vita.

La fibrillazione atriale è compatibile con la gravidanza?

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Fonte: iStock

Sì. Il portale WebMD chiarisce fin da subito che le donne in gravidanza o che ne stanno pianificando una possono portare a termine la gestazione (come fatto da migliaia di donne ogni anno) senza conseguenze sulla loro salute e sopravvivenza o quella dei loro figli.

È possibile, quindi, cercare e portare avanti una gravidanza ma è necessario valutare con il proprio medico il singolo caso seguendo una terapia adeguata volta a prevenire le comuni complicazioni della fibrillazione atriale.

Il trattamento della fibrillazione atriale è spesso legato all’assunzione di farmaci, alcuni dei quali per il loro potenziale effetto teratogeno possono non essere sicuri durante la gravidanza, specialmente nel primo trimestre. Ma anche nei mesi successivi c’è il rischio che i farmaci interagiscano sulla crescita fetale portando ad aritmie fetali.

I rischi, comunque, per quanto poco frequenti ci sono. Molto dipende anche dalle altre condizioni e dallo stato di salute generale della donna e in alcuni di questi casi la fibrillazione atriale è un fattore di rischio per la morbilità e la mortalità materna ma anche per le gravi conseguenze emodinamiche per il feto.

L’aumentata richiesta cardiaca che si verifica durante la gravidanza, aggiunge il Journal of the American Hearth Association (JAHA), può causare una minore tolleranza della fibrillazione atriale e aumentare il rischio di insufficienza cardiaca.

La fibrillazione atriale in gravidanza può rappresentare un caso di fibrillazione atriale isolato benigno o essere significativo per la salute della donna.

Cosa fare e come comportarsi

Il primo aspetto da sottolineare è che la fibrillazione atriale può essere facilmente diagnosticata con un elettrocardiogramma (ECG). In presenza di una storia di aritmie, fibrillazioni o malattie cardiache è necessario, se possibile ancor prima di cercare una gravidanza, affrontare la questione con il proprio medico curante e un cardiologo per gestire adeguatamente la situazione.

La principale questione sul trattamento dipende dall’assunzione dei farmaci anti-fibrillazione atriale che aumentano il rischio di aborti spontanei, difetti congeniti e parto pretermine.

Le linee guida indicano che la gestione della fibrillazione atriale dovrebbe essere la stessa di quella prevista per le donne non incinte, ma più tempestiva. L’indicazione generale è quella di evitare i farmaci anticoagulanti (warfarim, rivaroxaban e apicaban), quelli antiaritmici (amiodarone) e il verapamil e il diltiazem.

Le alternative a questi farmaci possono prevedere l’assunzione di aspirina, eparina, beta-bloccanti, digossina e la chinidina.

Cosa evitare se si soffre di fibrillazione atriale

Ci sono condizioni, abitudini e comportamenti che possono aumentare la possibilità di insorgenza di una fibrillazione atriale. Su queste si può intervenire già da prima di rimanere incinta andando così a rimuovere potenziali fattori di rischio.

È quindi sano evitare l’alcol, il fumo e uno stile di vita sedentario andando a migliorare l’alimentazione seguendo una dieta equilibrata, praticare regolare attività fisica e tenere sotto controllo il proprio peso corporeo.

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