
Scopriamo le cause degli attacchi di panico in gravidanza, i sintomi e come tutelare la propria salute e quella del feto.
Contro i pregiudizi e gli imbarazzi occupiamoci dell'ansia che si può manifestare (o peggiorare) durante la gravidanza individuando dei consigli utili per affrontarla.
Una realtà, quindi, cui porre attenzione per aiutare chi ne soffre ad avere gli strumenti utili per affrontarla anche con l’obiettivo di superare stigmi intorno all’ansia e a qualsiasi disturbo non di natura prettamente fisica che trova nei pregiudizi sulla gravidanza un terreno particolarmente fertile.
Iniziamo con il definire che cos’è l’ansia, un termine spesso difficile da inquadrare anche perché ampiamente utilizzato. L’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) definisce l’ansia come una sensazione di nervosismo e preoccupazione ma la distingue dal disturbo d’ansia. La prima, infatti, riguarda sentimenti che è possibile considerare normale, mentre i disturbi d’ansia sono una condizione di salute mentale che si verifica quando questi sentimenti ostacolano e condizionano la vita quotidiana.
Il Manuale MSD definendo l’ansia come uno stato emotivo stressante e spiacevole di malessere e nervosismo, spiega che le cause non sono ancora del tutto chiare. E aggiunge che spesso le persone che ne soffrono sperimentano cambiamenti fisici (come nausea e sudorazione), ma anche comportamentali (rabbia, evitamento, eccetera).
Quello dell’ansia è un disturbo che può interessare ogni fase della vita di una persona; già dall’infanzia con l’ansia da separazione, infatti, si può andare incontro a un fenomeno complesso e articolato che si può manifestare in diversi modi.
Identificare le cause dell’ansia in gravidanza può non essere semplice sia per la difficoltà di riconoscere queste condizioni sia perché spesso le ricerche scientifiche in materia li analizzano insieme a quelli depressivi. Il Journal of Mental Health and Clinical Psychology riferisce che l’ansia in gravidanza è una complicanza significativa che colpisce tra il 20% e il 40% delle gestanti. Le donne sono interessate dai disturbi dell’umore e dell’ansia durante tutta l’età fertile e con la gravidanza i problemi di salute mentale tendono spesso a peggiorare.
La gravidanza, quindi, è essa stessa una causa di ansia tanto che la gestazione può essere sia l’occasione per peggiorare una condizione precedente che per farla emergere. Va inoltre distinta l’ansia in gravidanza come disturbo a sé stante dall’ansia per la gravidanza che potrebbero essere considerati disturbi separati.
Alcune ipotesi individuano nella preoccupazione per gli esiti materni e infantili l’ansia per la gravidanza. Tra i fattori di rischio associati all’ansia in gravidanza sono da considerare i problemi che si possono verificare durante la gestazione (gravidanza a rischio) così come tutti quegli elementi fisici, biologici, ambientali (come stress, lavoro, preoccupazioni quotidiane), sociali (come l’assenza del supporto del partner o della famiglia) e psicologici che possono portare una donna a sviluppare fattori d’ansia. Senza trascurare le condizioni economiche e professionali (reddito e occupazione) che possono favorire l’insorgenza di un disturbo d’ansia.
Sono da considerare fattori di rischio anche l’aver subito un aborto spontaneo, avere un bambino con problemi di salute, aver subito traumi nell’infanzia e l’aver avuto problemi di salute in una precedente gravidanza.
Il travaglio e il parto, anche in donne che hanno avuto una gravidanza sana e lineare, possono essere altre cause per cui con il passare dei mesi e l’avvicinarsi della nascita del bambino si possa sperimentare ansia che può anche diventare vera e propria fobia. In questo senso hanno un peso importante la bassa autostima, la mancanza di supporto, la paura del dolore e della solitudine, una precedente esperienza negativa e la presenza di condizioni mediche che anche prima del parto hanno causato ansia.
Vanno infine considerati anche la fiducia che la partoriente ha del sistema sanitario e del personale medico che l’assiste durante il travaglio e il parto.
Il disturbo d’ansia generalizzato viene diagnosticato quando sono presenti per almeno sei mesi queste caratteristiche:
Essere preoccupate durante la gravidanza, ma anche della gravidanza e dei cambiamenti successivi all’arrivo del bambino è del tutto normale. L’ansia diventa patologica quando interferisce negativamente con lo svolgimento delle normali attività quotidiane provando un notevole disagio.
L’ansia si può manifestare in qualsiasi momento della gravidanza, ma l’Harvard Medical School riferisce che i tassi sono più alti nel primo trimestre, probabilmente per effetto dei cambiamenti ormonali (e della novità). I principali sintomi con cui si manifesta l’ansia in gravidanza sono: irritabilità, tensione muscolare, costante preoccupazione, difficoltà ad addormentarsi, battito cardiaco accelerato, vertigini, problemi di concentrazione, sensazione di paura e timore di uscire di casa.
All’ansia in gravidanza sono associati diversi esiti avversi sia per la donna che per il feto. Uno dei principali, come confermato da diversi studi tra cui quello pubblicato dall’American Psychological Association, è quello di andare incontro a parto pretermine. Per il feto ci sono problemi di ritardo della crescita, basso peso alla nascita e/o limitazione della crescita intrauterina.
Ci sono poi rischi in termini di problemi emotivi e difficoltà di temperamento nei figli e una scarsa regolazione dell’attenzione. L’ansia materna, come riportato dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Fondazione ONDA), può causare anche problemi di attaccamento, rendendo più difficile per le mamme rispondere ai bisogni emotivi dei propri figli in maniera sana e adeguata.
Un’ansia sottovaluta o ignorata, quindi non trattata, aumenta il rischio di depressione post-partum e di problemi relazionali anche con il proprio partner.
Il ricorso a una terapia farmacologica è spesso precluso per gli effetti teratogeni di alcuni farmaci. Le possibilità mediche vanno dalla terapia cognitivo comportamentale al ricorso ai gruppi di supporto e alla psicoterapia sviluppando un percorso mirato con il quale ridurre l’impatto delle conseguenze invalidanti dell’ansia, portare a termine nel migliore dei modi la gravidanza e avere un aiuto professionale cui fare riferimento anche nel periodo del puerperio nel quale si innescano altri fattori di rischio che potrebbero avere altrettanti effetti critici e negativi.
Soffrire d’ansia non è una colpa. È difficile spiegarlo a chi considera i disturbi e le condizioni mentali ed emotive meno importanti di quelle fisiche, ma questi sono giudizi sbagliati e infondati frutto dell’ignoranza e del pregiudizio. Per quanto difficile è importante concentrarsi su sé stesse, la propria gravidanza e le cose positive della propria vita maturando la consapevolezza e il rispetto della propria dignità che, anche in un contesto di fragilità come quello causato dall’ansia, è sempre un valore assoluto da perseguire.
Un aspetto importante cui prestare attenzione è quello del sonno, specialmente quello notturno. Riposare poco o male innesca un circolo vizioso che rende l’ansia ancora più forte e opprimente. Trovare tutte le misure (cuscini adatti, routine del sonno, eccetera) adatte per migliorare il sonno si rivela utile anche contro l’ansia.
L’esercizio fisico è un alleato prezioso in gravidanza anche come terapia dall’ansia. Oltre ad assicurare una serie di benefici fisici l’attività fisica aiuta a scaricare le tensioni offrendo un beneficio duraturo con il quale ridurre l’intensità dell’ansia e trovare sollievo e tranquillità.
Se l’ansia genera tensione ecco che ogni forma di relax può essere utile per ridurne l’intensità. Dallo yoga ai massaggi passando per le tecniche di respirazione e meditazione fino alla cura del tempo libero. La gravidanza è una realtà che per molti aspetti monopolizza la donna che ha quindi bisogno di ritagliarsi del tempo per fare le cose che più le piacciono e la distraggano così da non rimanere schiacciata dal peso delle preoccupazioni.
Molto importante è anche il circondarsi di persone di fiducia. Non necessariamente tante, ma un numero sufficiente per poter trascorrere le proprie giornate nella libertà di non essere sempre impeccabili e avere anche momenti di debolezza. Dal partner agli amici passando per i familiari; circondarsi di persone con le quali trascorrere del tempo sano e positivo, o con le quali condividere le proprie ansie e preoccupazioni, è una scelta da non sottovalutare anche per evitare il rischio di isolarsi e peggiorare così le conseguenze negative dell’ansia.
Scopriamo le cause degli attacchi di panico in gravidanza, i sintomi e come tutelare la propria salute e quella del feto.
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