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Un disturbo molto diffuso che pone il problema dell'impossibilità di ricorrere ai più comuni rimedi; ecco cosa fare quando l'acne viene (o si ripresenta) durante la gravidanza.
L’acne in gravidanza è una condizione molto diffusa, tanto che più della metà delle gestanti può aspettarsi di vederla comparire sulla propria pelle. Scopriamo perché accade e cosa è possibile fare.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) definisce l’acne come lo sviluppo sulla pelle di eruzioni cutanee, quelli che comunemente vengono chiamati brufoli. Propriamente, i rilievi sulla pelle possono essere di diverso tipo. Punti neri, punti bianchi, papule, pustole, noduli e cisti.
È una vera e propria malattia della pelle che si manifesta prevalentemente durante l’adolescenza in associazione alla pubertà. Anche durante la gestazione, specialmente nel primo trimestre, l’acne è particolarmente diffusa e le ragioni sono da individuare prevalentemente nei mutamenti ormonali che si verificano nelle prime settimane.
Di questa malattia non sono noti tutti i meccanismi che la provocano ma è certo – a differenza di tanti luoghi comuni – che non è dipesa da una cattiva alimentazione o da una scarsa igiene della pelle.
Durante la gestazione si parla proprio di acne gravidica che è dipesa, come indicato dall’Associazione Italiana per la Donazione di Organi (AIDO), dall’aumento dei livelli di alcuni ormoni, soprattutto il progesterone. Alcuni di questi ormoni, infatti, possono indurre l’aumento dell’attività delle ghiandole sebacee determinando la formazione delle lesioni cutanee.
Sempre il portale WebMD spiega come, sebbene i cambiamenti ormonali tipici della gravidanza possano essere considerati responsabili dell’insorgenza dell’acne, questa è più probabile che si verifichi nelle donne che hanno già avuto una storia di acne e in quelle che all’inizio del ciclo mestruale hanno una riacutizzazione di questo disturbo.
Tra i fattori e le condizioni che possono favorire la comparsa dell’acne in gravidanza troviamo anche una sorta di predisposizione genetica, il fumo, l’utilizzo di cosmetici comedogenici, la sindrome dell’ovaio policistico e la pressione esercitata da indumenti e attrezzature sportive troppo strette.
Prima di analizzare quali sono i rimedi più efficaci all’acne in gravidanza è necessario precisare come vada assolutamente evitata e interrotta l’assunzione di farmaci. L’American Academy of Dermatology Association (AAD) riporta come l’Isotretinoina, il Tazarotene e lo Spironolattone hanno un effetto teratogeno che può causare al feto gravi difetti alla nascita. Risultano pericolosi e potenzialmente responsabili di problemi e difetti congeniti anche il ricorso alla terapia ormonale (compresa quella a base di estrogeni), a diversi antibiotici (che possono inibire la crescita ossea e scolorire i denti) così come l’utilizzo di retinoidi topici.
Il Mayo Clinic suggerisce di occuparsi del lavaggio delle zone della pelle interessate dall’acne utilizzando due volte al giorno un detergente delicato da applicare con l’acqua tiepida. È importante usare un detergente privo di alcool, olio e sostanze abrasive usando una salvietta o un dischetto di cotone per lavare il viso. Fondamentale si rivela anche l’asciugatura, procedendo con delicatezza senza strofinare, e al termine applicare una crema idratante.
Per coloro che tendono a sviluppare l’acne nella zona dell’attaccatura dei capelli, invece, è indicato lavare i capelli ogni giorno. Preferire sempre prodotti a base di sostanze naturali ed estratti di piante come la lavanda, la camomilla, il rosmarino e la bardana, che hanno un’azione lenitiva e antinfiammatoria.
Oltre ai farmaci, è importante evitare i prodotti aggressivi e lo spremere le lesioni cutanee. Questa pratica può aggravare le manifestazioni sulla pelle, rischiando anche di lasciare il segno delle cicatrici. Vanno evitati anche le creme e i trattamenti schiarenti così come le terapie laser.
Grande importanza la ricoprono anche una serie di accorgimenti sulle abitudini quotidiane che possono svolgere un’azione preventiva. È consigliato, infatti, di tenere il più possibile lontane le mani dal viso in quanto sulle dita si possono raccogliere diverse batteri, evitare di tenere lo smartphone attaccato al viso (preferendo quindi l’uso degli auricolari) e cambiare frequentemente le federe del letto.
In generale e in modo particolare nelle forme più gravi, vanno evitati i rimedi domestici e le soluzioni improvvisate, preferendo sempre il ricorso a una valutazione di un dermatologo per comprendere i trattamenti realmente efficaci e sicuri.
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