
I consigli su come affrontare i primi giorni di vita con un neonato, dalla preparazione della cameretta e della casa alla gestione di pianti e coli...
Com'è davvero la vita di un neogenitore? Molto diversa da quello che ci si aspetta: le cose importanti da sapere sui primi mesi del neonato e su come cavarsela.
“Ti stravolgerà la vita”: quante volte una donna incinta se lo sente ripetere? E, a differenza di molte altre considerazioni più o meno gratuite che vengono rivolte a una futura mamma, è proprio così.
L’arrivo di un figlio sconvolge la routine quotidiana, scombina le carte e assorbe praticamente ogni momento della vita dei neogenitori. Con il tempo ci si abitua, si tiene il passo, si rallenta o si viaggia veloce a seconda delle necessità. Ma i primi mesi con il neonato rimangono momenti difficili da dimenticare. E altrettanto difficili da gestire.
Un bambino appena nato ha bisogno di cure costanti, pratiche – cambio pannolini, bagnetto, vestiti, ancora cambio pannolini – ed emotive. E per quanto un genitore si senta preparato al compito che lo aspetta, le sorprese non tardano ad arrivare.
Una mamma, Leigh Tayler, ha raccontato su Scary Mommy la propria esperienza con le prime settimane da mamma:
L’anno scorso sono diventata mamma, un ruolo che ho sognato per anni. Ho sempre amato neonati e bambini, e questo amore è diventato ancora più forte quando sono diventata zia, di due femmine e quattro maschi. Mi hanno sempre detto cose tipo “sei così naturale” e “i bambini ti adorano”, o ancora “sarai una madre fantastica”, e io ci ho creduto. Ero sicura al 100% che sarebbe stato un ruolo perfetto per me. Voglio dire, lo pensavano tutti, non potevano mica sbagliarsi, no?
La realtà, invece, come sempre accade è ben diversa da come la si immagina. Leigh elenca allora 5 “sorprese” del suo diventare mamma e dei primi mesi con il neonato.
Dal primo momento in cui si arriva a casa con il neonato si scopre che di tutti i piani e i programmi stesi nei mesi precedenti con tanto impegno si riesce a concretizzare ben poco. Scrive Leigh:
Dal primo giorno ognuno dei miei piani ben stesi è andato all’aria, uno dopo l’altro. […] Accorgermi che tutta la faccenda del diventare-mamma non era il sogno che pensavo è stata dura da mandare giù.
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È la diretta conseguenza del primo punto: dal momento che niente o quasi va come ci si aspetta non è possibile prepararsi a quello che sarà. Si impara giorno per giorno, sbagliando e aggiustando, provando e riprovando.
Non esistono soluzioni a priori, solo tentativi, non ci sono manuali di istruzioni e – a complicare ulteriormente le cose – ogni bambino è diverso, e non solo: soluzioni che sembravano efficaci un giorno, il giorno dopo possono risultare del tutto inutili.
È facile dare consigli quando non ci si trova direttamente coinvolti in una situazione. E ogni genitore di consigli ne può fare una collezione pressoché infinita. Ma quantità e qualità non vanno sempre insieme: nessuno, dice Leigh, ha davvero idea di cosa stia facendo, si passa per tentativi ed errori, sperimentazioni e soprattutto istinto.
All’inesperienza dei genitori fa da contrappunto la gran voglia di dispensare consigli delle persone che li circondano. Spesso in contraddizione tra loro: far dormire il neonato nel lettone oppure no? Lasciarlo piangere o coccolarlo? Ciuccio: sì o no? È vestito troppo? Troppo poco?
Chiunque ha la propria idea, da condividere a ogni costo, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze e dell’incertezza che suscita nel malcapitato neogenitore.
Abbiamo chiesto alle mamme su Instagram di raccontarci i motivi per cui si sentono inadeguate: ecco quali sono i più frequenti.
È un’altra delle verità che si imparano nei primi mesi da genitori: per qualcuno l’amore arriva subito, altri invece impiegano più tempo per far crescere un sentimento nuovo. “È la cosa più difficile da affrontare, ma non abbiate paura”, scrive Leigh, è del tutto normale non sentirsi subito “mamma”.
Si pensa che una mamma debba amare il proprio figlio incondizionatamente dal primo sguardo. La verità peggiore è che non tutte le madri sono pre-programmate per amare il loro figlio dal giorno uno. Per alcune di noi ci vuole più tempo, molto tempo.
"Mi sono chiesto più volte se ci sia un momento, un click, per così dire, che inneschi il rapporto d’amore tra il padre e una figlia, quello ba...
Trascorrere molto tempo con un neonato bisognoso di attenzioni non è certo un’attività di relax, ma, a un certo punto, scrive Leigh, le cose si sistemano:
Dopo cinque mesi ho capito che ce la stavo facendo, stavo facendo questa cosa dell’essere mamma da sola, e non lo odiavo del tutto. Quando la sentivo piangere non desideravo più di rannicchiarmi e sparire. Sapevo cosa fare, o almeno sapevo cosa provare a fare.
Ma quali sono le cose che si possono fare per “sopravvivere” ai primi mesi da mamma? Vediamo i consigli fondamentali nella gallery qui sotto.
La storia di Leigh, simile a quella di molte mamme, ricorda che è normale non amare ogni cosa dell’essere mamma, desiderare del tempo per sé, perdere la pazienza. Le giornate no non sono il segno che non si è una brava mamma, e non bisogna vergognarsene. Tutte le mamme, chi più chi meno, si sentono così.
Su Instagram e Facebook la vita dei genitori pare spesso una costellazione di successi, piccole o grandi vittorie, con bambini sempre pacifici e giornate tranquille. Non è così: ogni mamma e ogni papà sperimenta momenti di sconforto, di stanchezza e anche di inadeguatezza. Anche se quello che viene poi mostrato è solo il lato migliore dell’essere genitori c’è molto, molto altro “dietro”. Ed è normale che sia così.
Spesso il confronto con la “reale” vita da mamma è molto diverso con l’idea che si aveva della maternità. Nessuna paura: succede a tutti, e non c’è da vergognarsi – anzi – a chiedere una mano. Coinvolgere le persone vicine, chiedere aiuto soprattutto nei primi mesi da mamma, che sia per tenere il bambino mentre ti occupi di altro (o ti prendi del tempo per te) o di aiutarti con le pulizie di casa, non significa “mancare” in qualcosa, tutt’altro.
Se il bambino piange senza sosta o continua a svegliarsi, quando si fatica a capirne i motivi e ad agire di conseguenza, non significa che non si è dei “bravi” genitori. Il pianto del neonato è il primo e unico strumento di comunicazione e con il tempo si impara a “decodificarlo”, a tradurlo e quindi a rispondere nel modo migliore. Non sentitevi in colpa se non vi viene tutto naturale, le cose miglioreranno con il tempo.
La privazione di sonno certo non aiuta, ma un fatto è certo: non durerà per sempre. A un certo punto succederà, capirai di avere preso la strada giusta, in discesa. I primi mesi sono quelli più intensi, e per molti i più difficili. Ci saranno errori, e conquiste, altri errori e altre conquiste.
È la soluzione adottata da sempre più genitori, per questioni di sicurezza ma anche di praticità e di economicità.
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