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Traduttrice, blogger, da due anni mamma: la nostra intervista a Francesca Crescentini, in arte Tegamini, che ci consiglia i migliori libri da sfogliare con i bambini.
“Non mi sono riconvertita a mamma-blogger ma mio figlio è entrato a far parte di quello che faccio online. Lo racconto con le parole più che per immagini, ci sono già molto io nel mio blog, mio figlio lo tengo per me“.
Al telefono Tegamini (che si chiama poi Francesca Crescentini) ci parla di cosa sia essere mamma, traduttrice, lettrice attenta e trasognata insieme e scopritrice di avventure di carta con la stessa spontaneità che le riconosci sul suo blog. Tra le righe delle recensioni di Tegamini si legge soprattutto la voglia di condividere pensieri e passioni, che siano libri, cinema, viaggi o altro ancora.
Mamma da quasi due anni, Francesca-Tegamini definisce gli spazi che occupa sul web tra lavoro e famiglia: “Quando sono rimasta incinta lavoravo in un’agenzia di comunicazione. Mi sono messa in discussione e ho deciso di fare a tempo pieno quello che facevo prima a tempo perso“.
Dal lavoro per la casa editrice Einaudi a Torino a quello in un’agenzia di comunicazione di Milano come copywriter, quindi il matrimonio e l’arrivo di Cesare nel 2016, Francesca riavvolge il nastro della sua “bio” e conferma:
Quando ho saputo che sarei diventata mamma ho iniziato a farmi delle domande. Il lavoro mi piaceva ma la vita in agenzia è già difficile se sei giovane, libera e senza famiglia. Mi sono chiesta se avrei retto il ritmo, non tanto perché il posto in cui lavoravo non era rispettoso o non mi sarebbero venuti incontro: mi sarebbe pesato non poter garantire piena disponibilità quindi ci ho pensato bene, ho fatto due conti e ho deciso di essere più flessibile: sono freelance e traduttrice e ho iniziato a dedicarmi a tempo pieno al mio blog, che ho aperto nel 2010.
Sulla strada da Torino a Milano, ricorda Tegamini, ci sono stati anche altri colloqui di lavoro: “Alcuni erano davvero orrendi. Mi buttavano lì cose del tipo “ah, sei sposata, ma di figli non ne facciamo subito vero?”. Diverse mie amiche hanno avuto esperienze negative sul lavoro con la maternità. Per me è stato diverso, ho scelto io di cambiare strada e sono contenta così”.
Francesca si è reinventata, spiega, investendo sulle sue competenze, sulle sue passioni e, non da ultimo, su internet:
Mi piace molto quello che ho creato, è un lavoro che non sembra un lavoro, mi causa meno ansia da molti punti di vista. La stanchezza c’è ma non è più quella di prima, non è stanchezza mentale “da ufficio”. Posso gestire gli orari del nido, occuparmi di Cesare e del mio lavoro, anche se non mancano le difficoltà: con i nonni lontani l’organizzazione della famiglia va studiata bene e bisogna pensare a tutto con largo anticipo, per quanto possibile.
Il web secondo Francesca è il luogo delle opportunità per chi vuole costruire e investire sulle proprie capacità. Ma è anche il mezzo attraverso cui è possibile raccontare se stessi a patto di trovare la chiave giusta per comunicare.
Il mio blog è una sorta di diario, il tema della maternità ci è finito dentro per forza di cose. Ho parlato spesso di quello che mi succedeva come mamma, ma non sono una mamma-blogger. La maternità è uno dei temi su cui lavoro ma su Tegamini racconto tanti argomenti che mi incuriosiscono e che altre persone possono trovare utili. Quando è arrivato Cesare avevo già un certo seguito, sono abituata a gestire un rapporto con persone sconosciute perché ci sia uno scambio.
Ben venga dunque quello scambio, di “like”, opinioni suggerimenti e condivisioni. Ma senza esagerare nel mostrare la propria sfera privata:
Più persone ti seguono, più devi stare attenta a quel che succede. “Esserci” tutti i giorni crea un’illusione di vicinanza, si abbattono filtri e barriere e a volte capita che qualcuno non sia né benevolo né comprensivo, nella convinzione che “online si può dire tutto”. Ma non è così. Questa cosa mi spaventa e, le poche volte che è capitato, ci sono rimasta molto male. Non volevo correre il rischio di esporre Cesare a questa potenziale negatività. Per questo preferisco farlo vedere solo di sfuggita, anche se meriterebbe grandi sbandieramenti. Per me è una scelta molto personale, ogni mamma fa quello che si sente, non c’è un modo giusto o sbagliato. Io ci sono già molto sul web, Cesare preferisco raccontarlo in una maniera più mediata.
E quindi, i libri. I bambini. E i libri per bambini. Abbiamo chiesto a Francesca Crescentini di consigliarci alcuni titoli dedicati all’infanzia: nella gallery trovate la sua lista a misura di piccoli (e piccolissimi) lettori.
“Sono libri con cui giocare, li apri e cerchi gli animali, pagina dopo pagina: i bambini si divertono molto”. Un’avventura per grandi e piccoli, che possono rincorrere oltre al cane sfuggente anche zebre, giraffe, gufi e galline, giusto per dirne alcuni: questo è Dove sei signor cane? di Ingela Arrhenius.
“Un libro interattivo, con cui il bambino può interagire spostando paesaggi e personaggi con un dito e sorprendersi ogni volta”: Nella notte blu di Gabriele Clima.
“Ci sono diversi libri della stessa serie e dello stesso autore, con illustrazioni semplici ma che catturano i bambini”. La storia è quella che tutti sappiamo. Noi adulti, perché per i piccoli è tutta un’altra cosa: Il principe ranocchio di Attilio.
Un orso che ha perso le mutande, un designer giapponese e una tecnica sorprendente: Le mutande di orso bianco di Tupera Tupera.
“C’è un sasso. E questo sasso vive avventure mirabolanti”: Petra, di Marianna Cocco.
“Tutti i bruchi diventano farfalle, ma come fanno?” Pagine intagliate, giochi di immagini e parole per spiccare il volo insieme. Il piccolo bruco Maisazio, di Eric Carle.
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