L'attrice è mamma di due bambini, Nina e Thomas, e ha da poco lanciato un nuovo business che le dà soddisfazioni e che sembra essere stato davver...
Nel libro My Body ha parlato del rapporto con il suo corpo, che da molti è considerato simbolo di perfezione estetica senza eguali. Emily Ratajkowski è una modella e imprenditrice che, proprio sul corpo, ha fondato un’intera carriera. Dietro questa copertina patinata però si muovono ombre che è molto difficile scovare. @Emrata, come la conoscono tutti sui social, si è messa a nudo. Anche rispetto alla sua maternità, che è iniziata lo scorso 12 marzo 2021 con la nascita di Sylvester.
Emily ha svelato il suo volto molto presto, perché, come ha spiegato, Sylvester fa parte della sua vita e non vuole tenerlo nascosto ai milioni di followers che la seguono ogni giorno. Resta il fatto che sono molti i limiti che lei e suo marito Sebastian Bear-McClard hanno dato ai media rispetto alla privacy del bambino. Uno, poi, se lo è data da sola: in un’intervista di lancio del suo libro (uscito il 9 novembre scorso), Emily ha raccontato a InterviewMagazine che i pregiudizi sul suo corpo, le attenzioni che le hanno riservato sin dall’adolescenza l’hanno colpita nel profondo. Gli sguardi maschili, quelli più invadenti, l’hanno gelata. Per suo figlio Sylvester vuole però altro: insegnargli la compassione, ad esempio. E la parità di genere, per scrivere una nuova storia in cui non sono più solo gli uomini a filtrare la realtà, ma le donne sono messe nelle loro stesse condizioni. Per poter parlare, crescere ed essere professioniste di successo e madri soddisfatte.
Sul profilo Instagram di Emily Ratajkowski sono comparse una serie di foto con il suo bambino, attimi di vita newyorkese che la inquadrano come una persona normale, all’apice del successo ma pur sempre terrena, lucida.
Il nuovo libro di Emily
Emily Ratajkowski è appena arrivata in libreria con una biografia che si chiama My Body. Questa uscita editoriale ha destato parecchio scalpore, perché lo stereotipo della modella che non può fare altro che sfilare, purtroppo, è duro a morire. Nel libro Emily parla del suo rapporto con un corpo che non solo l’ha messa al centro della scena, ma spesso l’ha anche ostacolata nel creare legami e rapporti con gli altri.
L'intervista di Emily Ratajkowski su uomini, soldi e maternità
In un’intervista per InterviewMagazine, Emily Ratajkowski ha discusso con la filosofa Amia Srinivasan di uomini, soldi e maternità (le tre “m”, come le ha definite la super modella: “Men”, “Money”, “Motherhood”). Nell’intervista Emily ha raccontato come sta vivendo i pregiudizi che ruotano intorno al suo libro, le critiche e le recensioni negative che nascono proprio dallo stereotipo della modella col corpo perfetto che non può in alcun modo lamentarsi del suo fisico.
La famiglia di Emily Ratajkowski
In una serie di scatti molto belli e spontanei, Emily Ratajkowski ha anche raccontato la sua esperienza di madre di Sylvester, il bambino avuto dal marito Sebastian Bear-McClard nel marzo 2021.
"Vedo che gli altri trattano mio figlio diversamente solo perché è maschio"
Nell’intervista con InterviewMagazine Emily ha detto: “Mio figlio e i bambini in generale, hanno questa qualità che gli fa vedere il mondo senza pregiudizi di genere. Così provo a prenderla in prestito. Lo tratto come è giusto trattare un piccolo e meraviglioso essere umano che è appena arrivato nel mondo. Però ho notato che appena le persone capiscono che è maschietto, il modo in cui interagiscono con lui è differente da quello che avrebbero adottato se fosse stata una femmina”.
"La cosa più grande che posso insegnare a mio figlio è la compassione"
Nell’intervista, Emily ha continuato a parlare di parità di genere spingendo sul valore che, più di tutti, vuole insegnare a suo figlio Sylvester.
“Il meglio che posso fare è insegnargli la compassione anche rispetto a queste dinamiche di potere in cui gli uomini non sono trattati come le donne. Un modo per renderlo consapevole. Cosa succederà? Non ne sono del tutto sicura. Penso che questa cultura di cui parlo nel libro è davvero negativa per gli uomini”.
Sulla mascolinità tossica
“L’ho visto per tutta la vita, il modo in cui questa cultura li limita, e quanto sia triste la loro vita quando sono costretti ad adottare questa mascolinità tossica. Per questo mi sento così protettiva nei confronti di Sylvester, allo stesso modo in cui mi sentirei di proteggere una bambina da questa cultura”.
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