Vaccino pertosse in gravidanza: quando farlo, perché è sicuro e come protegge il neonato

In ogni gravidanza è raccomandata la vaccinazione contro la pertosse. Si tratta dell'unico modo, infatti, per proteggere il neonato da una malattia potenzialmente fatale.

Le vaccinazioni raccomandate in gravidanza sono due: quella per l’influenza stagionale e quella contro difterite, tetano e pertosse (dTpa). In modo particolare quest’ultima è una vaccinazione molto importante anche perché, come riportato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, la frequenza della pertosse – una malattia molto grave e altamente infettiva – è in aumento negli ultimi anni. Vediamo quindi di capire come funziona il vaccino per la pertosse in gravidanza e quali sono le indicazioni in proposito.

Cos’è il vaccino contro la pertosse e perché è raccomandato in gravidanza

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Fonte: iStock

Più che di vaccino contro la pertosse è più corretto parlare di vaccino contro difterite-tetato-pertosse in quanto, come ricordato nel documento congiunto Vaccinazioni in gravidanza redatto dal gruppo di lavoro SIGO, SIMP, AOGOI, AGUI, SITI, SIN, FNOPO, Rete Interaziendale Milano Materna Infantile (RIMMI), Vivere Onlus, Cittadinanzattiva, non esiste un vaccino monovalente contro la sola pertosse. Si tratta di un vaccino che include il tossoide della difterite e quello del tetano e la pertosse acellulare. A questo proposito l’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) spiega che i vaccini acellulari contro la pertosse non contengono cellule intere del batterio Bordetella pertussis (responsabile della malattia) ma antigeni purificati.

La pertosse, ribadisce la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, è una malattia potenzialmente mortale soprattutto considerando la fonte di infezione per il neonato è spesso la madre. Nota anche come tosse dei 100 giorni perché può durare anche più di 10 settimane, la pertosse inizia come un comune raffreddore per poi evolvere in attacchi di tosse sempre più forti che possono provocare contati di vomito e spossatezza e anche (ma raramente) fratture costali.

La preoccupazione intorno alla pertosse è che si tratta di una malattia che può provocare polmonite e danni cerebrali soprattutto nei neonati entro il primo anno di vita. La vaccinazione in gravidanza è raccomandata non solo per questo motivo ma anche per ragioni prettamente cronologiche. Nei neonati, ricorda la Fondazione Veronesi, le vaccinazioni iniziano dopo il secondo mese e dalla nascita fino a quel periodo il bambino sarebbe esposto al grave rischio di contrarre l’infezione batterica responsabile della pertosse.

Vaccinando la gestante, quindi, si stimola la produzione di anticorpi che il feto, tramite la placenta, riceve così da essere protetto al momento della nascita.

Quando fare il vaccino in gravidanza: il momento giusto secondo gli esperti

La vaccinazione in gravidanza, gratuita e da ripetere a ogni gestazione, è raccomandata tra la ventisettesima e la trentaseiesima settimana di gravidanza. Questo perché la concentrazione degli anticorpi la cui produzione è stimolata dal vaccino, aumenta dopo circa due settimane. In questo modo i bambini nati a termine (ma anche i nati prematuri) ricevono una quantità sufficiente di anticorpi per proteggersi contro la pertosse.

Potenzialmente il vaccino per la pertosse è sicuro in ogni fase della gravidanza, ma è raccomandata dopo il secondo trimestre, dopo l’ecografia morfologica, per escludere qualsiasi potenziale associazione temporale tra la vaccinazione e le eventuali malformazioni fetali.

Inoltre l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) tra le raccomandazioni sulla vaccinazione in gravidanza per la pertosse sottolinea l’importanza di prevedere il vaccino anche per il partner, i familiari e i caregiver del neonato, se questi non sono stati vaccinati in precedenza. Inoltre se non somministrato durante la gravidanza, il vaccino dTpa dovrebbe essere previsto immediatamente dopo il parto se la donna non ha mai ricevuto una dose precedente (da adolescente, adulto o durante un’altra gravidanza). Nel caso in cui, invece, una gestante viene vaccinata all’inizio della gravidanza o comunque prima della finestra temporale indicata (27-36 settimane) non ha bisogno di essere nuovamente vaccinata.

Il vaccino è sicuro per il feto? Ecco cosa dicono le evidenze scientifiche

La raccomandazione del vaccino contro la pertosse in gravidanza si basa sulle evidenze scientifiche che ne mostrano la sicurezza sia per il feto che per la gestante. Gli studi condotti su centinaia di migliaia di donne in tutto il mondo ha escluso la possibile associazione tra vaccinazione e complicanze. Gli effetti collaterali più comuni interessano la gestante, ma sono lievi e quelli riscontrabili al seguito di ogni vaccino: dolore nel sito di iniezione, arrossamento, gonfiore e raramente febbre. Non è oltretutto possibile che il vaccino dTpa causi la pertosse in quanto non contiene, come detto, i batteri vivi.

Quanto dura la protezione del neonato dopo il parto

Il vaccino contro la pertosse in gravidanza, grazie al trasferimento transplacentare degli anticorpi, assicura un’immunizzazione passiva al neonato di circa sei settimane. Come detto l’indicazione temporale di effettuare la vaccinazione tra la ventisettesima e la trentaseiesima settimana di gestazione si basa anche e soprattutto sulla possibilità in questo modo di proteggere il neonato fino al momento in cui inizierà il suo calendario vaccinale. È stato dimostrato come gli anticorpi che il feto riceve in utero persistono dopo la nascita riducendo drasticamente il rischio di contagio.

Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) riferisce che la vaccinazione effettuata nel terzo trimestre di gravidanza previene il 78% dei casi di pertosse nei neonati con meno di due mesi e il 91% dei casi di ospedalizzazione. Anche nel caso in cui il neonato contragga la pertosse, infatti, se la madre ha ricevuto il vaccino i sintomi risultano più lievi e quindi potenzialmente meno pericolosi.

Il ruolo della vaccinazione materna nella prevenzione delle epidemie

Nel Position Paper della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) viene sottolineato come una quota importante dei casi di mortalità in epoca neonatale precoce sono riconducibili a cause infettivologiche. Il feto, il neonato e la gestante sono i soggetti più vulnerabili a diverse infezioni, specialmente quelle associate a morbilità e mortalità. Le indicazioni e l’offerta gratuita prevista in Italia per la vaccinazione in gravidanza è finalizzata a ridurre il rischio di malattie gravi, soprattutto nei neonati e nei lattanti.

Grazie alla copertura vaccinale (specialmente se elevata) è possibile interrompere la diffusione di un’infezione. Non a caso nei Paesi in cui la vaccinazione dTpa in gravidanza è molto diffusa si è assistito a una significativa riduzione dell’incidenza della pertosse e della letalità infantile di questa malattia.

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