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Contro l'allergia l'unica possibile cura è data dal cosiddetto vaccino antiallergico, l'immunoterapia specifica. Vediamo come funziona e quando è possibile farla.
Le allergie sono quelle condizioni in cui il sistema immunitario si attiva in maniera eccessiva contro una sostanza (allergene) normalmente innocua innescando una reazione infiammatoria violenta. I sintomi possono essere in alcuni casi invalidanti e molto fastidiosi e generalmente il trattamento è sintomatico tramite l’assunzione di farmaci. L’unica alternativa attualmente disponibile, spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, è l’immunoterapia specifica (ITS). Impropriamente chiamata vaccino antiallergico, è un trattamento preventivo che modifica il modo in cui il sistema immunitario reagisce agli allergeni. Scopriamo più nel dettaglio come funziona il vaccino antiallergico e quali sono i vantaggi e l’efficacia di questo approccio.
L’Australasian Society of Clinical Immunology and Allergy (ASCIA) definisce l’immunoterapia specifica (nota anche con il nome di desensibilizzazione) come il trattamento mediante il quale modificare il comportamento del sistema immunitario di fronte a un allergene. L’immunoterapia specifica prevede la somministrazione regolare di dosi gradualmente crescenti di preparazioni allergeniche che viene condotta per un periodo limitato di tempo (generalmente almeno 3 anni). Esistono due forme di somministrazione: sottocutanea o sublinguale.
A differenza della terapia farmacologica che interviene sui sintomi, l’immunoterapia agisce sulla causa dell’allergia. Il Notiziario Chimico Farmaceutico (NCF) spiega come l’immunoterapia specifica contenga gli allergeni verso cui la singola persona è allergica che vengono purificati e trattati prima di essere somministrati così da risultare pressocché innocui. In questo modo gli allergeni sono in grado di stimolare il sistema immunitario a ridurre la produzione di anticorpi contro quello specifico allergene.
Come precisato dall’American College of Allergy Asthma and Immunology (ACAAI), la somministrazione di dosi crescenti dell’allergene ha come obiettivo quello di indurre il sistema immunitario a diventare meno sensibile alla sostanza, probabilmente causando la produzione di un “anticorpo bloccante” che riduce i sintomi dell’allergia quando la sostanza viene incontrata in futuro e riduce l’infiammazione caratteristica di rinite e asma.
L’immunoterapia specifica, che è efficace solamente se utilizzata con alte dosi (differenziandosi anche in questo dall’omeopatia), può essere utilizzata per il trattamento di alcune allergie. L’Allergy, Asthma & Clinical Immunology indica la rinite e la congiuntivite allergica, l’asma e l’ipersensibilità al veleno di insetti pungitori.
Nel caso della rinite e congiuntivite allergica l’ITS è efficace in presenza di sintomi moderati o gravi e, come riportato dall’Associazione Culturale Pediatri (ACP) “con prick test e/o IgE specifiche per gli allergeni rilevanti e anche quando i disturbi sono presenti nonostante la terapia con antistaminici e/o corticosteroidi topici e l’adozione di tutte le possibili strategie per evitare l’esposizione all’allergene scatenante”.
Questo studio spiega che l’immunoterapia è inoltre efficace anche contro l’asma causata da graminacee, acari della polvere, pelo di cane e di gatto e ambrosia. In questi casi l’ITS si rivela efficace nel ridurre i sintomi dell’asma, nel migliorare l’iperreattività delle vie aeree e nel ridurre l’utilizzo dei farmaci.
Diversi studi hanno inoltre evidenziato che l’immunoterapia specifica per l’allergia può avere un effetto positivo anche sulla dermatite atopica. Discorso diverso, invece, per le allergie alimentari. Al momento non ci sono studi scientifici ed evidenze definitive che dimostrino l’efficacia dell’immunoterapia per questo tipo di condizioni. Chi ha un’allergia alimentare ha la necessità di evitare l’alimento scatenante. Allo stesso modo non c’è conferma che l’immunoterapia specifica sia efficace nel ridurre la gravità dei sintomi correlati all’intolleranza alimentare o a qualsiasi reazione avversa a sostanze chimiche, additivi, conservanti o coloranti artificiali negli alimenti.
L’attenzione verso l’immunoterapia specifica per l’allergia è maggiore nei bambini in quanto, oltre a essere ben tollerata, è stato dimostrato essere efficace nel prevenire la progressione della rinite allergica verso l’asma, se eseguita nelle prime fasi della malattia. Parallelamente si ha una riduzione dell’utilizzo dei farmaci con un miglior controllo dell’asma e una riduzione dell’incidenza di riacutizzazioni. È stato anche notato come l’immunoterapia specifica sia in grado di modificare anche il decorso dell’asma nei bambini, non solo riducendo i sintomi, ma potenzialmente rallentandone o modificandone la progressione. Oltre a trattare le manifestazioni allergiche, quindi, l’ITS potrebbe anche cambiare il modo in cui la malattia evolve nel tempo, riducendo la gravità dell’asma o prevenendone il peggioramento.
L’immunoterapia nei bambini, specialmente quella per le allergie ai pollini stagionali, ha dimostrato la sua efficacia sia se somministrata tutto l’anno per un periodo di tempo continuato che a ridosso e durante le stagioni di maggiore diffusione dei pollini. Entrambi gli schemi hanno portato a benefici nel breve termine (riduzione dei sintomi allergici) che nel medio-lungo termine con i vantaggi del trattamento che non si esauriscono con la sospensione della terapia, ma persistono anche nelle allergie degli anni successivi.
Le linee guida dell’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (EAACI) suggerisce che l’immunoterapia nei bambini può essere presa in considerazione in presenza di rinite da moderata a grave per la quale la terapia farmacologica non dà risultati efficaci. Per poter avviare l’immunoterapia è necessario che i sintomi siano effettivamente legati a un’allergia; per avere la conferma si eseguono o i test cutanei (prick test) o quelli sierologici (dosaggio IgE). Solitamente l’immunoterapia specifica viene prevista nei bambini con più di 5-6 anni per la loro capacità di collaborare e di riferire eventuali controindicazioni o problemi.
Il ricorso all’immunoterapia specifica per l’allergia viene valutato su diversi aspetti. Non solo sui benefici nella prevenzione dell’asma, sul miglioramento della qualità della vita, la capacità di prevenire nuove sensibilizzazioni allergiche e l’effetto duraturo e stabile anche dopo l’interruzione del trattamento, ma anche sulle possibili reazioni avverse, sui costi e sulle scelte della famiglia. A questo proposito la Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) sottolinea come ci siano degli aspetti limitanti in questa terapia. In modo particolare la lunga durata, i costi (motivo per cui spesso molte famiglie non vi ricorrono) e i possibili esiti avversi (reazioni locali come rossore e prurito e, più raramente, reazioni allergiche gravi). Inoltre l’ITS, a differenza della terapia farmacologica, ha un’efficacia graduale e non immediata.
L’immunoterapia specifica viene considerata efficace quando determina una riduzione dei sintomi e del consumo di farmaci. La decisione di intraprendere l’immunoterapia specifica deve essere presa caso per caso, tenendo conto sia dei fattori clinici che delle preferenze del paziente, essendo un trattamento che richiede un impegno costante e duraturo.
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